LE BOMBE DI PICCINI ALLE ‘IENE’ SU DAVID ROSSI, I MAGISTRATI E I ‘FESTINI’ FINISCONO ALLA PROCURA DI GENOVA. È IL PROCURATORE DI SIENA A INVIARE LE REGISTRAZIONI: ‘UN INACCETTABILE ATTACCO, UNA STORIA PARALLELA MAI EMERSA PRIMA, EPPURE BEN SETTE MAGISTRATI HANNO INDAGATO SU DAVID ROSSI’ - L’ATTUALE PROCURATORE CAPO È ARRIVATO UN ANNO E MEZZO DOPO LA MORTE DI ROSSI, QUINDI CON LE INDAGINI FATTE MALE NON C'ENTRA…

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1. MPS: MORTE ROSSI: PROCURA, REGISTRAZIONE 'IENE' A GENOVA

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 (ANSA) - Il procuratore della Repubblica di Siena Salvatore Vitello invierà alla procura di Genova, competente per territorio su vicende che riguardano i magistrati senesi, la registrazione della puntata di ieri sera de Le Iene dedicata alla morte di Davide Rossi, il capo comunicazione di Mps, nella quale l'ex sindaco Pierluigi Piccini ha detto di aver saputo di "festini" ai quali avrebbero partecipato importanti personaggi della magistratura e della politica.

 

In una nota Vitello afferma che "trattandosi di accuse penali rivolte ai magistrati degli uffici di Siena" ha trasmesso la registrazione della trasmissione alla procura di Genova "cui spetta ogni competenza in merito". "Si racconta di una 'storia parallela', - spiega il procuratore - mai emersa nel corso delle indagini svolte da questo ufficio e mai denunciate dallo stesso interlocutore che vedrebbe coinvolti vari soggetti, tra cui i magistrati senesi in 'festini' a base di 'cocaina' che si sarebbero tenuti in due ville, una in una località tra Siena e Arezzo ed un'altra in zona di mare".

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2. CASO DAVID ROSSI, LA PROCURA SU PICCINI: "INACCETTABILE ATTACCO"

Da http://corrieredisiena.corr.it/

 

Sulla vicenda delle rivelazion di Pierluigi Piccini alle Iene sulla morte di David Rossi, interviene il procuratore della Repubblica Salvatore Vitello con una nota che pubblichiamo di seguito.

 

"Con riferimento alle affermazioni rese al giornalista della trasmissione televisiva Le Iene, andata in onda nella serata di domenica 8 ottobre 2017, si prende atto che l’interlocutore del giornalista ha espresso gravi accuse nei confronti dei magistrati di Siena.

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In particolare si racconta di una “storia parallela”, mai emersa nel corso delle indagini svolte da questo Ufficio e mai denunciate dallo stesso interlocutore, che vedrebbe coinvolti vari soggetti, tra cui i magistrati senesi, in “festini” a base di “cocaina” che si sarebbero tenuti in due ville, una in una località tra Siena e Arezzo ed un’altra in zona di mare.

Secondo quanto prospettato nell’intervista, le indagini sul decesso di Davide Rossi, non si sarebbero spinte oltre per evitare lo scandalo nei confronti di magistrati o di altre personalità di rilievo nazionale, che avrebbero preso parte ai “festini”.

 

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Trattandosi, all’evidenza, di accuse penali  rivolte ai magistrati degli uffici di Siena, ogni competenza in merito spetta alla Procura della Repubblica di Genova, cui viene trasmessa la registrazione della trasmissione.

 

Per quanto riguarda questo Ufficio si ricorda che:

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1. Ben sette magistrati sono stati titolari di indagini riguardanti il decesso di Davide Rossi; magistrati intervenuti in diversi momenti, con approfondimenti investigativi ed accertamenti progressivi nel tempo, i cui risultati sono stati da tutti ritenuti convergenti verso l’ipotesi suicidiaria;

 

2. E’ giusto e comprensibile che i familiari abbiano dubbi sulla causa della morte del loro congiunto ed è legittimo che essi esprimano critiche sull’operato dei magistrati che hanno seguito la vicenda, utilizzando, come hanno fatto, gli strumenti consentiti dalla procedura, con investigazioni difensive e opposizione all’archiviazione;

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3. Ben due Giudici delle Indagini preliminari hanno emesso ordinanze di archiviazione ampiamente motivate, sulla base di un ampio contraddittorio instaurato con le difese delle persone offese, su tutti i punti controversi.

 

E’ assolutamente inaccettabile, viceversa, la sistematica delegittimazione, come quella da ultimo operata dall’interlocutore delle Iene (rilanciata scientemente senza alcun filtro e con la consapevolezza di non aver compiuto alcun riscontro), che senza alcuna conoscenza diretta della complessa attività di indagine, dei risultati degli accertamenti tecnici, degli immani sforzi compiuti per dare spiegazione ad ogni elemento di criticità, sulla base di un pregiudizio personale, senza indicare alcun argomento di merito, tenta di accreditare, con esternazione ignote per provenienza, una propria tesi personale suffragandola con pesantissime accuse ai danni dei magistrati che hanno seguito la vicenda giudiziaria, additandoli come partecipi di un oscuro disegno criminoso.

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Pur esprimendo profonda indignazione per questa continua aggressione nei confronti dei magistrati di questo ufficio, restiamo sereni anche di fronte a questi nuovi indicibili attacchi e continueremo a lavorare con l’equilibrio, l’imparzialità e l’indipendenza, che hanno sempre contraddistinto  il nostro operato".

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