BATTISTI, LA PACCHIA BRASILIANA STA FINENDO – L’EX TERRORISTA POTREBBE ESSERE ESTRADATO IN MESSICO O IN FRANCIA – TORREGIANI: “MAI PRETESO CHE SI FACESSE DUE ERGASTOLI, MA QUALCHE ANNO SÌ”

Il caso di Battisti s’incrocia, forse non casualmente, con quello del banchiere italo-brasiliano Pizzolato, in carcere in Italia e reclamato dalle autorità di Brasilia. La Cassazione ha già dato il semaforo verde, ora si aspetta il governo. Scambio di prigionieri?...

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1.BRASILE, UNA SVOLTA NEL CASO BATTISTI. UN GIUDICE DICE SÌ ALL’ESPULSIONE

Emiliano Guanella e Francesco Grignetti per “la Stampa

 

Cesare Battisti dovrà essere espulso dal Brasile. Forse verso Messico o Francia. La decisione presa dal giudice Adverci Rates Mendes, del Foro federale di Brasilia, è basata su due principi: il reato di falso ideologico commesso entrando a suo tempo nel Paese sudamericano con un documento falso e, più in generale, l’irregolarità della sua permanenza in Brasile poiché condannato in patria per crimini di sangue.

CESARE BATTISTI CESARE BATTISTI

 

Non gli viene riconosciuto lo status di rifugiato politico né il visto di permanenza concesso nel 2011 dopo che il Tribunale Superiore Federale lo scarcerò, prendendo atto del diniego dell’allora presidente della Repubblica Lula da Silva alla richiesta d’estradizione italiana.


Una svolta clamorosa, con una tempistica degna d’attenzione. L’esposto contro il visto di Battisti è partito dal Ministero pubblico brasiliano nell’ottobre del 2011, undici mesi dopo la decisione presa da Lula, a dimostrazione del fatto che la magistratura brasiliana non ha mai accettato fino in fondo quella scelta. Tornare sul caso Battisti sotto l’aspetto prettamente migratorio, poi, significava per il Brasile riservarsi una sorte di asso nella manica nel caso in cui la sua presenza fosse diventata, alla lunga, insostenibile.

 

CESARE BATTISTI SULLA SPIAGGIA DI RIO IN UNA FOTO PUBBLICATA DA PARIS MATCH CESARE BATTISTI SULLA SPIAGGIA DI RIO IN UNA FOTO PUBBLICATA DA PARIS MATCH

 La sentenza arriva in un momento particolare, già che in Italia esiste un caso speculare a quello di Battisti; Henrique Pizzolato, ex direttore del Banco do Brasil condannato a 12 anni e 7 mesi di reclusione per malversazione di fondi e riciclaggio di denaro in un maxiprocesso per corruzione, fuggito grazie alla doppia cittadinanza in Italia, e per il quale la Corte di Cassazione, ribaltando la sentenza in primo grado, ha accettato la richiesta d’estradizione brasiliana.

 
Pizzolato potrebbe quindi tornare in Brasile proprio quando Battisti verrebbe espulso e a questo punto aumenterebbero le chances che finisca in mano alle autorità italiane. Non proprio «uno scambio di prigionieri», ma di sicuro una coincidenza straordinaria nei tempi, considerando anche il fatto che per entrambi i Paesi i singoli casi sono considerati di importanza nazionale.

 

CESARE BATTISTI ALLA PRESENTAZIONE DEL SUO ULTIMO LIBRO IN BRASILE CESARE BATTISTI ALLA PRESENTAZIONE DEL SUO ULTIMO LIBRO IN BRASILE

«Non voglio pensare che ci sia un accordo politico dietro a tutto ciò - ha detto l’avvocato di Battisti Igor Sant’Anna Tamasauskas – anche perché la causa brasiliana sul permesso di soggiorno ha avuto il suo corso naturale e ci si aspettava comunque una sentenza a breve». Il legale ha già annunciato il ricorso al Tribunale federale regionale e poi, eventualmente, al Tribunale Superiore Federale. «Cesare Battisti - ha aggiunto - intende rimanere in Brasile, qui vuole trascorrere il resto dei suoi giorni, dedicandosi soprattutto alla scrittura. È amareggiato, ma pronto a dare battaglia».


Per entrambi i casi si attendono tempi lunghi. Le motivazioni della sentenza della Cassazione sull’ex banchiere brasiliano sono attese tra qualche mese e solo allora scatteranno i 45 giorni previsti per l’ultima parola del ministro della Giustizia sull’estradizione. Nel governo Renzi non c’è unanimità a riguardo; nei giorni scorsi è stata presentata un’interrogazione parlamentare firmata da 21 senatori Pd, che chiedevano al governo di negare l’estradizione di Pizzolato a causa della disumanità del trattamento carcerario brasiliano.

 

Il palazzo in cui abita Cesare Battisti dopo la liberazione Il palazzo in cui abita Cesare Battisti dopo la liberazione

Anche per i ricorsi di Battisti ci vorranno mesi e nel frattempo i dubbi sull’estradizione a Pizzolato potrebbero scemare. Una cosa è certa; da ieri i destini del banchiere corrotto e dell’ex terrorista viaggiano insieme, anche se su binari separati e nell’intreccio delle loro storie personali entrano a far parte le relazioni politico-diplomatiche fra l’Italia e il Brasile. 

 

 

2. “QUESTA È L’ULTIMA OCCASIONE PER AVERE GIUSTIZIA”

Barbara Cottavoz per “la Stampa

 

«Io sono qui e lo aspetto, l’Alain Delon del terrorismo. Ho pazienza e vincerò. Lui lo sa». È un duello che non finisce mai tra l’ex terrorista dei Pac Cesare Battisti e Alberto Torregiani, 51 anni, figlio del gioielliere ucciso a Milano durante un agguato. Quel 16 febbraio ’79 era un ragazzino ma porta ancora oggi i segni dell’assalto: cadendo, il padre Pierluigi sparò un colpo che colpì il figlio alla schiena paralizzandolo. A lungo dipendente del Comune di Novara, adesso vive in un paesino della provincia dove ieri ha saputo dell’espulsione di Battisti.

Berlusconi con Alberto Torregiani - la Presse Berlusconi con Alberto Torregiani - la Presse


Cosa significa questa notizia?

«Mi ha colto di sorpresa. Però non è più come un tempo quando il passato mi tornava addosso con una fortissima botta emotiva».


Che cosa è cambiato?

«Sono stufo di fare il bravo ragazzo. Adesso picchierò i pugni sul tavolo: è l’ultima occasione per avere giustizia. Se anche il governo di Renzi non la coglierà, la figuraccia sarà sua. Io però non sto più zitto e buono. Capisco le questioni economiche e finanziarie ma la giustizia deve passare davanti a tutto. Chiedo solo di applicare le sentenze pronunciate dai giudici italiani».


Si immagina Battisti in prigione?

ALBERTO TORREGGIANI ALBERTO TORREGGIANI

«Non ho mai preteso che si facesse due ergastoli ma qualche anno sì. Temo invece che quando arriverà in Italia qualcuno correrà a portargli i fiori e a eleggerlo in Parlamento».


Lui si è sempre proclamato innocente.

«Allora perché fugge? Se ha le prove della sua innocenza, come ripete, perché non le tira fuori? Ha sempre millantato bene le sue bugie e c’è tanta gente che gli ha creduto, in Italia come in Francia. Persone non comuni, tra l’altro, con grande riscontro mediatico e sociale».


In passato lei ha anche incontrato il presidente Sarkozy per parlargli della vicenda Battisti.
«Sì, e lui se ne è lavato le mani. Poi il presidente del Brasile Lula ha concesso l’asilo politico. Era tutto fatto, era già pronto l’aereo ma evidentemente i poteri forti non hanno voluto».


Avete mai avuto contatti?

«Mi ha scritto una lettera attraverso la sua amica, la scrittrice Fred Vargas. Diceva che voleva mostrarmi le prove della sua innocenza, io gli ho chiesto di farlo pubblicamente. È finito tutto lì. Ho cercato di leggere i suoi libri ma ho lasciato perdere: sono abominevoli».


Che cosa farà adesso?

Berlusconi e Alberto Torregiani Berlusconi e Alberto Torregiani

«Mi muoverò con il mio partito, Fratelli d’Italia, perché finalmente venga ripresa in mano la pratica-Battisti. E poi tirerò fuori dal cassetto il libro giallo che sto scrivendo e ha uno come lui come protagonista. La sua vita è veramente un romanzo. Ma aspetto a finire l’ultimo capitolo: con Battisti non si sa mai».

 

 

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