BOBBIO SPIA! - ECCO I GIORNALISTI ARRUOLATI DALLE SPIE INGLESI - DA ARRIGO LEVI A MARIO MISSIROLI, DA LUIGI ALBERTINI A GAETANO AFELTRA, DA LUIGI BARZINI A DOMENICO BARTOLI E PAOLO MURIALDI. COMPRESI JADER IACOBELLI E NORBERTO BOBBIO - LEGATI ALLA PROPAGANDA DEI SERVIZI BRITANNICI, STANDO AI DOCUMENTI, ANCHE IL FONDATORE DELL’ESPRESSO ADRIANO OLIVETTI E FILIPPO CARACCIOLO, PADRE DEL FONDATORE DI REPUBBLICA, CARLO…

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Anticipazione da "Panorama"

ARRIGO LEVIARRIGO LEVI

Opinionisti, intellettuali, direttori di giornale: da Arrigo Levi a Mario Missiroli, da Luigi Albertini a Gaetano Afeltra, da Luigi Barzini a Domenico Bartoli e Paolo Murialdi. Nell'elenco ci sono anche Jader Iacobelli e Norberto Bobbio. Tutti negli elenchi dei «clienti» dell'Ird, l'Information research department, un organismo segreto alle dipendenze del ministero degli Esteri britannico.

Lo svela il libro di Mario José Cereghino e Giovanni Fasanella, Il golpe inglese (Chiarelettere), anticipato a Panorama. Il volume conferma in modo inoppugnabile quello che investigatori italiani come Giovanni Pellegrino, presidente per sette anni della commissione parlamentare di inchiesta sulle stragi e sul terrorismo, e il giudice Rosario Priore avevano intuito e in parte accertato da fonti italiane. Una delle «quinte colonne» usate dagli inglesi contro quella parte autenticamente «nazionale» della classe dirigente italiana della Prima repubblica è stata l'informazione.

I servizi britannici l'hanno controllata attraverso i loro uffici di propaganda e guerra psicologica. Come l'hanno fatto lo raccontano i loro stessi documenti. Prima, nell'immediato dopoguerra, attraverso il Pwb, Psychological warfare branch. Poi, chiuso il Pwb, attraverso l'Ird, l'Information research department, organismo segreto alle dipendenze del ministero degli Esteri che ha influenzato gran parte della stampa, dell'industria editoriale e dello spettacolo italiani.

bobbio norbertobobbio norberto

Qual era l'obiettivo è spiegato in quegli stessi documenti: orientare l'opinione pubblica italiana a favore degli interessi britannici, contro quella parte della classe dirigente italiana smaniosa di indipendenza. È la guerra invisibile, segreta, che la Gran Bretagna ha combattuto contro un paese «amico» e alleato, l'Italia. Con ogni mezzo e su diversi terreni. Per impedirle di crescere, di modernizzare il proprio sistema e di condurre una politica estera basata su un proprio interesse nazionale.

La guerra per l'egemonia nell'area del Mediterraneo, per il controllo delle fonti energetiche nell'Africa del Nord e in Medio Oriente e delle rotte commerciali che passano attraverso il canale di Suez. Insomma, la guerra per il petrolio. Una guerra che ha avuto bersagli illustri: da Giacomo Matteotti a Benito Mussolini, da Enrico Mattei ad Aldo Moro. E che è stata combattuta anche attraverso quinte colonne interne.

Questo filo, che ha percorso almeno un mezzo secolo della storia italiana, Cereghino e Fasanella lo hanno rintracciato e seguito negli archivi britannici, esaminando centinaia e centinaia di documenti segreti del governo, della diplomazia e dell'intelligence di Londra. L'Ird passava segretamente articoli preconfezionati e veline. Ci sono persino nomi di prestigiosi giornalisti che recensivano libri consigliati dall'Ird (con relative somme pagate alle rispettive testate), fra cui Italo Zingarelli.

Per denigrare l'Italia e decantare le lodi dell'Impero britannico. Legati alla propaganda dei servizi britannici, stando ai documenti, anche il fondatore dell'Espresso Adriano Olivetti e Filippo Caracciolo, padre del fondatore di Repubblica, Carlo. È tutto nel Golpe inglese, in cui si svela per la prima volta il colpo di stato più lungo e complesso della storia. Perché durato oltre mezzo secolo. E forse ancora in corso, oggi.

 

 

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