ARRESTATO IN ROMANIA ELIO CIOLINI, IL PIÙ GRANDE PALLONARO COMPLOTTISTA DEGLI ULTIMI TRENT’ANNI - RICERCATO PER REATI FINANZIARI, PER ANNI NON FECE ALTRO CHE CONFONDERE INDAGINI - DISSE (E POI RITRATTÒ) CHE LA STRAGE DI BOLOGNA FU COMMISSIONATA DALLA P2 - INTANTO SULLA BOMBA ALLA STAZIONE ESCONO NUOVI INDIZI SU POSSIBILI COLLEGAMENTI FRA LE BR E LA RETE DEL TERRORISMO ISLAMICO…

1 - ELIO CIOLINI ARRESTATO IN ROMANIA, DEPISTÃ’ LE INDAGINI SULLA STRAGE DI BOLOGNA
Da "Repubblica.it"

Elio Ciolini, il "depistatore" delle indagini sulla strage alla stazione di Bologna è stato arrestato in Romania. Come riferiscono i media locali, il "mafioso italiano" è stato fermato con documenti falsi all'aeroporto di Otopeni, nel sud del Paese, dove era sbarcato con un volo proveniente da Zurigo, sua attuale residenza.

L'uomo, "ricercato dalle autorità italiane - evidenzia il quotidiano Evenimentul zilei (Evz) - per reati economico-finanziari e sospettato di avere legami coi servizi segreti di Israele e Stati Uniti", è stato interrogato in tribunale a Bucarest e poi preso in custodia dalla polizia della capitale romena. "I magistrati - conclude Evz - decideranno ora sulla sua estradizione in Italia".

Elio Ciolini, nato a Firenze il 18 agosto del 1946, è stato spesso in passato al centro di oscure storie di rivelazioni più o meno attendibili, la maggior parte delle volte false, e negli ultimi anni coinvolto in casi di truffe milionarie e di aggiotaggio. Il suo 'depistaggio' più clamoroso è stato appunto quello delle indagini sulla strage alla Stazione di Bologna. Nel 1982, quando era detenuto per truffa nel carcere svizzero di Champ Dollon, Ciolini riferì al giudice bolognese Aldo Gentile che la strage era stata commissionata dalla fantomatica Loggia massonica 'Montecarlo', emanazione della P2, ai 'neri' di Stefano Delle Chiaie.

La strage, secondo Ciolini, sarebbe stata eseguita dal tedesco Fiebelkorn e dal francese Danet e sarebbe servita a coprire una colossale operazione finanziaria Eni-Petromin. Ciolini disse che la 'Montecarlo' era inserita nella 'Trilateral', che descrisse come una organizzazione terroristica. In seguito cercò di ritrattare tutto, indicando i giudici destinatari della sua testimonianza "come consapevoli strumenti" dell'inquinamento delle indagini. Poco tempo dopo avere fatto le sue rivelazioni, uscì dal carcere di Champ Dollon. Per questo depistaggio Ciolini è stato processato e condannato a nove anni di carcere (quattro condonati) per calunnia.

Nel 1991 Ciolini fu di nuovo arrestato a Firenze. In una intervista rilasciata durante la latitanza ad un quotidiano romano aveva parlato di una sua appartenenza ad un "servizio per la lotta al comunismo che fa capo alla Nato". In un interrogatorio disse di avere fatto parte negli anni '70 di una struttura segreta che aveva tra gli altri compiti quello di 'esfiltrare' i dissidenti dai paesi dell'Est. Nel 1992 Ciolini torna alla carica lanciando un allarme per un presunto 'golpe' o piano di destabilizzazione che fu raccolto dal Viminale e tradotto in una circolare ai prefetti che suscitò molte polemiche.

In seguito le rivelazioni di Ciolini su una riunione in Jugoslavia, in cui la mafia avrebbe messo a punto la strategia per la stagione delle stragi, finì nell'inchiesta 'Sistemi criminali' sull'ipotesi di un piano eversivo finalizzato alla divisione dello Stato condotto dai vertici di Cosa Nostra con la complicità di un Sistema criminale, composto dalla massoneria deviata, da elementi dell'eversione nera e da spezzoni deviati di servizi segreti. Il procedimento che vedeva indagati, tra gli altri, l'ex capo della P2 Licio Gelli, l'estremista nero Stefano Delle Chiaie, il capo di Cosa nostra Totò Riina, il commercialista Giuseppe Mandalari, finì archiviato nel marzo 2000 dalla procura di Palermo.

Attualmente Ciolini è accusato, tra l'altro, insieme con l'agente Fifa Vinicio Fioranelli e all'imprenditore tedesco Volker Flick, di associazione a delinquere finalizzata alla ricettazione di titoli falsi.


2 - STRAGE DI BOLOGNA, ADESSO SPUNTA IL BRIGATISTA MARRA
Gian Marco Chiocci per "Il Giornale.it"

Le coincidenze cominciano a essere troppe. All'indomani della rivelazione del Giornale sulla presenza di un presunto brigatista rosso in un albergo dirimpetto la stazione di Bologna la notte precedente la strage del 2 agosto, si materializza il nome di quel «simpatizzante»: si tratta di Francesco Marra, personaggio controverso, al centro di violentissime polemiche col fondatore storico della formazione della stella a cinque punte, Alberto Franceschini.

La conferma arriva direttamente dal deputato Enzo Raisi di Fli, che da anni si batte per far emergere la verità vera sulla bomba e per far riaprire un caso ormai chiuso da una sentenza a dir poco discutibile che ha mandato all'ergastolo gli ex Nar Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini. Le nuove indagini puntano prepotentemente alla rete del terrorista Carlos, legato ai palestinesi, che avrebbe compiuto la strage come ritorsione all'arresto in Italia del leader del Fplp Abu Saleh e di alcuni autonomi legati a quest'ultimo.

Due dei capi di questa rete, «Separat», attualmente indagati a Bologna - Thomas Kram e Krista Margot Frohlich - la notte prima dell'esplosione avevano dormito in un hotel a due passi dalla stazione, proprio come quel «simpatizzante». Che, come detto, ha finalmente un nome. «L'uomo legato alle Br al quale avete fatto riferimento nell'articolo di oggi (ieri, ndr) è Francesco Marra. Abbiamo scoperto con immensa fatica che venne interrogato nel 1981 dalla Digos perché come gli uomini di Carlos risultò tra gli ospiti di un albergo vicinissimo la stazione. L'Antiterrorismo dell'epoca - continua - fece una ricerca negli hotel della città nei giorni dell'attacco cercando chi avesse precedenti penali. Spuntò fuori lui e nel telex della questura lo si descrive come esponente di estrema sinistra e simpatizzante Br.

Lui, a verbale, spiegò di essere stato a Bologna per turismo, in compagnia di una ragazza». Lui, Marra, ha sempre negato la sua appartenenza alle Br, ammettendo solo di conoscere Franceschini. Ma proprio quest'ultimo l'ha più volte indicato sia come componente attivo delle Br che come «infiltrato» nell'organizzazione.

Altra curiosa coincidenza è che la «neoindagata» Frohlich, componente di Separat ed ex militante delle cellule rivoluzionarie - beccata nel giugno dell'82 a Fiumicino con detonatori e 3,5 chili di miccia alla pentrite, uno dei probabili ingredienti della bomba di Bologna - è la moglie di Sandro Padula, capocolonna romana delle Br dopo l'arresto di Mario Moretti, condannato all'ergastolo nel primo processo Moro, che per questo motivo ha spesso criticato le controindagini di Raisi e della stessa procura di Bologna sulla pista «palestinese».

Nella catena di coincidenze, un anello lega il gruppo Separat a un altro personaggio della lotta armata rivoluzionaria in Italia, come racconta una interpellanza del 2005 del parlamentare di An Enzo Fragalà (ucciso in circostanze mai chiarite): «Dai rapporti del Sismi sono emersi collegamenti tra brigatisti rossi ed esponenti del gruppo terroristico di Carlos; a Mohammed El Mansouri (libanese) venivano trovati in tasca, fra l'altro, un biglietto ferroviario internazionale rilasciato dalla stazione di Lubiana per la tratta Roma-Parigi; Mohammad El Mansouri era in contatto con le Farl, le Frazioni Armate Libanesi le quali erano a loro volta in contatto, secondo un memorandum del Sisde del 15 gennaio 1985, con Alessandro Girardi, uomo delle Brigate Rosse all'interno di Separat, considerato dal Sismi in un rapporto del 2 ottobre 1996 come uno dei collegamenti dell'organizzazione (terroristica comunista) di Carlos in Italia».

 

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