1- RESA DEI CONTI (CORRENTI) IN VATICANO: LA CACCIATA DI LIN-GOTTI TEDESCHI BY BERTONE 2- IL SEGRETARIO DI STATO NON HA MAI PERDONATO AL “SUO” BANCHIERE DELLO IOR LE CHIACCHIERATE CON I PM SUL RICICLAGGIO VATICANO, L'OPPOSIZIONE SULL’ACQUISIZIONE DEL SAN RAFFAELE (NON HA RILANCIATO DOPO L'OFFERTA DI ROTELLI), LA PUBBLICAZIONE DELLE CARTE SEGRETE DEL PAPA HA INFINE CHIUSO LA PRATICA (LA SEGRETERIA DI STATO LO ADDITA INFATTI COME “UNO DEI CORVI”. “MA IO QUERELO”, RIBATTE GOTTI. DAL VATICANO LA REPLICA È GELIDA E SICURA: “L´INVESTIGAZIONE È ACCURATA”) 3- I SUOI NEMICI? GOTTI TEDESCHI A QUESTO PUNTO NON HA PIÙ REMORE E RISPONDE: “MARCO SIMEON (PUPILLO DEL CARDINAL BERTONE E DIRIGENTE RAI) E CESARE GERONZI” 4- COSA CI FACEVA STAMATTINA A MILANO, IN ZONA BRERA, IL DEFENESTRATO LIN-GOTTI TEDESCHI? PARE PARLASSE FITTO FITTO IN SPAGNOLO. STAVA FORSE CHIACCHIERANDO CON L’OPUS DEI EMILIO BOTIN, IL POTENTISSIMO CAPO DEL BANCO SANTANDER? AH, SAPERLO…

1 - DAGOREPORT
Cosa ci faceva stamattina a Milano, in zona Brera, davanti alla chiesa di Victor del Sabata, il defenestrato Lin-Gotti Tedeschi? Pare parlasse fitto fitto in spagnolo. Stava forse chiacchierando con l'Opus Dei Emilio Botin, capo del Banco Santander? Ah, saperlo...


2 - BUFERA AI VERTICI DELLO IOR SFIDUCIATO GOTTI TEDESCHI "È LUI IL CORVO DEL VATICANO"
Marco Ansaldo per "la Repubblica"

L´accusa, detta a voce, arriva solo in fondo. Ed è secca come una stilettata: «Ettore Gotti Tedeschi è stato sfiduciato all´unanimità dal Consiglio di sovrintendenza dello Ior perché non ha svolto funzioni di primaria importanza per il suo ufficio. E perché era uno dei "corvi"».

Il presidente della Banca della Santa Sede uno degli autori delle lettere vaticane segrete diffuse sui media? Gotti Tedeschi, con la moglie in clinica appena operata, reagisce con furia all´insidia che, in realtà, è un carico da quaranta perché proviene - nientemeno - che dalla Segreteria di Stato vaticana: «Se ci provano solo a dirlo, dica loro che li querelo».
Finisce così, con gli stracci che volano all´ombra dei "Vaticanleaks", le rivelazioni nella Santa Sede, quella che fino a solo pochi mesi fa era un´alleanza solida fra l´economista di Piacenza e il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone.

L´avventura di Gotti Tedeschi allo Ior giunge al capolinea dopo quattro anni. La commissione cardinalizia di vigilanza formalizzerà oggi la nomina di un presidente ad interim, che sarà l´attuale vicepresidente Ronaldo Hermann Schmitz, rappresentante della Deutsche Bank nel Consiglio dello Ior.

E con "Repubblica", Gotti Tedeschi, membro dell´Opus Dei, vicino all´ex ministro dell´Economia Giulio Tremonti, e fino a ieri molto stimato anche da Papa Benedetto XVI, enumera uno per uno i motivi che hanno portato alla rottura. «Ma non è stato lui a dimettersi - dicono alla Segreteria di Stato - questa è la voce che sta spargendo. È stato, invece, sfiduciato da tutti i membri del Consiglio dello Ior nella loro capacità e autonomia. E persino dal rappresentante del suo Istituto, la banca spagnola Santander».

I suoi nemici? Gotti Tedeschi a questo punto non ha più remore. E li indica uno per uno: «Marco Simeon e Cesare Geronzi», risponde. Il primo, pupillo del cardinale Bertone, oggi direttore delle Relazioni istituzionali e internazionali della Rai, snodo centrale dei rapporti con la Santa Sede, non ha mai avuto un buon feeling con il presidente dello Ior. «Io voglio portare trasparenza nell´Istituto», ha sempre detto Gotti Tedeschi di Simeon, giudicato come controverso. E difficile è stato anche gestire i rapporti con il secondo, il potentissimo banchiere romano. Gotti Tedeschi non vuole dire di più su questo fronte, ma indica un altro scenario.

«Il caso del San Raffaele», dice. La decisione dello Ior di non rilanciare nell´asta che si era aperta per rilevare il San Raffaele di Don Verzé, e alla fine poi vinta dal re delle cliniche Giuseppe Rotelli, era diventata un boomerang di immagine per il Vaticano. Eppure, quando l´estate scorsa venne adottata la decisione di muoversi per salvare l´ospedale, la Santa Sede si mosse compatta. Il cardinale Bertone aveva inviato a organizzare la cordata il suo uomo Giuseppe Profiti e lo stesso Gotti Tedeschi.

Obiettivo: formare un polo d´eccellenza da unire ad altre strutture sanitarie vaticane all´avanguardia, come ad esempio il Bambin Gesù di Roma, molto caro al segretario di Stato.

Due però i tipi di problemi che portarono Gotti allo scontro. Primo, il forte esborso economico. Difatti i 250 milioni messi sul piatto della bilancia sarebbero stati alla fine caricati in buona parte proprio sulle spalle dell´Istituto delle Opere Religiose. E già questo avrebbe rappresentato un problema. Secondo, una questione di carattere etico, come difatti le operazioni sommerse di Don Verzè e del vicepresidente Mario Cal, poi suicidatosi, hanno dimostrato.

Nell´amarezza, Gotti Tedeschi va avanti. Altro motivo del braccio di ferro. «La difesa del cardinale Attilio Nicora». E, aggiunge subito dopo: «La legge anti riciclaggio per il Vaticano». Di recente nella Santa Sede erano infatti emerse valutazioni diverse rispetto a quelle propugnate da Nicora, presidente della Autorità di Informazione Finanziaria. Ma la situazione sembrava rientrata dopo la pubblicazione di nuove norme, «volute da me», ha sempre detto Gotti, che chiarivano meglio le competenze dell´organo di controllo assicurando ancora maggiore trasparenza.

Come è poi emerso dalle fughe di notizie, i "Vatileaks" li ha ribattezzati il portavoce papale, padre Federico Lombardi, il ruolo della neonata Autorità di Informazione Finanziaria è stato considerato come controverso. Una lettera del cardinale Nicora, pubblicata alcuni mesi fa da "Il Fatto quotidiano", fece infatti emergere uno scontro interno al Vaticano sulla retroattività della nuova normativa.

Scossoni ai quali si aggiunse, lo scorso 15 febbraio, la decisione di JPMorgan di chiudere il conto dello Ior. «Si possono capire ora gli attacchi ricevuti - dice Gotti - per aver preso la posizione del cardinale Nicora contro la modifica della vecchia legge, la mia». E ancora: «Il tema del riciclaggio vaticano, che il governo americano di recente aveva segnalato, spiegava perché ero preoccupato. E anche altro...».

Eppure, solo dieci giorni fa, un gruppo di ambasciatori, capi delle missioni diplomatiche accreditate presso la Santa Sede, aveva visitato l´Istituto per le Opere di Religione, dove ad accoglierli c´erano monsignor Fortunatus Nwachukwu, capo del Protocollo della Segreteria di Stato e monsignor Peter Bryan Wells, assessore, che hanno spiegato il significato della visita nella linea di una piena trasparenza da parte del Vaticano per quanto riguarda le attività economiche. Tutto apparentemente in ordine.

E alla presenza di Gotti Tedeschi il direttore generale dell´Istituto, Paolo Cipriani, aveva tranquillizzato i diplomatici sul fatto che la Banca vaticana era impegnata nell´applicare le nuove norme contro il riciclaggio, e per la trasparenza voluta da Papa Ratzinger e sotto esame da parte degli organismi monetari europei. In particolare era stato assicurato l´adeguamento dello Ior agli standard internazionali più esigenti in materia di lotta al riciclaggio.

Gotti Tedeschi ha ora anche altri motivi da indicare, come ulteriori motivo di attrito: «La sfiducia data a due manager di Bertone». Ecco. Che i rapporti interni allo Ior non fossero più come prima, gli ultimi mesi lo avevano fatto capire con chiarezza. L´amicizia e la stima con il segretario di Stato si erano allentate, fino a venire meno. E la battaglia con i tecnici, per Gotti si era unita a una incompatibilità con il vertice, e a una spigolosità di carattere che ha finito per incidere per entrambi, Gotti e Bertone.

Questo nonostante la vicinanza dell´economista a Benedetto XVI. «Difendiamo il Papa», continua a dire. Perché, sostiene l´ex presidente dello Ior, «è lui l´obiettivo vero di tanti attacchi». Da qui, ancora di recente, la sua proposta di candidare il Pontefice al Nobel, per l´enciclica Caritas in veritate, alla cui stesura lo stesso Gotti Tedeschi ha contribuito.
Ma a fare saltare tutto, infine, è stata la pubblicazione delle carte segrete.

Molti documenti, oggi riportati nel libro "Sua Santità" di Gianluigi Nuzzi, portano i nomi del Papa, del suo segretario personale Georg Gaenswein, di Tarcisio Bertone, del cardinale arcivescovo di Milano Angelo Scola, e tanti altri. E di Gotti Tedeschi. La Segreteria di Stato lo addita adesso come «uno dei corvi». «Ma io querelo», ribatte il presidente dello Ior, nella bufera. Dal Vaticano la replica è gelida e sicura: «In proposito - dicono - l´investigazione è accurata».

 

 

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