GLI ATTACCHINI DELL’ANTISEMITISMO - A ROMA CACCIA AGLI IDEATORI DEI MANIFESTI "BOICOTTA I NEGOZI EBREI" CHE SEGUONO LE SCRITTE OFFENSIVE E LE SVASTICHE COMPARSE IN CITTÀ DUE SETTIMANA FA

Militanti di estrema destra sospettati per gli ultimi episodi di odio razziale. Ma intanto si indaga su un altro episodio: un’azione pro Palestina che richiama quelle dell’estrema sinistra e di altri movimenti non certo di destra ormai da mesi presenti sulla Rete, sui siti di contestazione alla politica e agli interventi israeliani a Gaza...

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Rinaldo Frignani per il "Corriere della Sera - Edizione Roma"

 

roma manifesti boicotta israele roma manifesti boicotta israele

Le telecamere alla stazione Libia della B1 avrebbero ripreso alcuni attacchini in azione. Hanno dimostrato di sapere di conoscere bene chi e dove colpire. E di saperlo fare anche mentre l’Ama era già intervenuta. Ma la videosorveglianza li avrebbe ripresi nei pressi di alcuni dei negozi dove, nella notte di venerdì scorso, hanno attaccato i manifesti che invitano al boicottaggio dei prodotti di Israele e dei commercianti ebrei della Capitale.

 

E non solo quella dei negozi presi di mira dagli estremisti - soprattutto al quartiere Africano, a corso Trieste e vicino a piazza Bologna - ma anche gli impianti nuovi di zecca della metro B1: due apparecchi, in particolare, in viale Libia sono puntati proprio sopra al muretto dove sono stati trovati alcuni dei manifesti, a firma «Vita est Militia» e dovrebbero aver immortalato sia chi ha attaccato i figli stampati in modo artigianale, sia chi lo ha eventualmente accompagnato, con un’auto o una moto.

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Elementi al vaglio della polizia che sta cercando di identificare gli organizzatori e gli esecutori dell’ultima azione contro gli ebrei, dopo le scritte con minacce e insulti razzisti comparse alla fine di luglio in mezza Roma. Per quei fatti la procura ha già indagato tre estremisti di destra, guidati da un romano di 53 anni, abitante a Prati - considerato la mente dell’azione -, denunciati mesi fa per una protesta durante la proiezione di un film.

 

La Digos, diretta da Diego Parente, sta dando la caccia a quattro complici degli indagati, ma non ritiene che ci siano collegamenti fra la loro iniziativa e l’attacchinaggio dei manifesti di boicottaggio. «Quelli non erano personaggi collocabili in uno dei gruppi di estrema destra della Capitale, questi probabilmente sì», aggiungono dalla Questura. Nelle ultime ore sono state effettuate delle perquisizioni in ambienti vicini all’estrema destra.

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Si cerca la tipografia che ha stampato i fogli. Intanto sono stati acquisiti numerosi filmati ripresi dalle telecamere di negozi, banche, e anche stazioni della metropolitana. Identificare chi ha organizzato il blitz notturno di venerdì non dovrebbe richiedere parecchio tempo.

 

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Agli attacchini e ai loro complici potrebbe essere contestata l’accusa di propaganda di idee finalizzate all’odio razziale, lo stesso reato per le scritte e le svastiche di due settimane fa. Ma se allora si è trattato soprattutto di insulti diretti alla comunità ebraica, ora si indaga anche sul significato politico dell’ultimo gesto, commesso da un altro gruppetto di persone che si è spostato rapidamente in un raggio di un paio di chilometri: un’azione pro Palestina che richiama in modo evidente quelle dell’estrema sinistra e di altri movimenti non certo di destra ormai da mesi presenti sulla Rete, sui siti di contestazione alla politica e agli interventi israeliani a Gaza. 

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