CASINI POPOLARI – NELLA RIFORMA UN TETTO AI DIRITTI DI VOTO TRA IL 3 E IL 5% – GIARDA: GLI STRANIERI METTERANNO LE MANI SULLA RACCOLTA DEL NORD-EST – CONSOLI RESTA DG IN VENETO BANCA E ALLA POP ETRURIA UN COMMISSARIO È INDAGATO

Vincenzo Consoli, indagato in due diverse inchieste, ha offerto le dimissioni, ma il board di Veneto Banca gli ha chiesto di rimanere. Ad Arezzo indagato Riccardo Sora, commissario di Bankitalia, per il suo precedente incarico alla Cassa di Rimini…

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Gianluca Paolucci e Eleonora Vallin per “la Stampa

 

VINCENZO CONSOLI VINCENZO CONSOLI

Alla Camera va in scena l’ira delle grandi popolari costrette a trasformarsi in spa per decreto, mentre s’intravede un compromesso che potrebbe «ammorbidire» la riforma. 


Ma sullo sfondo resta la serie di iniziative giudiziarie sugli istituti del settore. E così mentre alla Camera Piero Giarda lancia l’allarme sulle mani degli stranieri pronte ad accaparrarsi il risparmio degli italiani, a Montebelluna un cda di Veneto Banca conferma all’unanimità la fiducia al dg ed ex ad Vincenzo Consoli, indagato da due procure (aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza). 
 

Il dg resta al suo posto
Ieri Consoli ha infatti «rimesso il proprio mandato» nelle mani del Cda che, riunito in anticipo rispetto alla convocazione di lunedì pomeriggio, gli ha chiesto di restare «fino all’approvazione del bilancio d’esercizio 2015». Dunque fino alla scadenza naturale del primo contratto da direttore generale, sottoscritto ad aprile 2014 per ventiquattro mesi. A dispetto del rinnovo da poco firmato. «Il mio mandato è a disposizione – ha spiegato ieri il dg ai consiglieri –: ciò che conta, in questo momento, è solo il bene dell’azienda». Ma il board gli ha chiesto di «rimanere per garantire questa delicata fase della vita della banca». Un periodo di transizione, dunque, finché non sarà trovato un sostituto. Consoli infatti potrebbe lasciare anche prima di primavera 2016. 
 

POPOLARE ETRURIA

Indagato il commissario
Sempre dal versante giudiziario, s’ingarbuglia ancora di più la vicenda della Popolare Etruria. Ieri è emerso infatti che Riccardo Sora, commissario di Banca d’Italia impegnato in questi giorni alla verifica di Banca dell’Etruria, è indagato a Rimini per la sua attività di commissario alla Carim. Sora è indagato per indebita restituzione dei conferimenti insieme all’altro commissario Bankitalia, Piernicola Carollo. Sora e Carollo sono intervenuti in Carim nell’ottobre del 2010. 
 

piercarlo padoan e consorte piercarlo padoan e consorte

Compromesso
Per le banche popolari si intravede invece una soluzione di compromesso che introduca una misura anti scalata. Un limite al diritto di voto, fra il 3 e il 5% da inserire negli statuti delle popolari trasformate in spa, misura approvata con riserva dalla Banca d’Italia. Il governo infatti va avanti nell’impianto del decreto: «Continuo a pensare di avere ragione» rivendica il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan che ricorda vent’anni di riforma non fatta. 
 

L’Assopopolari non risparmia le critiche e le risposte ai rilievi dell’autorità di vigilanza nella sua relazione presentata all’audizione alla Camera sul dl banche e investimenti ma alla fine attraverso Dino Piero Giarda, ora presidente consiglio sorveglianza Bpm ma con un solido passato parlamentare e ministeriale, lancia quello che appare un segnale di concretezza raccolto subito dal relatore Marco Causi (Pd).

 

Piero Giarda Piero Giarda

Giarda non rinuncia al suo humor e invita i parlamentari a ponderare bene le loro scelte, magari dopo un seminario alla Madonna di Loreto che «li ispiri». Ponderino bene quel che fanno, dice, perché in gioco non sono le popolari ma il pezzo più dinamico del sistema produttivo italiano fatto da Pmi nelle regioni dell’Emilia, Lombardia e Veneto (dove si trovano le grandi popolari) che esportano e che dalle popolari ricevono il credito. Con il dl le banche straniere si compreranno questi istituti e il risparmio degli italiani che questi detengono: «sono interessati alla raccolta, non agli impieghi perché sulla prima si hanno rendimenti a due cifre». Un monito che trova comprensione fra i parlamentari come spiega il relatore Causi che conferma la presentazione dell’emendamento sul limite del diritto di voto.

 

 

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