renzi juncker

CAVOLI AMARI DA BRUXELLES - BELPIETRO: “LA UE VUOLE COMMISSARIARE RENZI. IN EUROPA SONO PREOCCUPATI SULLA SOSTENIBILITÀ DEL DEBITO ITALIANO E GUARDANO CON TERRORE ALLA CRESCITA DEL DEFICIT. CON LA PROCEDURA DI INFRAZIONE ANDREMMO SOTTO TUTELA DEL FONDO MONETARIO. RENZI PUO' FINIRE COME TSIPRAS”

Maurizio Belpietro per “Libero Quotidiano”

 

renzi junckerrenzi juncker

Un uomo solo senza comando. Nonostante le dichiarazioni («Il nostro mestiere è guidare l’Europa») la leadership internazionale di Matteo Renzi a questo si riduce: a un leader senza alleati né seguaci. Giorni fa avevamo scritto che il presidente del Consiglio aveva più amici su Facebook di quanti ne avesse nelle capitali europee.

 

Non ci sbagliavamo e se ieri mattina alcuni dei più autorevoli quotidiani filo renziani erano costretti a riconoscere l’isolamento del premier, ieri pomeriggio è arrivata la certificazione di quale sia la distanza tra ciò che chiede il capo del governo italiano e quanto sia disposta a concedere Bruxelles.

 

RENZI MERKEL A BERLINO   RENZI MERKEL A BERLINO

Parole pesanti, scritte dal presidente della commissione Jean-Claude Juncker, ribadite con una certa veemenza dal portavoce del Partito popolare europeo, lo stesso partito cui aderisce Angela Merkel, confermate dal commissario agli affari economici Serge Moscovici. Nel duello intrapreso da Renzi e dai vertici europei non c’è il tema dei migranti, come Palazzo Chigi tende ad accreditare.

 

I profughi sono solo un aspetto del contendere e non il principale. Al centro della discussione ci sono i conti dell’Italia, ossia le cifre che non tornano. Se a Roma il presidente del Consiglio ha avuto gioco facile, riuscendo a piegare grazie all’assenza di qualsiasi opposizione le resistenze del ministero dell’Economia e perfino degli organi di controllo, per convincere Bruxelles della bontà dei numeri ci vogliono ben altro che quattro parole.

 

RENZI MERKEL HOLLANDERENZI MERKEL HOLLANDE

Il premier pensava che per presentarsi in Europa e ottenere il via ad una politica espansiva a sostegno dell’economia nazionale bastasse il voto della riforma elettorale e l’approvazione di quella costituzionale che abolisce il Senato. Ma alle cancellerie europee poco importa se l’Italia ha un sistema bi o monocamerale e tanto meno sono interessate all’Italicum, che probabilmente neppure sanno a che serva.

 

In Europa guardano ai risultati finali, a quei numeri che indicano se il paziente Italia goda di buona salute oppure abbia la febbre alta. Pil, decifit di bilancio, debito pubblico, avanzo primario. Sono queste le paroline magiche che fanno felici, o tristi,i burocrati Ue. Tutto il resto sono chiacchiere. Né devono indurre a conclusioni sbagliate i sorrisini e gli abbracci che si scambiano nei vertici internazionali. Se Angela Merkel abbraccia Renzi non è perché non ha nulla da rimproverargli.

christine lagardechristine lagarde

 

E anche se il nostro presidente del Consiglio ride e chiama più volte la Cancelliera di ferro con il nome di battesimo non significa che la kapò tedesca abbia ammorbidito le sue posizioni. In pratica per due anni ci siamo illusi che il clima fosse cambiato e che Bruxelles fosse meglio disposta nei nostri confronti. Lo diceva Renzi nei suoi comizi tv, ma fuori dall’Italia non lo confermava nessuno.E infatti adesso ci presentano il conto.

 

Dal febbraio del 2014, ossia da quando è approdato a Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio si è dato un gran da fare, soprattutto per spendere, mai per risparmiare. Ottanta euro a tutti, 500 euro agli studenti, 500 ai professori, 80 ai poliziotti, 320 ai poveri. Una montagna di quattrini che l’Italia non sapeva di avere.

 

tsipras renzi merkeltsipras renzi merkel

E infatti non li ha, ma il presidente del Consiglio li ha spesi lo stesso, convinto che per ridare speranza all’Italia si dovesse distribuire un po’ di denaro. Una ricetta economica che a distanza di due anni dalla sua introduzione non pare aver portato i benefici che ci si aspettava. Il Prodotto interno lordo è cresciuto di poco, più per effetto della riduzione del prezzo del petrolio e in conseguenza degli interventi di Mario Draghi che per ragioni di crescita.

 

Il debito pubblico è aumentato e nonostante i soldi a pioggia distribuiti a chiunque assuma, l’occupazione non ha ricevuto quella spinta che ci si attendeva, non a caso le ultime rilevazioni tornano a segnalare che i posti di lavoro non abbondano, ma semmai l’unica cosa che abbonda è chi il posto di lavoro lo ha perso. Così i nodi adesso vengono al pettine. Altro che maggiore flessibilità sui conti pubblici, come reclama Renzi usando il pretesto dei migranti.

 

mogherini renzi tsipras thorning schmidtmogherini renzi tsipras thorning schmidt

«Di flessibilità ne avete avuta anche troppa» ha detto l’uomo del partito popolare europeo. Non a caso a Bruxelles sono preoccupati sulla sostenibilità del debito pubblico e guardano con terrore alla crescita del deficit. Secondo gli accordi quest’anno avrebbe dovuto scendere all’1,4 per cento del Pil e invece è al 2,5 e minaccia di crescere. Risultato: uno spettro si aggira per l’Europa ed è la procedura d’infrazione che potrebbe essere aperta nei confronti dell’Italia. Per noi significherebbe non solo una sanzione,ma essere messi sotto tutela dal Fondo monetario.

 

renzi tsiprasrenzi tsipras

Vorrebbe dire perdere la sovranità, ma soprattutto essere condannati alle sperimentazioni finanziarie dell’Fmi. Altro che embrioni geneticamente modificati, di questo passo ci toccherà un’economia geneticamente modificata. Se non sta attento, Renzi corre quindi il rischio di fare la fine di Alexis Tsipras, lo sbruffone in camicia bianca che dopo aver battuto i pugni sul tavolo ne ha ricevuto uno che ha steso lui e la Grecia.

 

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