LA CASTA DEI CHAVEZ: MILIARDI E RIVOLUZIONE

Madre, fratelli, figlie, cognati: sulla fortuna del Caudillo ha prosperato tutta la famiglia - Che in barba ai poveri del paese, ha accumulato una fortuna di centinaia di milioni di dollari, 45mila ettari di terra, fuoristrada cafoni e gioielli da rapper…

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Maurizio Stefanini per "Il Foglio"

Adán Chávez, figlio primogenito e professore di Matematica e Fisica, quando il secondogenito Hugo faceva il militare era dirigente di gruppi dell'estrema sinistra. Dal 2008 è governatore di quello stato di Barinas di dove la famiglia è originaria e in cui nei 10 anni precedenti era stato governatore il padre Hugo de los Reyes, ex maestro. Jorge Arreaza è invece un raffinato figlio di diplomatici, fluente in inglese e olandese, con master a Cambridge.

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L'affare della sua vita è stato però frequentare la Scuola di studi internazionali dell'Università Centrale del Venezuela, conoscervi la figlia primogenita di Hugo Chávez Rosa Virginia, sposarla e farci un figlio. Nel 2005 presidente della fondazione che dà le borse di studio agli studenti venezuelani, nel 2010 viceministro di Scienza e Tecnologia, nel 2011 ministro, il 3 gennaio è stato assieme ad Adán uno dei partecipanti a quel vertice dell'Avana in cui il vertice chavista si è messo d'accordo sulla successione. Tre giorni dopo la morte di Chávez, è diventato vicepresidente. Rosa Virginia assieme alla sorella María Gabriela è comparsa nell'ultima foto del padre in vita.

Al funerale è poi emersa la figura della madre Elena Frías: la maestrina di campagna che ebbe Adán a 16 anni e Hugo a 19 ma dovette lasciarli alla nonna perché non aveva il tempo per occuparsene. Famosa per i cinque anelli d'oro e diamanti e gli occhialoni Dolce & Gabbana che ha iniziato a ostentare dopo il successo del figlio, ha provocato uno scandalo in Iran per i baci che ha scambiato con Ahmadinejad davanti al feretro: una manifestazione di contatto fisico in pubblico tra un uomo e una donna non velata, non coniugati né parenti, che nello stesso Iran manderebbe direttamente in galera, e per cui infatti molti deputati del Majlis hanno protestato.

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Ma a completare la nomenklatura di famiglia bisogna ricordare un terzo fratello: Aníbal José, sindaco di quella cittadina di Sabaneta di dove la famiglia è originaria. Marisabel Rodríguez, seconda moglie di Hugo, fu deputato all'Assemblea costituente, ma è poi passata all'opposizione dopo aver litigato con lui. Arrivò a marciare con al collo la figlia Rosinés che teneva un cartello in cui chiedeva al padre di dimettersi. Tutto questo clan, si dice ora, avrebbe accumulato una fortuna pari a 2 miliardi di dollari.

La stima è stata fatta da Criminal Justice International Associates, una società di intelligence economica con base a Miami e in Virginia, ma concorda con altri calcoli e denunce fatti dal quotidiano spagnolo Abc e da due deputati dell'opposizione venezuelana: Wílmer Azuaje, che aveva iniziato a occuparsi del tema nel 2008, e Carlos Berrizbeitía.

Mentre Berrizbeitía in particolare aveva stimato in 350 milioni di dollari i costi dei viaggi internazionali di Chávez, Azuaje aveva parlato di una fortuna da oltre mezzo miliardo di dollari, tra cui 17 tenute di valore compreso tra i 400.000 e i 700.000 dollari; di almeno 200 milioni di conti all'estero (16,3 solo quello di mamma Elena); di 10 camionette Hummer da 70.000 dollari. "Da tre ettari che avevano trent'anni fa sono passati a un dominio di 45.000 ettari".

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Sembra che i Chávez abbiano cercato in particolare di recuperare le terre che erano state confiscate a Pedro Pérez Delgado "Maisanta": l'avo bandolero e guerrigliero che nelle vicissitudini dell'agitata politica venezuelana era diventato un potente caudillo regionale, per poi morire in carcere dopo essersi visto privare dei suoi beni.

Ovviamente, sono tutti dati che possono venire contestati. Incontestabili sono però ad esempio i dati della legge di bilancio che nel 2009 assegnò al presidente 20 milioni di dollari in quota "spese di rappresentanza": 8,7 milioni per viaggi, 250.000 in vestiti, 28.000 per scarpe, 230.000 per prodotti da toilette, 380.000 per spese di lavanderia e tintoria, 160.000 per libri, 860.000 per veicoli, 1,9 per alimenti e bibite, 3 milioni per "relazioni sociali", 3,2 milioni per mantenere le "residenze presidenziali".

 

 

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