ARRIVA LA “MEGAVENDETTA” – IL CAPO DI GABINETTO DEL “MEF” ROBERTO GAROFOLI LASCIA: LA MODALITÀ SARÀ QUELLA DELLE “DIMISSIONI VOLONTARIE”, MA È EVIDENTE CHE SI TRATTA DI UN DEFENESTRAMENTO A CULMINE DELLA CAMPAGNA DI DEMOLIZIONE PERSONALE PORTATA AVANTI DA CASALINO – LE MANOVRE DEL GOVERNO PER FAR FUORI I TECNICI E LA SUCCESSIONE: IN POLE C'È FORTUNATO LAMBIASE

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1 – LA PERICOLOSITÀ DELL'ALTRA MANOVRA DEL GOVERNO CONTRO I TECNICI

Luciano Capone per “il Foglio”

 

ROBERTO GAROFOLI ROBERTO GAROFOLI

Si inizia a manifestare la "megavendetta" annunciata dal portavoce del presidente del Consiglio Rocco Casalino e preparata attraverso una campagna di demolizione personale della stampa vicina al M5s. Molto probabilmente, dopo che questa faticosa e accidentata manovra arriverà in porto, Roberto Garofoli lascerà il posto di capo di gabinetto del ministro dell'Economia.

 

Le modalità saranno, come come funziona per chi lavora per le istituzioni, quelle delle dimissioni volontarie anche se in realtà si tratta di un defenestramento. Il magistrato, nominato al vertice della struttura del Mef da Pier Carlo Padoan, è stato confermato in quel ruolo Giovanni Tria (una scelta apprezzata dal presidente della Repubblica).

ROCCO CASALINO ROCCO CASALINO

 

Le motivazioni dell'avvicendamento non vanno cercate nelle accuse di conflitto d'interessi per una norma a favore della Croce rossa o per le attività della casa editrice della moglie. La campagna di delegittimazione è il punto di caduta della guerra ai "pezzi di merda del Mef” (Casalino dixit), accusati mettere i bastoni tra le ruote al governo del cambiamento".

 

rocco casalino e marco 3 rocco casalino e marco 3

Abbiamo bisogno di persone di fiducia, non di vipere in posti chiave del Mef e della Ragioneria", diceva il M5s a luglio quando Di Maio accusò una "manina" di aver inserito di nascosto i famigerati 8 mila posti di lavoro in meno nella relazione tecnica del decreto dignità. Sul banco degli imputati c'era, oltre a Garofoli, anche il ragioniere dello stato Daniele Franco, in scadenza a maggio.

 

mario nava mario nava

Un'altra vittima di questa campagna contro i tecnici è stato Tito Boeri dell'Inps, accusato di fare politica. E l'ex presidente di Consob Mario Nava, costretto alle dimissioni. Lo scontro tra tecnici e politica non è nuovo (memorabili sono gli scontri di Garofoli, Franco e Boeri con Renzi), il problema è che in questa nuova fase politica chi evidenzia i vincoli normativi e finanziari - chi insomma sa fare di conto - è visto come un sabotatore o collaborazionista.

 

piercarlo padoan raffaele cantone roberto garofoli andrea guerra piercarlo padoan raffaele cantone roberto garofoli andrea guerra

La guerra contro chi fa prevalere i numeri sulla fedeltà e l'aritmetica sul "contratto di governo", mostra però qualcosa di più profondo, ovvero il rigetto di tutti quegli istituti democratici e di garanzia che non sono legati al principio della rappresentatività (non a caso l'invito più ricorrente è "si candidino!").

 

Ma la cosa paradossale in questi giorni di trattativa con Bruxelles è che, per presentare una legge di Bilancio decente il governo avrebbe dovuto lavorare insieme ai tecnici e ascoltare i loro consigli. Invece ha passato i mesi a preparare la "megavendetta".

 

2 – TESORO, IL CAPO DI GABINETTO GAROFOLI IN USCITA A FINE MESE: LAMBIASE IN POLE PER LA SUCCESSIONE

Da www.ilfattoquotidiano.it

 

ROBERTO GAROFOLI ENRICO LETTA ROBERTO GAROFOLI ENRICO LETTA

È il nome di Fortunato Lambiase – capo della segreteria tecnica di Giovanni Tria – quello più accreditato per sostituire Roberto Garofoli sulla poltrona di capo di gabinetto del ministero dell’Economia. Lo scrive il Messaggero, confermando quanto anticipato dal Fatto Quotidiano alcuni giorni fa: e cioè che Garofoli sarà messo alla porta entro fine anno. Nei giorni scorsi il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte,  ha spiegato al ministro Tria che non vuole più ricevere a Palazzo Chigi il suo capo di gabinetto. Conte si aspetta le sue dimissioni a breve, dopo l’approvazione della legge di Bilancio.

 

luigi di maio giuseppe conte matteo salvini giovanni tria luigi di maio giuseppe conte matteo salvini giovanni tria

Come ha raccontato il Fatto Quotidiano Garofoli è considerato il responsabile di un emendamento non concordato che assegna 84 milioni alla Croce Rossa. Il diretto interessato ha smentito, ma la stessa Croce Rossa gli aveva ceduto una parte dell’immobile a Molfetta che doveva diventare un bed and breakfast. Tra le accuse contestate dal Movimento 5 stelle al burocrate c’è poi la società editoriale della moglie che pubblica libri scritti e curati da Garofoli per aspiranti avvocati e magistrati: alcuni autori hanno poi ottenuto anche incarichi al Tesoro su chiamata di Garofoli e un collaboratore ha anche sostenuto di essere stato pagato in nero.

DELVOX TRIA SALVINI DI MAIO DELVOX TRIA SALVINI DI MAIO

 

Giudice amministrativo, presidente di sezione del Consiglio di Stato, Garofoli era stato segretario generale a Palazzo Chigi durante l’ esecutivo guidato da Enrico Letta. Poi nel 2014 era finito al ministero dell’Economia con Pier Carlo Padoan. Il suo successore dovrebbe essere Lambiase, attuale capo della segreteria tecnica di Tria, considerato vicino al ministro del Tesoro. Tra il 2012 e il giugno del 2018, invece, Lambiase era consigliere parlamentare al Senato.

 

 

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