ricchi poveri

CETO E SOTTACETO - DAL 2011 A OGGI GLI ITALIANI CHE SI AUTOCOLLOCANO TRA LE FILA DEL CETO MEDIO-BASSO SONO PASSATI DAL 43,3% AL 64,1% - LA CLASSE MEDIA E’ SPROFONDATA NELLA POVERTA’, L’ASCENSORE SOCIALE NON FUNZIONA E CHI E’ GIA’ MESSO MALE FINISCE PER STARE PEGGIO (CI VORREBBE UN TRUMP...)

Daniele Marini per “la Stampa”

 

povert povert

L'avvento della crisi nel 2008 costituisce uno spartiacque per i paradigmi dello sviluppo, i cui effetti sono tuttora presenti. Fra le conseguenze, la più evidente è la polarizzazione del sistema produttivo: le imprese si sono divise fra chi ha ottenuto performance positive e chi ha manifestato difficoltà sempre più marcate.

 

Generalmente, le prime hanno investito nei processi di innovazione e si sono aperte alle relazioni con l'estero. Le seconde, invece, non hanno saputo/potuto innovare e hanno operato solo sul mercato domestico. Fra questi due poli, lo spazio di manovra ispirato a un'attesa passiva in vista di un miglioramento, ha prodotto solo esiti negativi e fatto scivolare fuori dal mercato.

 

DIVARICAZIONE

Ora questo processo di divaricazione si sta spostando dal piano del sistema produttivo a quello delle famiglie e degli individui. E tutto fa pensare che avrà una velocità elevata, di cui già oggi avvertiamo i segnali. È sufficiente consultare gli ultimi dati per verificare l'accentuarsi di un fenomeno di recrudescenza della povertà e di polarizzazione nelle condizioni economiche delle famiglie.

italia povera italia povera

 

Questi dati ci collocano ancora lontano dalla soglia individuata dalla strategia Europea 2020 che ha indicato per il nostro paese una quota poco inferiore ai 13 milioni di individui, quando oggi superiamo di molto i 17 milioni. E mentre in Europa mediamente si assiste a un calo della povertà, noi scaliamo verso l'alto la classifica.

 

E non solo aumenta l'esclusione sociale, ma anche la distanza fra ricchi e poveri. L'Istat evidenzia come fra il 2009 e il 2014 il reddito in termini reali cali in misura maggiore per le famiglie appartenenti al 20% più povero, ampliando così la distanza da quelle più ricche il cui reddito passa da 4,6 a 4,9 volte rispetto alle più povere.

 

La polarizzazione investe anche le famiglie italiane e, come sottolinea l'ultimo rapporto Caritas, tale processo scardina le tradizionali categorie sociali che - in precedenza - erano quelle più a rischio di esclusione. Oggi i sistemi di disuguaglianza investono anche i giovani, chi pur avendo un lavoro e con pochi figli però è precario o ha una bassa remunerazione.

 

italia povera disparita economica italia povera disparita economica

Soprattutto tocca il ceto medio, erodendone le tradizionali certezze. Non è un caso che dopo il voto in Gran Bretagna (Brexit), l'elezione di Trump negli Usa e il diffondersi di movimenti populisti che intercettano parti significative di ceto medio, l'attenzione della politica verso i temi della coesione sociale stiano rientrando nell'agenda.

 

LA RICERCA

Come sia modificata l'appartenenza ai diversi gruppi sociali da parte della popolazione è l'oggetto dell' ultima rilevazione di Community Media Research in collaborazione con Intesa Sanpaolo, per La Stampa. L'esito complessivo rimarca la polarizzazione nelle condizioni economiche percepite. Se nel 2011 poco più della metà degli italiani (52,2%) si ascriveva al ceto medio-alto e alto, oggi solo il 26,5% si colloca nei medesimi gruppi sociali.

 

Viceversa, se aumenta leggermente la quota di chi si identifica nel ceto basso (9,5%, era il 4,5% nel 2011), accrescono significativamente quanti vanno a ingrossare le fila del ceto medio-basso che dal 43,3% (2011) passano al 64,1% (2016). Dunque, è soprattutto una parte consistente del ceto medio a subire una divaricazione nelle condizioni percepite, sospinte a una mobilità verso il basso, più che verso l' alto. È un fenomeno che investe l'intero Paese, ma che conosce nel Mezzogiorno un particolare deterioramento.

 

povert povert

Nel 2011 il 46,6% degli interpellati si situava nei ceti medio-basso e basso, per salire a ben il 78,8% nel 2016. Di qui, come ha recentemente sottolineato anche il premier Gentiloni, l' attenzione che l' esecutivo vuole destinare ai giovani e al Mezzogiorno. Confrontando le auto-collocazioni nei due periodi è possibile definire la mobilità sociale percepita degli italiani, ovvero come e se funziona l' ascensore sociale.

 

UN PAESE BLOCCATO

L' esito ci consegna un paese in gran parte bloccato. Per i due terzi degli italiani (62,1%) l'ascensore sociale rimane sempre allo stesso piano: nel periodo esaminato (2011-16) non hanno conosciuto scostamenti significativi, al più hanno avuto una mobilità orizzontale. Ciò è avvenuto, in particolare, per i più giovani (68,2% fino a 34 anni), i laureati (69,4%), chi appartiene ai ceti medio-alto e alto (86,6%) ed è residente al Nord (66,6%). Invece, per un terzo (34,3%) l' ascensore sociale è sceso verso il basso.

 

POVERTAPOVERTA

Tale discesa coinvolge le persone al crescere dell' età (41,0% oltre 65 anni), chi ha un titolo di studio medio-basso (35,8%) ed è disoccupato (49,6%). Soprattutto, interessa chi risiede nel Mezzogiorno (43,2%) e chi appartiene al ceto medio-basso (41,7%) e basso (67,4%). Sono molto pochi (3,6%) coloro che hanno conosciuto una mobilità sociale ascendente e in modo pressoché esclusivo chi apparteneva al ceto medio-alto (11,1%).

 

Così, non solo siamo di fronte a un processo di polarizzazione delle condizioni economiche degli italiani, ma è evidente come si palesi anche un «effetto spirale» che sospinge verso una marginalità ulteriore chi già si trovava in difficoltà, da un lato. E, dall' altro, risucchi verso l' alto solo quanti occupavano già posizioni elevate.

RICCHI E POVERI RICCHI E POVERI

 

Parafrasando il compianto sociologo Bauman, più che «liquido», l'Italia è un Paese «vischioso», dove l' ascensore sociale funziona poco o, quando funziona, è altamente selettivo. Ripresa economica lenta e mobilità sociale bloccata sono due ostacoli da rimuovere velocemente per costruire il futuro del paese.

Ultimi Dagoreport

pupi avati antonio tajani

DAGOREPORT! PUPI, CHIAGNE E FOTTI – ASCESE, CADUTE E AMBIZIONI SBAGLIATE DI PUPI AVATI, “CONSIGLIERE PER LE TEMATICHE AFFERENTI AL SETTORE DELLA CULTURA” DI ANTONIO TAJANI - IL REGISTA CHE AI DAVID HA TIRATO STOCCATE ALLA SOTTOSEGRETARIA AL MIC, LUCIA BORGONZONI, È LO STESSO CHE HA OTTENUTO DAL DICASTERO FONDI PER OLTRE 8 MILIONI DI EURO TRA IL 2017 E IL 2023 – L’IDEA DI UN MINISTERO DEL CINEMA AVALLATA DA TAJANI (“IL GOVERNO VALUTERÀ") PER TOGLIERE I QUASI 700 MILIONI DI EURO CHE IL MIC HA IN PANCIA PER PROMUOVERE, A SPESE DEI CITTADINI, IL CINEMA ITALICO – IL SEQUESTRO DEI BENI PER EVASIONE IVA DA 1,3 MILIONI CON L'INCREDIBILE REPLICA DI PUPI: “NON E’ UN BEL MOMENTO PER IL CINEMA ITALIANO...” - LA SUA SOCIETA', ‘’DUEA FILM’’, CHE DA VISURA PRESSO LA CAMERA DI COMMERCIO DI ROMA È IN REGIME DI CONCORDATO PREVENTIVO, DEVE A CINECITTÀ CIRCA 400 MILA EURO PER UTILIZZO DEGLI STUDI - L’86ENNE AVATI STA PER INIZIARE IL SUO 46ESIMO FILM (“NEL TEPORE DEL BALLO”) PER UN BUDGET DI 3,5 MILIONI CHE GODE GIÀ DI UN DOVIZIOSO FINANZIAMENTO DI RAI CINEMA DI UN MILIONE... – VIDEO

al thani bin salman zayed donald trump netanyahu saudita sauditi

DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA - PER CAPIRE QUANTI AFFARI SIANO IN BALLO, BASTA APRIRE IL PROGRAMMA DEL FORUM DI INVESTIMENTI USA-ARABIA SAUDITA. CI SARANNO TUTTI I BIG DELL’ECONOMIA USA: MUSK, ZUCKERBERG, ALTMAN, BLACKROCK, CITIGROUP, ETC. (OLTRE AL GENERO LOBBISTA DI TRUMP) - SAUDITI, EMIRATINI E QATARIOTI SONO PRONTI A FAR FELICE L'AMERICA "MAGA". MA PER INCASSARE LA CUCCAGNA, TRUMP QUALCOSA DEVE CONCEDERE: I REGNI MUSULMANI ARABI PERDEREBBERO LA FACCIA SENZA OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE - L'INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI SAUDITA E IRANIANO PER UNA PACE TRA SCIITI E SUNNITI - PRESO PER IL NASO DA PUTIN SULL’UCRAINA E COSTRETTO DA XI JINPING A RINCULARE SUI DAZI, IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI UN SUCCESSO INTERNAZIONALE, ANCHE A COSTO DI FAR INGOIARE IL ROSPONE PALESTINESE A NETANYAHU…

starmer - zelensky - macron - tusk - merz - a kiev giorgia meloni fico putin

DAGOREPORT – DOVEVA ESSERE UNA “PONTIERA”, GIORGIA MELONI ORMAI È UNA “PORTIERA”. NEL SENSO CHE APRE E CHIUDE IL PORTONE AGLI OSPITI IN ARRIVO A PALAZZO CHIGI: L’ULTIMO CHE SAREBBE DOVUTO ARRIVARE TRA FRIZZI E LAZZI È ROBERT FICO, IL PREMIER SLOVACCO UNICO LEADER EUROPEO PRESENTE ALLA PARATA MILITARE, A MOSCA, SCAMBIANDOSI SMANCERIE CON PUTIN - PER NON PERDERE LA FACCIA, LA DUCETTA HA DOVUTO RIMANDARE LA VISITA DI FICO A ROMA AL 3 GIUGNO - QUESTI SONO I FATTI: L’AUTOPROCLAMATASI “PONTIERA”, TOLTA LA PROPAGANDA RILANCIATA DAI TROMBETTIERI DI ''PA-FAZZO'' CHIGI, NON CONTA NIENTE SULLO SCENA INTERNAZIONALE (LA PROVA? IL VIAGGIO DI MACRON, MERZ, STARMER E TUSK A KIEV E IL LORO ACCORDO CON TRUMP) - RUMORS: IL TEDESCO MERZ PERPLESSO SUL VIAGGIO IN ITALIA DI LUGLIO. E MELONI PUNTA A INTORTARLO DOMENICA ALLA MESSA DI INIZIO PONTIFICATO DI LEONE XIV, IN PIAZZA SAN PIETRO...

orchesta la scala milano daniele gatti myung whun chung myung-whun ortombina fortunato

DAGOREPORT: CHE GUEVARA VIVE ALLA SCALA – ALLA FINE DEL 2026, SARÀ IL DIRETTORE D’ORCHESTRA COREANO MYUNG-WHUN CHUNG IL SUCCESSORE DI RICCARDO CHAILLY - IL CONIGLIO (CONIGLIO, NON CONSIGLIO) DI AMMINISTRAZIONE DELLA SCALA AVEVA SUGGERITO IL NOME DEL MILANESE DI FAMA MONDIALE DANIELE GATTI. MA LA CGIL DELL’ORCHESTRA, SOTTOTRACCIA, HA SUBITO FATTO CAPIRE CHE NON ERA DI SUO GRADIMENTO: A GATTI VENIVA “RIMPROVERATO” UN ATTEGGIAMENTO UN PO’ SEVERO VERSO GLI ORCHESTRALI (POCO INCLINI A NON FARE QUEL CHE VOGLIONO) – ORA I SINDACATI RECLAMANO L’AUMENTO DI PERSONALE (DEL RESTO, LA SCALA, HA SOLO MILLE DIPENDENTI!), AUMENTI RETRIBUTIVI, SCELTA DELL’UFFICIO STAMPA ALL’INTERNO DEL TEATRO, FINANCO LA RICHIESTA DI PARCHEGGIARE I MONOPATTINI NEL CORTILETTO INTERNO…

orcel giorgetti nagel castagna bpm unicredit

DAGOREPORT - RISIKO INDIGESTO: LA PROTERVIA DI GIORGETTI A DIFESA DI BPM DALLE GRINFIE DI UNICREDIT, INDISPETTISCE FORZA ITALIA E I FONDI CHE HANNO INVESTITO MILIARDI IN ITALIA - GLI SCAZZI SUL DECISIONISMO DI ORCEL NEL BOARD DI UNICREDIT: IL CDA PRENDE TEMPO SULL'OFFERTA DI SCAMBIO SU BPM, CHE LA LEGA CONSIDERA LA "SUA" BANCA - LA STILETTATA DI NAGEL A LOVAGLIO ("PER BUON GUSTO NON RIPERCORRO LA STORIA DEL MONTE DEI PASCHI") E L'INSOFFERENZA DI CALTAGIRONE PER IL CEO DI BPM, CASTAGNA...

keir starmer emmanuel macron e friedrich merz sul treno verso kiev giorgia meloni mario draghi olaf scholz ucraina donald trump

DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...