napolitano - gheddafi

ARIDATECE ER PUZZONE – LO STORICO DEL BOCA: ''FU SBAGLIATO FARE LA GUERRA A GHEDDAFI E NAPOLITANO IMPOSE IL CONFLITTO VIOLANDO LA COSTITUZIONE'' – LA REPLICA SPREZZANTE DI RE GIORGIO: “LA SUA AFFERMAZIONE NON MERITA COMMENTO”

1.LA GUERRA IN LIBIA E LE SCELTE DELL’ITALIA

Lettera di Giorgio Napolitano a “la Repubblica

 

Giorgio Napolitano Presidente emerito della Repubblica

 

giorgio e clio napolitano lasciano il quirinale  8giorgio e clio napolitano lasciano il quirinale 8

A distanza di oltre quattro anni dalla partecipazione italiana all’azione militare contro il regime libico di Gheddafi, lo studioso Angelo Del Boca ha fornito in una breve intervista a “Repubblica” di ieri una sua, ipotetica e del tutto arbitraria versione della decisione presa dall’Italia sulla base della risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 17 marzo 2011. Quella decisione venne presa dal Governo dell’epoca nell’esercizio delle sue prerogative costituzionali. Non merita commento l’affermazione di Del Boca che con molta disinvoltura, e senza averne alcun titolo, “crede che il Presidente Napolitano abbia violato la Costituzione”.

 

 

2. DEL BOCA: “INVIARE SOLDATI È UN ERRORE SENZA UN LEADER VINCE IL CAOS”

Giampaolo Cadalanu per “la Repubblica

 

ANGELO DEL BOCAANGELO DEL BOCA

Nemmeno Angelo Del Boca riesce a distinguere bene quello che sta succedendo in Libia. Per il massimo storico delle imprese coloniali italiane «la situazione è molto complicata, nonostante il lavoro indefesso dell’inviato Onu, Beniamino Leon…».

 

Sta facendo dell’ironia, professore?

«Sì».

 

Non sembra avere molte speranze sulle possibilità di far fare la pace alle fazioni in lotta. Come mai?

 

prodi gheddafiprodi gheddafi

«Si sapeva dall’inizio che sarebbe stato difficile mettere d’accordo due entità così diverse. Se Tobruk alla fine sembra disposta a cedere, Tripoli non cederà mai. Ma anche se arrivassero ad un accordo fra loro, servirebbe a poco. Ci sono moltissime altre fazioni armate, i gruppi sono centinaia. E ognuno vuole la sua fetta di potere».

 

GIANNELLI VIGNETTAGIANNELLI VIGNETTA

Ritiene credibili i proclami di affiliazione di alcuni gruppi al sedicente Stato Islamico e l’idea che Al Baghdadi voglia impadronirsi del petrolio libico?

 

«Per ora mi sembra che sia ancora un gioco di gruppuscoli che cercano il loro spazio».

 

Come faceva Gheddafi a tenere tutti sotto controllo?

 

«Era un uomo di grande intelligenza, capace di governare trecento tribù. Teneva tutto in mano, conosceva tutti i personaggi importanti. È caduto solo di fronte alla potenza militare della Francia e dell’Inghilterra, e purtroppo anche dell’Italia».

 

berlusconi e il rais muammar gheddafiberlusconi e il rais muammar gheddafi

L’Italia aveva firmato un accordo di amicizia con la Jamahiriya e poi invece ha partecipato alle missioni militari contro Gheddafi. Che ne pensa?

 

«È stata una vergogna. L’ho scritto chiaramente nel mio ultimo libro su Gheddafi, credo che il presidente Napolitano abbia violato la Costituzione imponendo di fatto la partecipazione alle operazioni contro Tripoli».

 

In quei giorni molti credevano che l’Italia dovesse in qualche modo stare a fianco dei partner europei...

 

gheddafi, 2011gheddafi, 2011

«Credo che Napolitano sapesse molto bene quello che faceva. Bastava guardare alla Germania della Merkel per avere il riferimento di un Paese che non partecipava alla guerra».

 

Torniamo a questi giorni. C’è chi ipotizza che il rapimento di quattro italiani possa essere un avvertimento al nostro Paese, che ha dato disponibilità a guidare una missione militare in Libia. Come valuta quest’idea?

 

«Ma no, è una sciocchezza. In Libia i rapimenti sono cosa di tutti i giorni. Succede ben altro che il sequestro di lavoratori occidentali con il caos del Paese».

 

Lei è sempre stato critico sull’idea di una nuova operazione libica sotto il tricolore. E’ sempre della stessa opinione?

gheddafi ombrellogheddafi ombrello

 

«Guardi, la situazione è così caotica che diventa ridicolo proporre una missione. Il ministro ha detto: siamo pronti, mandiamo cinquemila soldati. Ma per fare cosa? Con quale progetto, a fianco di chi? Sarebbe un grande errore, anche se ce lo chiedesse l’Onu».

 

Ma insomma, professore, come si viene fuori dal caos libico?

 

«Non si viene fuori. Non ci sono personalità in grado di trovare la via d’uscita. E il generale Haftar, che cerca l’appoggio egiziano, non è Gheddafi».

gheddafi occhialegheddafi occhiale

 

 

Ultimi Dagoreport

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...