CAMPANIA A MORTO - TRA DE LUCA E RENZI E’ ROTTURA TOTALE: REGIONE SENZA GOVERNO, SALTA IL PRIMO CONSIGLIO E SI ASPETTA SOLO IL TRIBUNALE - L’EX SINDACO DI SALERNO DEPOSITA IL RICORSO CONTRO LA SOSPENSIONE

Il Bullo toscano molla De Luca al suo destino: niente decretino per consentire la formazione della Giunta, si va alla roulette russa del ricorso al Tribunale contro la sospensione - Ma il premier bamboccione, terrorizzato da grillini e giustizialisti, ha tutto da perdere…

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VINCENZO DE LUCA - MATTEO RENZI VINCENZO DE LUCA - MATTEO RENZI

Carlo Tarallo per Dagospia

 

Benvenuti nella Repubblica Anarchica della Campania: la prima seduta del consiglio regionale, prevista per questa mattina, è stata “sconvocata” dal consigliere anziano Rosetta D’Amelio e rinviata a data da destinarsi. Decisione obbligata dopo che Matteo Renzi, venerdì scorso, ha sospeso in base alla Legge Severino il neogovernatore Vincenzo De Luca, che non avrebbe potuto nemmeno presentarsi in aula.

 

Altro che nominare il vice e la giunta! Il provvedimento di sospensione da parte di Palazzo Chigi è stato notificato senza il minimo accenno al parere dell’avvocatura dello Stato che riteneva possibile nominare comunque l’esecutivo. Troppo alto il rischio di ricorsi contro ogni atto: niente vice, niente giunta, niente consiglio.

 

MATTEO RENZI E VINCENZO DE LUCA MATTEO RENZI E VINCENZO DE LUCA

E soprattutto, niente decretino: Matteo Renzi ha giocato un brutto scherzo allo sceicco di Salerno, che aveva sperato in un provvedimento ad hoc che gli permettesse di insediarsi e avviare la legislatura. Del resto, era stato proprio Matteuccio a ripetere in campagna elettorale che “chi vince governa” e che De Luca al governo della Campania avrebbe addirittura fatto salire il Pil italiano.

 

Ma alla fine, il decretino non è arrivato, e De Luca ora può solo giocarsi il tutto per tutto alla roulette del tribunale civile: se i giudici respingeranno il suo ricorso, si andrà a votare di nuovo nell’arco di tre mesi; se lo accoglieranno, l’ex sindaco governerà almeno fino a ottobre prossimo, quando la Corte Costituzionale si esprimerà sulla Legge Severino.

Ma quello che è certo, è che tra Vincenzo De Luca e Matteo Renzi ormai è guerra aperta.

 

MATTEO RENZI E VINCENZO DE LUCA MATTEO RENZI E VINCENZO DE LUCA

C’è chi racconta anche di un durissimo scazzo tra i due, giovedì scorso, quando il premier ha comunicato al neogovernatore che non avrebbe concesso alcun “aiutino” per iniziare la legislatura e consentire la nomina del vicepresidente prima della sospensione. Un dietrofront dettato dal timore di Renzi di attirarsi le critiche di M5S e Forza Italia, ma anche dalla tendenza del premier e segretario del Pd di tenersi alla larga da ogni “grana” che non interessi direttamente lui o il suo “giglio magico”.

 

E così il fatto che sia stato proprio lui, Renzi, a consentire da segretario del partito che Vincenzo De Luca si candidasse a governatore con la Severino sul groppone è diventato un dettaglio trascurabile. Giusto il tempo di inserire la Campania tra le 5 regioni vinte nel “5-2” delle scorse regionali e Matteo ha mollato il governatore e l’intera regione al loro destino.

 

Ma è tutto il Pd ad aver scelto la linea del “hai voluto la bicicletta, e ora pedala”. I dirigenti locali, capeggiati dalla segretaria regionale Assunta Tartaglione, sono completamente spariti dalla circolazione: De Luca del resto ha respinto al mittente ogni indicazione su chi nominare in giunta, lasciando a bocca asciutta capi e capetti. Quelli nazionali tacciono, compreso quel Luca Lotti, braccio destro del premier, che pure ha offerto sponde importanti a De Luca nel corso dei tormentati mesi che hanno preceduto le primarie. E ora che succede?

MATTEO RENZI E VINCENZO DE LUCA MATTEO RENZI E VINCENZO DE LUCA

 

Succede che il destino della Campania è nelle mani dei giudici del Tribunale, che dovranno decidere se consentire o meno a De Luca di governare, sospendendo la sospensione così come è avvenuto per il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris. M

 

a a rischiare grosso è anche Renzi, che ormai da questa partita ha solo da perdere. Se De Luca verrà reintegrato, governerà senza dover ringraziare nessuno, meno che mai Matteo, che si ritroverà con un presidente di regione solo sulla carta del suo partito ma in realtà completamente autonomo e con il dente avvelenato nei suoi confronti; se invece tutto dovesse precipitare e si andasse a nuove elezioni, Renzi dovrà spiegare come è stato possibile che da segretario del Pd non sia riuscito a evitare la catastrofe, considerato che le primarie, quando non le ha volute far svolgere, le ha tranquillamente bloccate (come ad esempio a Ercolano). Intanto, nell’attesa del giudizio del Tribunale, e tra le manifestazioni di protesta di grillini e forzisti, la Campania si gode questo periodo di anarchia….

 

 

 

 

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