CASINI È PERFETTO PER IL COLLE. BASTA SCORDARSI TUTTO QUELLO CHE HA FATTO NEGLI ULTIMI 30 ANNI - RITRATTONE AL CURARO BY PERNA: “HA PUGNALATO BERLUSCONI, E ORA SILVIO DOVREBBE VOTARLO?”

BERLUSCONI PISTOLA PUNTATA A CASINI BERLUSCONI PISTOLA PUNTATA A CASINI

Giancarlo Perna per “Libero Quotidiano

 

Se fosse eletto Pier Ferdinando Casini avremmo al Quirinale un bell’uomo. Con questo, l’essenziale è detto. Dovendo però un articolo raggiungere una certa misura, entrerò in qualche particolare. Sull’aspetto fisico, preciso che è alto 1,87 e che, specie ora che ha i capelli bianchi, somiglia a Richard Gere.

CASINI E I VALORI UDCCASINI E I VALORI UDC

 

Fin da quando entrò a 28 anni a Montecitorio, nel lontano 1983, Pierferdy fu considerato il più bello degli eletti. Sono dunque nove legislature che detiene il record al quale ora si aggiunge quello della maggiore anzianità parlamentare della seconda Repubblica: trentuno anni e sei mesi. In quest’arco di tempo ha incassato all’incirca 7.500.000 euro (20 mila lordi al mese) esclusivamente di pubblici baiocchi, null’altro avendo fatto che il politico nonostante si qualifichi - si legge sulla Navicella - «dirigente d’azienda».

casini pierferdinando  bruno donato  lorenzin beatrice  alfano angelinocasini pierferdinando bruno donato lorenzin beatrice alfano angelino

 

Di bell’aspetto è anche la sua seconda moglie, l’eventuale first lady, il cui nome, Azzurra (Caltagirone), piacerà senz’altro ai cittadini di centrodestra poiché evoca il loro colore del cuore. A favore del candidato gioca pure la relativa giovinezza: 59 anni appena compiuti (dicembre 2014). Un’età vigorosa che gli consentirà di girare sale e giardini del Quirinale, godendo dei suoi spazi anziché esserne intimorito come è accaduto al nonagenario predecessore.

 

lamberto dini gianni letta pierferdinando casinilamberto dini gianni letta pierferdinando casini

Da presidente, il bolognese Casini rappresenterebbe la cosa più simile a un capo dello Stato super partes. Per simile, intendo un succedaneo: come la cicoria lo è del caffè. La neutralità di Casini è infatti quella del pesce in barile. Un giorno strizza l’occhio all’uno, un giorno all’altro, un giro di valzer qua, uno di là. È quello che ha fatto in tutta la sua vita di doroteo. Se finisce sul Colle è come se ci andassero Arnaldo Forlani o Mariano Rumor, quarant’anni dopo.

fabrizio cicchitto pierferdinando casinifabrizio cicchitto pierferdinando casini

 

La sua oratoria baritonale calza a pennello con una presidenza alla camomilla. La voce è grossa, il concetto esile. Di Casini non si ricordano massime o detti memorabili. In Piemonte, dove sono spesso, ogni volta che lui apre bocca in tv, sento la gente che sospira: «Fa fioché». Ossia, fa tanto venire il latte alle ginocchia che il cielo sbadiglia e nevica.

 

boschi a casini hai una pistola in tasca o sei felice di vedermiboschi a casini hai una pistola in tasca o sei felice di vedermi

Eppure, Pierferdy sul Colle rappresenterebbe una novità. Sarebbe infatti il primo capo dello Stato a non avere mai ricoperto una carica di governo, con l’eccezione di Sandro Pertini che ebbe però una vita da romanzo. Non è una nota che depone a favore del carattere di Casini. Un politico con spina dorsale vorrebbe, ieri come oggi, ma oggi più che mai, essere utile al proprio Paese in difficoltà assumendo un ruolo effettivo.

 

Il Nostro, invece, è sempre fuggito a gambe levate dalle responsabilità di governo. Mai è stato ministro o sottosegretario avendone avuto mille occasioni. È da vent’anni capo di un partito, sia pure insignificante come l’Udc, ed è entrato in innumerevoli combinazioni politiche, guardandosi bene però dal confrontarsi con i problemi degli italiani. Casini - è stato detto - è in politica con lo stesso spirito di chi fa il militare con la ferma intenzione di non andare mai in guerra. È un uomo del Palazzo cui ripugna misurarsi con i guai della gente che si arrabatta aldilà delle sue mura.

berlu e casini  11pol02f1a 593 u43000324648449yjd u43010261368133oig 190x130@corriere web nazionaleberlu e casini 11pol02f1a 593 u43000324648449yjd u43010261368133oig 190x130@corriere web nazionale

 

Ebbe il momento d’oro quando poté pavoneggiarsi come presidente della Camera, tra il 2001 e il 2006. Si limitava ad amministrare 630 colleghi, abbienti come lui, e non sessanta milioni di italiani, di cui otto milioni di poveri e tre milioni e passa senza lavoro. Se andrà sul Colle -sogno che carezza da anni- si troverà in una situazione simile. Dovrà mediare tra i soliti noti e tutt’al più stemperare beghe politiche o attizzarle (come quando Napolitano mise Fini contro il Cav).

 

Prenderà decisioni interne al Palazzo, mai quelle che toccano i cittadini nella loro carne. In sintesi: non è uno sparviero, ma un colibrì. Il tratto curioso della sua candidatura è che, pare, sia gradita al Cav. Si dice che dopo il voto di bandiera per il liberale, Antonio Martino, il centrodestra sia pronto a indirizzarlo su Casini. Ora, che ci sia stata una storia amorosa con Berlusconi, è innegabile. Infatti, travolta con Tangentopoli la Dc in cui si era fatto le ossa, Casini fece nel ’94 il salto delle quaglia nel grembo del Cav.

Pierferdinando Casini saluta Romano Prodi Pierferdinando Casini saluta Romano Prodi

 

Astutamente, non aderì a Fi ma si tenne sempre un partitino suo - Ccd, poi Cdu, infine Udc - per avere uno strumento proprio con cui sfogare l’istinto manovriero. Grazie al Cav, evitò la sparizione ed ebbe anzi una seconda vita incomparabilmente migliore della prima. Infilò i suoi nel governo e sottogoverno, moltiplicò le poltrone e per lustri -da seconda fila dc- fu sulla cresta dell’onda. Poi, però, l’amore finì a randellate.

DAVID THORNE PIERFERDINANDO CASINI FOTO DA FLICKR AMBASCIATA USA DAVID THORNE PIERFERDINANDO CASINI FOTO DA FLICKR AMBASCIATA USA

 

Da dieci anni a questa parte, il Cav va dicendo che se non ha mantenuto le promesse e i suoi governi hanno deluso, è perché due gli hanno messo i bastoni tra le ruote: Fini e Casini. Due impiastri alla pari. Tanto che ai suoi elettori si rizzano i capelli appena sentono nominare l’uno o l’altro. Allora com’è possibile che venga ripescato Casini per il Colle? Solo perché non è un ex comunista? Ma che differenza c’è se ne ha fatte più di Carlo in Francia ed è alla base dei fallimenti del centrodestra? Verrebbe da dire che il Cav è alla frutta o ha perso il senno.

 

CASINI D ALEMA FOTO ANDREA ARRIGA CASINI D ALEMA FOTO ANDREA ARRIGA

Rinfresco la memoria. Dopo anni di dispetti, nel 2008 la rottura col centrodestra divenne ufficiale. Il Nostro fece la sua prima ripicca il giorno dell’insediamento del quarto governo Berlusconi. Uscì infatti dall’Aula, seguito dal suo gruppetto, durante l’applauso al discorso del premier. Pare si fosse offeso perché non era stato citato. Comunque, se ne andò mentre quelli del Pd, pur coi musi lunghi, restavano ai banchi, dando l’idea plastica degli odi familiari. L’anno dopo, il 2009, quello delle carinerie tra il Cav e le escort, Casini disse alla Stampa di essere disposto a unirsi alla sinistra pur togliere l’Italia dalle grinfie del Berlusca.

Casini Volantino per le elezioniCasini Volantino per le elezioni

 

D’accordo che era agosto e c’era il solleone ma il Nostro parlò addirittura di «emergenza democratica» e propose un nuovo Comitato di liberazione nazionale per riscattare l’immagine dell’Italia. Nessuno capì se Casini fosse veramente indignato o volesse lasciare un’impronta prima delle sue lunghe ferie nel timore di essere dimenticato. Fatto sta, che suscitò l’entusiasmo del rifondazionista, Paolino Ferrero, che esclamò: «Per sconfiggere Berlusconi, ci alleiamo anche col diavolo».

CASINI E AZZURRA CALTAGIRONE ALLA PRESENTAZIONE MILANESE DEL MESSAGGERO FOTO TOIATI CASINI E AZZURRA CALTAGIRONE ALLA PRESENTAZIONE MILANESE DEL MESSAGGERO FOTO TOIATI

 

Quando in autunno Pierferdy rientrò giulivo dalla crociera con i Caltagirone, l’emergenza nazionale gli era passata di mente e non ne parlò mai più. Pochi ricordano infine che, nel novembre 2011, se il Cav cedette di furia il posto a Mario Monti fu meno per gli sbalzi dello spread che per gli intrighi di Casini. A dargli il panico fu infatti il repentino trasloco di un gruppo di onorevoli incantati dalle sirene Udc. A orchestrare il fuggi fuggi dal Pdl, Pierferdy e Paolino Pomicino che promettevano ai transfughi un futuro nel terzo polo montian-casiniano. E ora questo gabbatore dovrebbe salire sul Colle col voto degli ingannati?

PIERFERDINANDO CASINI DA GIOVANE PIERFERDINANDO CASINI DA GIOVANE TUTTI I TWEET DI CASINI CONTRO BERLUSCONI PUBBLICATI DA SELVAGGIA LUCARELLI TUTTI I TWEET DI CASINI CONTRO BERLUSCONI PUBBLICATI DA SELVAGGIA LUCARELLI 00 berlusconi casini aznar agag Oggi00 berlusconi casini aznar agag OggiCASINI berlusconiCASINI berlusconiLA CASA DELLE LIBERTA FINI CASINI FITTO BUTTIGLIONE BOSSI BERLUSCONI LA CASA DELLE LIBERTA FINI CASINI FITTO BUTTIGLIONE BOSSI BERLUSCONI test casini test casini

Ultimi Dagoreport

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...