CAMERA DEI SOSPETTI – ALLA CAMERA DEL LAVORO DI MILANO CI SONO GLI ISPETTORI DELLA CAMUSSO – SOTTO CONTROLLO TUTTI I CONTI E LA GESTIONE DEL SINDACATO DEI PENSIONATI – SMENTITI AMMANCHI IN CASSA, MA SI INDAGA SU PRESUNTI FINANZIAMENTI PER CAMPAGNE ELETTORALI

Alessandra Coppola e Maurizio Giannattasio per il “Corriere della Sera

 

Lunga e calda s’annuncia l’estate della Cgil a Milano. Dopo aver «visitato» la Camera del Lavoro, gli ispettori da Roma sono tornati in città, questa volta per verificare la contabilità dello Spi, il sindacato pensionati. 

susanna camussosusanna camusso


Perché? La versione ufficiale è contenuta in una nota diramata dalla segreteria nazionale dieci giorni fa, alla quale (interpellati) non aggiungono nulla: è routine, nessun evento straordinario. «Da sempre la Cgil tutela e vigila su trasparenza e corretta gestione amministrativa delle proprie strutture (...) grazie ad una attività ispettiva che si svolge regolarmente».

 

L’appunto poi spiega che nel caso in cui vengano riscontrati errori «scatta la prescrizione a correggere»; se nel rapporto conclusivo si evidenziassero invece «comportamenti di carattere doloso, i responsabili incorrono senza eccezione alcuna nelle sanzioni disciplinari».

 

È un testo anodino, ma proprio per questo appare severo o quanto meno poco empatico con i dirigenti milanesi. Con i quali non c’è mai stata sintonia. 


Non è un mistero, anzi è uno scontro decennale e aperto. Tra la segreteria nazionale e regionale da una parte e quella cittadina dall’altra, c’è tradizionalmente una divergenza. Innanzitutto politica, col tempo anche personale. Ora che il segretario generale è Susanna Camusso, già alla guida della Cgil Lombardia, dicono alla Camera del Lavoro che il conflitto si è allargato anche sull’asse Roma-Milano. 

CAMERA DEL LAVORO DI MILANOCAMERA DEL LAVORO DI MILANO


Dicono, da più parti, anche altre cose, non facilmente verificabili. Per esempio che ci sia stata una «soffiata» con la denuncia di presunti ammanchi di cassa tanto alla Camera del Lavoro quanto allo Spi. Dicono che questi buchi siano stati giustificati con finanziamenti, si suppone non trasparenti, alle campagne elettorali dei dirigenti locali che hanno fatto (anche in questo caso secondo tradizione) il salto dal sindacato alla politica. E in questi anni sono stati tanti, da Antonio Panzeri, europarlamentare, a Giorgio Roilo, senatore, a Onorio Rosati, consigliere regionale. 


Tutto da dimostrare. Nell’attesa della relazione degli ispettori sale, però, una temperatura da ebollizione, e aleggia un’aria da resa dei conti con possibili capitomboli e uscite di scena. 

CAMERA DEL LAVORO DI MILANOCAMERA DEL LAVORO DI MILANO


Il segretario generale della Camera del Lavoro, Graziano Gorla, è come sempre cordiale, ma non nasconde un certo nervosismo per le chiacchiere che girano attorno alla cassa: «Tante illazioni per normali ispezioni da Statuto. Ammanchi non ce ne sono», scandisce. Vero è che il responsabile dell’amministrazione (il tesoriere, ndr ) proprio di recente è stato sospeso: «Ho dato l’incarico a un’altra persona — spiega Gorla — con l’idea di promuovere il cambiamento». 


Brutto segno anche che alla Conferenza di organizzazione oggi a Milano arrivi un «emissario» della segreteria nazionale. Non è un ortodosso camussiano, ma qualcuno lo interpreta come un segnale verso il «commissariamento». Potrebbe intervenire direttamente Camusso in questa disputa. Non lo farebbe, dicono ancora, perché non è nel ruolo del segretario generale delegittimare la propria stessa struttura. Da Roma, allora, la linea è il silenzio e la parola (scritta) agli ispettori. 

ANTONIO PANZERIANTONIO PANZERI


Pessimo clima, però. Che dà occasioni a dispute personali, a ricatti, a tentativi di infangare nemici. Di qui a vent’anni fa, perché i controllori stanno sfogliano i libri indietro fino al ‘94. 
Onorio Rosati, già segretario della Camera del Lavoro dal 2006 al 2013 e oggi consigliere regionale pd, s’è sentito chiamato in causa sui giornali e «smentisco categoricamente ogni illazione».

 

SUSANNA CAMUSSO GIULIANO POLETTI SUSANNA CAMUSSO GIULIANO POLETTI

Del resto, fa notare, «se fossero state avviate indagini amministrative su di me, sarei stato chiamato». Così non è stato. A coinvolgerlo sono state solo non meglio identificate «voci», forse «sassolini nelle scarpe che qualcuno ha voluto togliersi...». Sembra che ai dubbi amministrativi si sia sommata una vecchia questione politica. «La sede per discutere non è l’ispezione — risponde — ma il direttivo nazionale». Rosati chiede allora che «quando ci sarà il verbale degli ispettori, venga reso pubblico». E si diradi questa cappa di sospetti. 
 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni merz zelensky starmer ursula von der leyen macron

FLASH – ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE DELL’UCRAINA, PREVISTA A ROMA L’11 LUGLIO, IL PRIMO MINISTRO BRITANNICO, KEIR STARMER, E IL PRESIDENTE FRANCESE, EMMANUEL MACRON, NON CI SARANNO. I DUE HANNO FATTO IN MODO DI FAR COINCIDERE UNA RIUNIONE DEI "VOLENTEROSI" PRO-KIEV LO STESSO GIORNO – ALL’EVENTO PARTECIPERANNO INVECE IL CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ, E URSULA VON DER LEYEN. A CONFERMA DEL RIPOSIZIONAMENTO CENTRISTA DI GIORGIA MELONI CON GRADUALE AVVICINAMENTO DI GIORGIA MELONI AL PPE...

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!