BUONE NOTIZIE PER RENZI E BERLUSCONI: ISOARDO SALVINI PUNTA ALLA POLTRONA DI SINDACO DI MILANO, CHIAMANDOSI FUORI DALLA BATTAGLIA POLITICA NAZIONALE - SPEDIRE IL LEGHISTA A PALAZZO MARINO CONVIENE A TUTTI

Marco Cremonesi per il “Corriere della Sera”

 

le pen e salvini come olindo e rosa per riccardo boccale pen e salvini come olindo e rosa per riccardo bocca

«Sono a disposizione. Ma se sarò il candidato sindaco, non tocca a me dirlo: saranno i milanesi». Pisapia ha appena annunciato la gran rinuncia. Salvini non lascia passare che una manciata di minuti. Per dire che lui è pronto alle primarie di centrodestra. Dell’argomento, però, non ha discusso con Berlusconi, che pure ha sentito per telefono: al momento della chiamata, Pisapia non aveva ancora parlato.

 

Il «Capitano» leghista non fa nulla per nascondere il godimento: «È una gran giornata. La sinistra ammette il suo fallimento e Milano può tornare a sperare dopo anni di buio». E lui, appunto, potrebbe essere il concorrente del centrodestra alla poltrona più importante: «A Milano serve qualcuno che ami la città e la conosca bene. Sono stato per 20 anni tra i suoi amministratori e sul mio affetto credo non ci siano dubbi».

MATTEO SALVINI  2MATTEO SALVINI 2

 

Eppure, Salvini negli ultimi mesi è apparso lanciatissimo per diventare l’anti Renzi. Il leader di un centrodestra profondamente modificato rispetto a quello a trazione berlusconiana. Ma i tempi sembrano per lui decisivi: «A livello nazionale c’è Sua Maestà Renzi. Se avrà la bontà di consentire agli italiani una scelta, a me piacerebbe essere in campo come alternativa. Però, le Politiche saranno quando Renzi decide. Le Comunali sono tra un anno».

 

Ma per Salvini ieri è la giornata in cui «Pisapia ha ammesso i suoi 4 anni di niente. Si è reso conto di essere inadatto e di avere una squadra pessima». Le primarie, secondo Salvini, sono la strada per il centrodestra: «Mi è arrivata una marea di sms di gente che respira di sollievo: vigili, commercianti, tranvieri. Mi dicono: mi raccomando, ti aspettiamo. Io rispondo che non sono superman, ma se servo, ci sono. Altrimenti, sosterremo chi merita».

 

SALVINI CON LA MAGLIETTA E IL LOGO NOI CON SALVINI 5SALVINI CON LA MAGLIETTA E IL LOGO NOI CON SALVINI 5

Il primo pensiero va all’Expo: «Non è il massimo arrivarci con un sindaco che dice “me ne vado”. Meglio sarebbe stato annunciarlo prima e votare in primavera». Il secondo pensiero è per il «peso» della città: «Già con Pisapia Milano a Roma è contata zero. Chissà ora, con il suo annuncio di lasciare. Non oso immaginare i tagli» .

 

Da canto suo, Salvini butta giù a caldo un embrione di programma: «Un po’ di pulizia e un po’ di ordine. Sulle strade, sui mezzi pubblici, ai semafori e nei quartieri delle case popolari. E poi ridurre le tasse a livelli mostruosi, soprattutto sulle attività: le saracinesche di negozi e imprese continuano a calare».

matteo salvini 1matteo salvini 1

 

Ieri, però, è stato anche il giorno di una telefonata con Berlusconi. In vista delle Regionali e, forse, di accordi di più lungo orizzonte. Nel minuetto dei rapporti con FI, Salvini è stato assai possibilista. Prima, ospite di Maria Latella in tv, e anche in seguito: «L’accordo possibile non riguarda solo il Veneto. Anzi, le sfide più belle sono quelle in casa di Renzi, nelle Regioni rosse che lui considera Cosa sua».

 

matteo salvinimatteo salvini

Ed è dunque possibile che i candidati già annunciati dalla Lega in Liguria e Toscana cambino per spirito d’alleanza? «Checché ne dica qualcuno, la Lega non ha mai imposto diktat: siccome gli altri non muovevano un dito, siamo andati avanti da soli. Detto questo, noi siamo a disposizione. Se qualcuno ha idee geniali, le proponga». In FI, il clima era invece diverso.

 

In mattinata, Il Mattinale di Brunetta tornava ad evocare il «simul stabunt, simul cadent». Per dire che un mancato accordo sulle altre Regioni metterebbe a rischio anche la giunta Maroni in Lombardia. Inoltre, Berlusconi (che stamattina tornerà in visita a Cesano Boscone) ieri ha tratto indicazioni dagli exit poll francesi che davano Marine Le Pen sotto le attese. Per convincersi che FI non può «andare al seguito» di una destra come quella che sta costruendo Salvini. I due ne parleranno, faccia a faccia, verso la fine della settimana .

Matteo Salvini e Guido POdesta LA PADANIA NON è ITALIAMatteo Salvini e Guido POdesta LA PADANIA NON è ITALIA

 

MATTEO SALVINIMATTEO SALVINI

 

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