berlusconi visita la redazione del foglio con giuliano ferrara

IL BANANA INFOGLIATO - BERLUSCONI NELLA REDAZIONE DEL ''FOGLIO'' CHE COMPIE 20 ANNI, ACCOLTO DA FERRARA E INTERVISTATO DA CERASA: ''RENZI IL MIO EREDE? CERTO CHE NO: È UN DEMOCRISTIANO DI SINISTRA NELL'ACCEZIONE PEGGIORE DEL TERMINE. È DE MITA, NON ALDO MORO'' - ''GRILLO IMITA HITLER. È PERICOLOSO'' - L'UNICO MEA CULPA: ''NON AVER PRESO IL 51% DEI VOTI'' - ''NON PERMETTERÒ MAI AI MIEI FIGLI DI ENTRARE IN POLITICA''

 

"Il Giornale" pubblica gli estratti dell'intervista di Claudio Cerasa a Berlusconi, qui l'integrale:

http://www.ilfoglio.it/politica/2016/01/30/confessioni-sul-mio-ventennio-intervista-a-berlusconi___1-v-137646-rubriche_c179.htm

 

Berlusconi e il Foglio sono quasi gemelli. Il primo è da 22 anni in politica; mentre il primo numero del quotidiano ha appena spento le venti candeline. Il Cavaliere venerdì ha voluto fare un regalo al giornale a lungo diretto da Giuliano Ferrara e ora guidato da Claudio Cerasa: s'è presentato in redazione e da qui è scaturita una lunga intervista, pubblicata ieri sul Foglio.

berlusconi visita  la redazione del foglio con giuliano ferraraberlusconi visita la redazione del foglio con giuliano ferrara

 

La chiacchierata è un po' la summa del pensiero berlusconiano. L'ex premier ha parlato del suo passato e del suo futuro. Il bilancio di vent'anni di politica è positivo. Ma il lavoro non è terminato. Ecco perché, ancora oggi, il Cavaliere è in campo più che mai. E in un passaggio del colloquio Berlusconi ammette: «Ne è valsa la pena».

 

In serata Berlusconi è intervenuto via Skype per ritirare il premio «Buongiorno Italia», organizzato per la prima volta dall'omonimo periodico diretto da Keda Kaceli. «Con me regista centrodestra al 40%. Renzi? È sceso al 30%, non ha più voti personali da dare al Pd come alle Europee. Il centrodestra può e deve vincere al primo turno, al secondo turno vincere M5S e sarebbe una catastrofe».

 

Berlusconi a cuore aperto fa il bilancio dei suoi primi ventidue anni di politica. Un decalogo fatto di luci e qualche ombra.

 

I cinque successi...

«Sull'onda del consenso effimero ma diffuso intorno all'operazione Mani pulite la sinistra post comunista sembrava avere il potere a portata di mano. Quella sinistra non esiste quasi più e credo sia merito nostro. La maggioranza naturale degli italiani si è potuta riunire in un centrodestra di governo, parola che per tutta la Prima Repubblica era stata impronunciabile. Gli italiani hanno scoperto il bipolarismo e l'alternanza di governo, sia pur imperfetta. I valori liberali sono ora condivisi da tutti. E oggi tutto sostengono la necessità di fare quelle riforme delle quali allora parlavamo solo noi»

berlusconi  visita  la redazione del foglio con giuliano ferraraberlusconi visita la redazione del foglio con giuliano ferrara

 

....e le cinque incompiute

«C'è sempre una magistratura di sinistra che condiziona pesantemente la politica; c'è un livello di tassazione troppo alto; non è cambiato il conformismo dei mezzi di comunicazione; la burocrazia è inefficiente e pervasiva come allora e l'Italia è tornata ad essere irrilevante sul piano internazionale».

 

Renzi come De Mita

«Sento dire spesso che Renzi si ispirerebbe in qualche modo a Forza Italia. Se questo è vero devo dire che l'imitazione non gli è riuscita bene. Renzi con noi non ha nulla in comune. Noi abbiamo scelto la strada della concretezza, della chiarezza e della realtà. Lui quella delle battute, dell'arroganza e degli annunci. È un democristiano di sinistra nell'eccezione peggiore del termine: somiglia più a Ciriaco De Mita che ad Aldo Moro».

 

Il tradimento del Nazareno

«Volevamo lavorare insieme per modernizzare il Paese attraverso riforme condivise. Ci siamo resi conto che ci avevamo creduto solo noi».

 

I veti di Fini e Casini sulla giustizia

«La separazione delle carriere dei magistrati è la riforma simbolo che ci hanno sempre impedito di realizzare: Fini e Casini più volte minacciarono di far cadere il governo se avessi portato sul tavolo del Consiglio dei ministri anche solo questa riforma. Per loro era indispensabile contare sulla protezione dell'Anm».

 

Grillo come Hitler: un pericolo

berlusconi visita la redazione del foglio con giuliano ferraraberlusconi visita la redazione del foglio con giuliano ferrara

«Grillo nasce da una pericolosa sintesi di stati d'animo diversi: i rimasugli della sinistra antisistema, l'invidia per chi ha avuto successo nella vita e la ricorrente voglia di rivolta contro tutto e tutti, senza un obiettivo chiaro se non la distruzione. Grillo ripete molte parole d'ordine di Hitler: è una constatazione tecnica».

 

Il futuro leader del centrodestra

«Deve aver ottenuto una laurea con il massimo dei voti, aver costruito alcuni quartieri modello alla periferia di una grande città, aver fondato tre tv commerciali, vinto 3 Champions League, ottenuto decine di milioni di voti dagli italiani. Uno con queste caratteristiche lo conoscevo ma, per non correre rischi, i signori della sinistra con l'aiuto dei loro amici magistrati lo hanno reso incandidabile».

 

L'unico «mea culpa»

«In questi vent'anni ho una colpa della quale non mi do pace: non essere riuscito a convincere gli italiani a darmi il 51% dei voti».

 

Le differenze tra destra e sinistra

«Spesso la sinistra al governo è costretta a fare politiche di destra? Certo: è costretta a fare i conti con la realtà e al tempo stesso non è vittima dell'aggressione conformistica del politicamente corretto, di solito sostenuta dai grandi mezzi di informazione, dal mondo della cultura, dai sindacati, dalla magistratura».

berlusconi  visita   la redazione del foglio con giuliano ferraraberlusconi visita la redazione del foglio con giuliano ferrara

 

Se fossi a palazzo Chigi

«Le linee guida: meno tasse, meno Stato, meno Europa, più aiuto a chi ha bisogno, più sicurezza per tutti, più garanzie e riforma della giustizia con la separazione delle carriere, una nuova disciplina delle intercettazioni, della custodia cautelare e della legittima difesa»

 

Il fisco amico

«Meno tasse con la flat tax, via le tasse sulla casa, via l'imposta di successione, via l'Irap, via l'Imu agricola, via le autorizzazione preventive».

 

Svolta in politica estera

«Abolirei ogni sanzione nei confronti della Russia e farei una politica estera del tutto diversa».

 

Un Cavaliere al Colle

«Ci sarebbe stato un Quirinale arbitro e garante, non un protagonista fazioso come è stato in un passato recente. Ma non ho mai aspirato al Quirinale: sono un attaccante, non un arbitro».

 

I miei figli mai in politica

berlusconi   visita   la redazione del foglio con giuliano ferraraberlusconi visita la redazione del foglio con giuliano ferrara

«Sono un padre liberale, che ha sempre rispettato le scelte dei propri figli. Ma se qualcuno di loro mi annunciasse di voler fare politica diventerei di colpo autoritario. Non accetterei mai che qualcuno dei miei figli possa subire quello che ho subito io».

 

L'Italicum e le riforme

«Non vedo cosa ci sarebbe di berlusconiano nella nuova legge elettorale che consente a una sola forza politica che raccoglie appena il 20% dei consensi di governare senza controlli e senza contrappesi».

 

Merkel e Cameron

Vincino sul Foglio Natale Berlu Vincino sul Foglio Natale Berlu

«Entrambi sono certamente dei modelli a cui guardare. Ma le loro idee non coincidono del tutto né tra di loro né con le nostre. Con la Cdu abbiamo in comune i valori di fondo espressi nel Ppe; con i conservatori britannici l'idea di libertà economica, di riduzione del carico fiscale, di limiti al potere dello Stato e di solidarietà atlantica».

 

Il futuro della carta stampata

«Come fonte di notizie il giornale è fatalmente anticipato dalla televisione e dal web; ma come strumento di riflessione, di critica, di dibattito, di approfondimento rimarrà insostituibile».

CLAUDIO CERASA E GIULIANO FERRARA CLAUDIO CERASA E GIULIANO FERRARA

Ultimi Dagoreport

elly schlein giuseppe conte goffredo bettini gaetano manfredi piero vincenzo de luca roberto gualtieri silvi salis vincenzo decaro michele emiliano

DAGOREPORT - IL PD GUIDATO DA ELLY SCHLEIN? E' COME "'A PAZZIELLA 'MMAN 'E CRIATURE". IL GIOCATTOLO STA IN MANO AI BAMBINI. E LORO CHE FANNO? CI GIOCANO, SO' BAMBINI. E LO FANNO A PEZZI - CONFONDENDO LA LEADERSHIP CON L'AMBIZIONE, LA SEGRETARIA DEL PD SI E’ RINTANATA IN UN BUNKER: DIFFIDA DI TUTTI E SI CIRCONDA SOLO DEI SUOI “PASDARAN”: BONAFONI, ALIVERNINI E TARUFFI - NON SOPPORTA L’ASSE TRA CONTE E BETTINI; VIVE CON LA PAURA CHE BONACCINI VOGLIA SOSTITUIRLA AL PRIMO PASSO FALSO E CHE SILVIA SALIS LE FREGHI LA SEGRETERIA – SOSPETTI VERSO IL SINDACO DI NAPOLI GAETANO MANFREDI, POSSIBILE “PAPA STRANIERO” DEL “CAMPO LARGO” – ELLY DIFFIDA (EUFEMISMO) DI PRODI, CHE NON LA VEDE CANDIDATA PREMIER, E DI FRANCESCHINI, CHE LA PENSA ALLO STESSO MODO MA NON LO DICE - IL FASTIDIO VERSO MISIANI, GUALTIERI, MANCINI E ONORATO - VOLEVA ELIMINARE I ''CACICCHI'' MA HA RINCULATO CON DE LUCA E SOFFRE LE SMANIE DI EMILIANO IN PUGLIA - QUALCHE ANIMA PIA SPIEGHI ALLA GRUPPETTARA DI BOLOGNA CHE NON SIAMO ALL’OCCUPAZIONE DEL LICEO, NÉ TANTOMENO SUL CARRO DEL PRIDE DOVE SI È ESIBITA IN MODALITÀ “CUBISTA” SULLE NOTE DI “MARACAIBO” (VIDEO)

beppe grillo marco travaglio giuseppe conte elly schlein eugenio giani

DAGOREPORT: IL CONTE TRAVAGLIATO - DI BOTTO, SIAMO RITORNATI AI TEMPI DI BEPPE GRILLO: SULL’OK ALLA CANDIDATURA IN TOSCANA DEL DEM EUGENIO GIANI, CONTE NON TROVA IL CORAGGIO DI METTERCI LA FACCIA E RICICCIA IL ''REFERENDUM'' ONLINE TRA GLI ISCRITTI, L’UNO VALE UNO, LA “BASE” DA ASCOLTARE - MA L'EX "AVVOCATO DEL POPOLO" NON DOVEVA ESSERE IL LEADER CHE I 5STELLE NON HANNO MAI AVUTO, QUELLO CHE SI IMPONE E TRACCIA LA VIA AL SUO PARTITO? - DATO CHE GIANI, PER VINCERE, PUO' FARE A MENO DEI VOTI 5STELLE, NEL PD S'INCAZZANO CON LA SUBALTERNITÀ A CONTE DI ELLY SCHLEIN CHE HA ACCETTATO E PROMOSSO LA CANDIDATURA DEL 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA: "QUESTI INGRATI È MEGLIO LASCIARLI CHE PRENDERLI" - MA TRA ELLY E PEPPINIELLO, C’È DI MEZZO LA COLONNA DI PIOMBO DI MARCO TRAVAGLIO, CHE DETTA OGNI MATTINA I DIECI COMANDAMENTI DELL'IDEOLOGIA M5S, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" PD-M5S SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL''ARMATA BRANCA-MELONI...

netflix disney plus streaming

DAGOREPORT - “TOPOLINO” HA FAME - DISNEY SCUCE 3 MILIARDI DI DOLLARI PER COMPRARSI LE ATTIVITÀ MEDIA DELLA NFL, LA LEGA DEL FOOTBALL AMERICANO. QUALE SARÀ IL PROSSIMO PASSO? UN CONSOLIDAMENTO NELLO STREAMING È INEVITABILE (IL MERCATO È SATURO DI SERVIZI E CONTENUTI) E C’È CHI SI SPINGE A UN’ACQUISIZIONE DI PESO, COME NETFLIX - LA PIATTAFORMA CAPITALIZZA IL DOPPIO MA FATTURA UN TERZO DELLA DISNEY  – RUMORS ANCHE SU UN INTERESSE DI AMAZON PER SPOTIFY: LÌ I SOLDI NON SAREBBERO UN PROBLEMA (IL SERVIZIO DI E-COMMERCE DI BEZOS CAPITALIZZA 2MILA MILIARDI CONTRO I 130 DELLO STREAMING MUSICALE)...

matteo piantedosi giorgia meloni carlo nordio giusi bartolozzi alfredo mantovano almasri

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI RISCHIA DI BRUTTO SUL CASO ALMASRI: PRENDERSI LA RESPONSABILITÀ DELLA SCARCERAZIONE E DEL RIMPATRIO (CON VOLO DI STATO) DEL TORTURATORE LIBICO EQUIVALE A UNA PUBBLICA SCONFESSIONE DEI MINISTRI NORDIO E PIANTEDOSI, CHE IN AULA HANNO MINIMIZZATO CON BUGIE LA QUESTIONE ATTACCANDO I GIUDICI – IL TRIBUNALE DEI MINISTRI, SCAGIONANDO LA STATISTA DELLA GARBATELLA E RINVIANDO A GIUDIZIO I DUE MINISTRI E IL SOTTOSEGRETARIO ADDETTO AI SERVIZI SEGRETI, HA APERTO UNA BOTOLA DOVE, DALL'ALTO DEL SUO DILENTATTISMO, MELONI È CLAMOROSAMENTE CADUTA - LO "SCUDO" PER SALVARE GIUSI BARTOLOZZI NON ESISTE: NON ESSENDO STATA RINVIATA A GIUDIZIO, IL GOVERNO NON PUÒ  ESTENDERE "IL CONCORSO" NEL REATO COL MINISTRO NORDIO. COSI', IL PARLAMENTO PUO' NEGARE L'AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE CONTRO PIANTEDOSI, NORDIO E MANTOVANO, MA LA PROCURA DI ROMA NON AVRÀ ALCUNO OSTACOLO A RINVIARE A GIUDIZIO LA BARTOLOZZI, CON CONSEGUENTI ''RICADUTE POLITICHE'' SU MELONI - PERCHE' NON HANNO MESSO IL SEGRETO DI STATO...

donald trump volodymyr zelensky steve witkoff vladimir putin

DAGOREPORT - È FINALMENTE LA VOLTA BUONA PER LA PACE TRA RUSSIA E UCRAINA? – L’INVIATO SPECIALE DI TRUMP A MOSCA, STEVE WITKOFF, DOPO TRE ORE DI FACCIA A FACCIA, HA CONVINTO PUTIN A INCONTRARE IL TYCOON, CONSIGLIANDOGLI DI PRESENTARSI CON UN “REGALINO” DI BUONA VOLONTA': COME LA FINE DEGLI ATTACCHI DI DRONI E AEREI – IL FACCIA A FACCIA, CHE SI TERRÀ DOPO FERRAGOSTO NELLA TURCHIA DI ERDOGAN, HA OTTENUTO IL VIA LIBERA DA ZELENSKY, MERZ, STARMER E RUTTE (NON COINVOLTI IL GALLETTO MACRON E LA "PONTIERA SENZA PONTE'' MELONI) - MA PER FARLA FINITA, PUTIN DEVE PORTARE A MOSCA IL BOTTINO DEL VINCITORE: NON VUOLE E NON PUO' PERDERE LA FACCIA DOPO TRE ANNI DI GUERRA - TRUMP HA RASSICURATO ZELENSKY CHE L'UCRAINA NON VERRA' UMILIATA DALLA RUSSIA - IN VISTA DEL VOTO DI MID-TERM 2026, PER IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA LA PACE VALE COME UN GOL IN ROVESCIATA...