CHI STAPPA IL PRODINO? - RENZI HA FATTO MELINA SUL COLLE CON PRODI PER SPINGERE IL BANANA A NON FARE IL BISCHERO SULLE RIFORME - “CARO ROMANO, BERLUSCONI NON TI VUOLE MA SE SALTA LO SCHEMA BIPARTISAN, IL CANDIDATO PIÙ AUTOREVOLE SEI TU”

Renzi, incontrando Prodi, si proponeva due obiettivi. Il primo è tenere Berlusconi sotto pressione - Il secondo era sedare le minoranze Pd che ogni tanto agitano il vessillo-Prodi: guardate che il Professore anzitutto parla con me - Si è parlato anche di Libia, ma i due hanno convenuto che ora è inutile una mediazione Prodi su mandato Onu…

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Fabio Martini per “la Stampa

 

PRODI LASCIA P.CHIGI DOPO L'INCONTRO CON RENZI PRODI LASCIA P.CHIGI DOPO L'INCONTRO CON RENZI

Mentre attraversa i felpati corridoi che lo portano verso lo studio del presidente del Consiglio, Romano Prodi scherza: «Questo palazzo lo conosco un po’...». Il Professore se ne andò un giorno di maggio di sei anni fa e ieri è tornato a palazzo Chigi, dove ad attenderlo c’era Matteo Renzi.

 

Dopo qualche equivoco e tanti laconici sms, qualche giorno fa il premier aveva invitato Prodi per una chiacchierata chiarificatrice a tutto campo, politica internazionale, col sottinteso che si sarebbe chiacchierato anche della questione-clou: il Quirinale. A fine incontro i due hanno concordato di diffondere la versione «si è parlato soltanto di Libia, di Ucraina e di politica europea» e a quel punto alle agenzie di stampa non è restato che rilanciare quella vulgata.


Certo, durante la lunga chiacchierata - durata quasi due ore - si è parlato di politica internazionale, perché questi sono temi che piacciono ad entrambi (per Prodi è una autentica passione), ma Matteo Renzi non è tipo da rimozioni diplomatiche: col Professore lì davanti sarebbe stato surreale non parlare di Quirinale.

PRODI RENZI PRODI RENZI

 

E infatti Renzi ne ha parlato, è stato lui a rompere il ghiaccio, spiegando a Prodi: «Caro Romano, lo sai, io non posso blindare nessuna soluzione, credo che serva un presidente di garanzia, ma Berlusconi ha espresso un veto nei tuoi confronti. Certo, se dopo le prime votazioni, si determinasse un impasse», un boom di franchi tiratori, «a quel punto dovremmo andare su un “piano b” e il candidato più autorevole saresti tu».


In politica, come nella vita, un conto è immaginare le cose, altra cosa è toccarle con mano. Ieri Renzi ha detto a Prodi quel che il Professore immaginava e ora il rapporto tra i due è diventato più chiaro. Certo, Romano Prodi anche ieri ha ripetuto che lui non è interessato, che si diverte a girare il mondo e che considera il Quirinale una partita chiusa. Ma è una mezza verità.

 

SILVIO BERLUSCONI SILVIO BERLUSCONI

È vero che il Professore non sta brigando per diventare presidente della Repubblica, così come non organizzò «truppe» nella primavera del 2013, quando la catastrofica gestione della vicenda Quirinale da parte del Pd, mandò allo sbaraglio entrambi i candidati democratici, prima Franco Marini e poi Romano Prodi. Ma è altrettanto vero che, in cuor suo, il Professore ci spera. Naturalmente se gli eventi lo consentiranno.


Prodi, che è sempre stato un cultore della realpolitik, rispetta Renzi, sa che arrivare a palazzo Chigi non è una passeggiata e proprio per questo, ieri pomeriggio, ha studiato il premier, ha cercato di capire quale siano le sue vere intenzioni. Renzi, incontrando Prodi, si proponeva due obiettivi.

 

MARIA ELENA BOSCHI MARIA ELENA BOSCHI

Il primo è tenere sotto pressione Berlusconi e infatti Maria Elena Boschi, a Porta a Porta, ha perfezionato il messaggio: «Se ci saranno le condizioni per un accordo con Fi bene, altrimenti, lo faremo con altre forze politiche presenti in Parlamento». Come dire: attento Silvio, se non voti le riforme a gennaio e se non mi garantisci un congruo numero di voti per eleggere un presidente bipartisan, sappi che ti ritrovi al Quirinale Romano Prodi.

 

Il secondo messaggio di Renzi è diretto alle minoranze del suo partito che ogni tanto agitano il vessillo-Prodi: guardate che il Professore anzitutto parla con me. Si è parlato anche di Libia, ma i due hanno convenuto che non è più attuale una possibile mediazione Prodi su mandato Onu, che tre mesi fa era stata caldeggiata dalle fazioni in lotta, ma senza essere raccolta dal governo italiano.

 

 

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