A CAMUSSO DURO - LA CGIL DIFFIDA LANDINI: NON DEVE COINVOLGERE IL SINDACATO E LE SUE STRUTTURE IN INIZIATIVE POLITICHE - IL SEGRETARIO FIOM SPAVENTA LA CLASSE DIRIGENTE DEL SINDCATO CHE TEME DI ESSERE “ROTTAMATA”

Enrico Marro per il “Corriere della Sera”

 

felpa fiom camusso landini felpa fiom camusso landini

La Cgil avvisa Maurizio Landini: il sindacato guidato da Susanna Camusso non vuole avere nulla a che fare con le mosse politiche del leader della Fiom. Landini deve dunque stare bene attento a non coinvolgere strutture sindacali in iniziative politiche. Non solo. La Cgil, oltre a ribadire la sua autonomia, entra nel merito del progetto di Landini, sottolineando che la prospettiva della cosiddetta «coalizione sociale» promossa dal segretario dei metalmeccanici è inconciliabile con l’unità sindacale con Cisl e Uil, che la Cgil rilancia. O l’una o l’altra.

 

È questo il senso della lunga discussione, ieri, nella segreteria confederale della Cgil, che ha avuto al centro il caso Landini. L’iniziativa del leader della Fiom, di promuovere una «coalizione sociale» di movimenti e soggetti politici a sinistra del Pd, ha indispettito non solo il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ma tutti i membri della segreteria. Non è un caso che al termine della riunione i vertici della confederazione abbiano deciso di esprimere la netta posizione anti Landini con un comunicato e con dichiarazioni di membri della segreteria ma non della stessa Camusso.

landini camusso sciopero sociale a roma blitz e scontri milano 10landini camusso sciopero sociale a roma blitz e scontri milano 10

 

Questo per sottolineare che la bocciatura viene da tutto il vertice della Cgil e probabilmente anche per evitare, alla vigilia del faccia a faccia di oggi sulla manifestazione che la Fiom ha indetto per il 28 marzo, che si scivoli in uno scontro personale tra Landini e Camusso. Tanto più che il primo è sospettato da più parti di mirare proprio alla poltrona del segretario generale.

 

LANDINI E CAMUSSO CONTRO RENZI LANDINI E CAMUSSO CONTRO RENZI

Certo è che la Cgil non poteva far finta di nulla. E non solo perché l’attivismo politico di Landini espone la confederazione all’accusa di far politica anziché sindacato, ma soprattutto perché, nella sua sovraesposizione mediatica, il leader della Fiom spiega non solo di voler intervenire nel quadro politico, ma insiste sulla necessità di rivedere le procedure di selezione del gruppo dirigente della stessa Cgil. Più volte, per esempio, Landini ha detto che il segretario dovrebbe essere eletto coinvolgendo tutti i delegati di base.

 

Insomma un’elezione diretta, anziché mediata dall’alto, dove è facile prevedere che lo stesso Landini sarebbe in gioco mentre ora gli è quasi impossibile scalare il vertice della confederazione. Scenari questi che la Cgil non può non considerare, visto che lo stesso Landini assicura di non voler formare un partito e che, nel 2018, quando scadrà il mandato alla guida della Fiom, sarà «a disposizione della Cgil». Che in sindacalese significa che non si preclude alcun obiettivo.

MAURIZIO LANDINI SUSANNA CAMUSSO MAURIZIO LANDINI SUSANNA CAMUSSO

 

La sfida è lanciata. Ieri a Landini è stato mostrato il cartellino giallo: «La coalizione sociale così come viene proposta non rientra né può rientrare tra le iniziative che la Cgil e le proprie strutture possono a qualsiasi titolo promuovere, fatte salve le scelte individuali che non implichino il coinvolgimento delle strutture», ammonisce il comunicato della Cgil. Landini accetterà la diffida o sfiderà il cartellino rosso? Il primo banco di prova è proprio la manifestazione Fiom del 28 a Roma. Se Landini la volesse trasformare nel trampolino di lancio della «coalizione sociale», la Cgil non parteciperebbe.

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…