IL CARNEVALE ITALICO È GIÀ FINITO – CON MATTARELLA ARRIVA UNA LUNGA QUARESIMA E NON È DETTO CHE NON CI FACCIA BENE – L’IDEA CHE L’ALLEGRO BERLUSCONI SI SPACCIASSE PER EREDE DI DE GASPERI LO FACEVA IMPAZZIRE

Filippo Ceccarelli per “La Repubblica

 

QUEST’ANNO la Quaresima cade il 18 febbraio, mercoledì appunto delle Ceneri. Non di rado il calendario liturgico offre singolari appigli alle svolte politiche, con il che — e non senza un filo d’imbarazzo per possibili fraintendimenti tanto più un’occasione di festosa solennità — si segnalerebbe che con l’elezione di Sergio Mattarella il perenne Carnevale italiano riceve un brusco altolà; o se si vuole, che addirittura recede con un paio di settimane d’anticipo.

 

SERGIO MATTARELLA E LAURA BOLDRINISERGIO MATTARELLA E LAURA BOLDRINI

Non che il “novennato” di Giorgio Napolitano rappresentasse un grande contributo alla baldoria. Ma un austero e severo comunista rimane un comunista, mentre un cattolico è un cattolico e ogni tanto un pensierino rivolge alla penitenza. Alle sue necessità e anche ai suoi vantaggi, sì pure nelle faccende della vita pubblica.

 

Perciò, semplificando, la Panda non è solo una Panda, ma è pure grigia. E per quanto sia difficile, bisogna dunque controllarsi e ancora di più occorre saper rinunciare, e in certe occasioni è giusto addirittura mortificare i propri desideri. Mortificazione in verità non troppo praticata dai potenti.

 

Né si tratta solo di quattrini o di bunga bunga. C’entrano anche le ombre della superbia, le tentazioni del potere, le lusinghe dell’apparenza. In fondo la Quaresima, quella croce di cenere impressa sulla fronte, a questo serve.

sergio mattarella e romano prodisergio mattarella e romano prodi

 

Chi ha avuto il rarissimo privilegio di conoscere di persona Mattarella fuori dai ranghi dell’ufficialità, oltre a un paio di curiosi occhioni azzurri quasi da cartone animato ha avuto l’impressione di un uomo molto sorvegliato, che parla poco, ma quando è tranquillo, se parla è parecchio spiritoso. Tanto conciso quanto tagliente.

 

I predicatori quaresimalisti e in qualche modo i politici che in un tempo di riemersioni ad essi si ispirano sono ancora di due tipi. Gli estroversi, detti anche “ruggibondi”, e quegli altri del genere sintetico-sarcastico, in apparenza grigi e sottili, ma perdutamente tristi. Non c’è dubbio che Mattarella si inscrive in questo secondo ordine.

 

Non sono fisime di laici spocchiosetti. Quando nei primi anni 80 lui e Leoluca Orlando, i rinnovatori, chiamarono De Mita a fare un comizio a Palermo, e il comizio andò deserto, Sergiuzzu provò a convincerlo che dipendeva dall’inclinazione del palco, che non gli faceva vedere la folla. Ciriaco, figurarsi. Ma ciò che qui interessa, dopo averli perdonati, è il fervido incoraggiamento che rivolse loro: “Imparate a sorridere!”.

 

ballottaggi   de mita nusco 2ballottaggi de mita nusco 2

Per quanto riguarda Leoluca, di lì a qualche tempo lo si vide in un circo, ma davvero, a sganasciarsi in bilico su un cavallo e in una gabbia di grandi felini, precursore della politica spettacolo. Mattarella no. Ma forse si può sperare che un segretario lasciatosi fotografare in posa e costume da Fonzie e un premier che si è versato addosso un secchio d’acqua gelida in quattro selfie, ecco, proprio per via di questa autentica e conclamata incompatibilità di Mattarella con i giornalisti e le telecamere l’abbia portato sul Colle.

 

D’altra parte, da Moro fino a Martinazzoli c’è tutta una specifica mestizia che avvolge la sinistra dc in un dispiegarsi di pallori, malori, pedalini al malleolo, brodini vegetali, anche conservati nei thermos, e soprannomi tipo “Bonjour tristesse”, “2 novembre” e così via. Inutile dire che i rubizzi avversari delle altre correnti sostenevano trattarsi di una specie di mimetismo per fregarli meglio: “Pure loro vojono come noi er potere — osservava con qualche realismo lo squalo Sbardella — però prima piagneno...”.

 

Piersanti MattarellaPiersanti Mattarella

In realtà, come ogni buon cattolico amante della storia e del diritto, Mattarella sa che in linea di massima c’è poco da stare allegri. Il punto, semmai, è che nel suo caso l’ha dovuto sperimentare sulla propria pelle.

 

Sul giornale di ieri Francesco Merlo ha splendidamente tratteggiato la malinconia tutta siciliana che insieme a un’acuta intelligenza muove il personaggio; così come, nella pagina a fianco, Attilio Bolzoni ha raccontato meglio di chiunque altro, e non solo perché era lì presente, la scena tragica del delitto che ha segnato il destino del nuovo presidente della Repubblica. Per cui davvero resta poco da raccontare, di Sergio Mattarella.

 

Se non che per più di trent’anni egli ha dovuto confrontarsi — senza mai perdere la sua dignità di uomo delle istituzioni — con una doppia tragedia pubblica e privata: l’indubbio potere, le relazioni e la fama controversa di suo padre ministro, Bernardo, che di volta in volta storici, giornalisti, ministri in carica (Martelli) e presidenti emeriti (Cossiga) hanno comunque messo in relazione con l’uccisione di suo fratello.

 

BERNARDO MATTARELLABERNARDO MATTARELLA

Di tutto questo insanguinato groviglio, che per lui non è solo storiografico, la cosa più preziosa è forse il modo in cui Sergio Mattarella ha definito la sorte di Piersanti: un “sacrificio” — e anche per chi non crede la parola davvero trascende i limiti della vicenda, per inoltrarsi là dove lo sguardo degli uomini difficilmente arriva. In quella profondissima miniera di notazioni e ricordi che è il diario del portavoce di De Mita e attuale presidente dell’Istituto Sturzo Beppe Sangiorgi — Piazza del Gesù , 765 pagine! Mondadori, 2005 — si legge che la moglie di Sergio a tal punto era spaventata da far presente al leader venuto da Roma a cena che la famiglia Mattarella “aveva già dato molto alla Dc”. Ma ciò che colpisce in quell’occasione è anche l’imbarazzo del marito.

 

Eppure, quando un dc importate e discusso come Ludovico Ligato fu ucciso per ragioni poco chiare, e tutti i big dello scudo crociato facevano finta di niente, cosa che di solito gli riusciva benissimo, insieme con il suo predecessore Scalfaro Mattarella fu uno dei pochissimi a ribellarsi: “Ligato — dissero — è nostro”. Là dove anche quella morte confermava l’indicibile e spaventoso legame con il potere.

 

sergio mattarella e nicola mancinosergio mattarella e nicola mancino

Così dall’altezza di questi drammi quasi dispiace abbassarsi a faccende, pure importanti, che forse possono illuminare l’ombroso profilo del nuovo presidente. Per cui, grazie alle sue caratteristiche di estrema riservatezza, per conto di De Mita Mattarella ha gestito i rapporti tra il governo e la Chiesa al massimo livello (Sodano, Ruini, Nicora, Martini); mentre con D’Alema ha gestito i rapporti con i servizi segreti e poi la guerra con la Serbia e quindi, assai più impegnative, le trattative per il riassetto dei Balcani.

 

Meno suggestivo l’apporto alla Commissione Bicamerale e la sua presenza a casa Letta per il celebre “Patto della crostata”. Per quanto il lungo lavoro sulle leggi elettorali, culminato nella stesura del “Mattarellum”, offre l’immagine di un professore-maniaco così impelagato nelle sue astruserie giuridico-matematiche da richiamare, in certe tirate, un po’ Borges e un po’ Campanile, un po’ Zavattini e un po’ Totò.

 

sergio mattarella   7sergio mattarella 7

Si può continuare dicendo che nella sua lunga attività l’onorevole e poi anche il ministro Mattarella difese “la Piovra” dalle censure del Caf, ma affossò un concerto di Madonna per sospetta blasfemia. Si entusiasmò per l’idea di fare un Consiglio nazionale della Dc nell’abbazia di Camaldoli. Lottò contro Berlusconi ante litteram e poi contro Buttiglione. Quando il Cavaliere pretese l’eredità di De Gasperi gli diede del barbaro, in nome della civiltà romana. Fece anche il presidente del congresso di scioglimento della Margherita, disperatamente cercando di contenere la facondia di De Mita, in uno studio di Cinecittà. C’era anche il giovanissimo Renzi. Un’ultima piccola grande circostanza, un rapporto di stima e di amicizia meritano forse di essere ricordati, specie ora che Lucio Magri se n’è andato nel modo più lontano da quelle che sono le idee e la fede religiosa di Mattarella: a riprova che gli uomini sono per fortuna unici, irripetibili e anche sorprendenti. Magari proprio dentro o anche dentro la Quaresima c’è modo di riconoscerlo, e non è detto che il Carnevale italiano debba durare per forza, con questi bei risultati.

Ultimi Dagoreport

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)