E LA CHIAMANO ITALIA - NELLA PROVINCIA DI BOLZANO LA DISOCCUPAZIONE E’ AL 3,2% - SI MANGIANO WURSTEL, WAFER ED I POLITICI CAMPANO DI RENDITA, SOPRATTUTTO SE PARLANO TEDESCO. E SI PAPPANO PURE I GIORNALI NELLA LINGUA DI DANTE - LA MUMMIA OTZI? E APOLIDE -

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Ignazio Mangrano per “La Verità”

 

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A Bolzano nascono tutti che sono già un po' signori. Merito di un accordo internazionale che risale giusto a 70 anni fa ed è stato consegnato alla storia come l' accordo De Gasperi -Gruber. De Gasperi faceva Alcide di nome: è il trentino di Pieve Tesino, oggi in odore di santità, che finché visse fu De Gasperi, con il de staccato che gli concedeva il profumo di nobiltà che la figlia Maria Romana inseguiva. Oggi è tornato a essere Degasperi, com' era all' anagrafe e come lui, del resto, si firmava.

 

Il trattato regalava alla provincia di Bolzano e, contemporaneamente, al confinante Trentino, un' autonomia che più speciale non si poteva, che era ed è molto vicina all' indipendenza e che, tradotta in volgare, vuol dire molti più soldi per tutti.

 

Chi nasce a Bolzano, poi, è già un po' signore anche perché s' affaccia da bilingue alla vita, italiano e tedesco. Un vantaggio non da poco, di questi tempi e in una terra che chi viene dalle confinanti Germania e Austria a far vacanza vede come un paradiso. In questa città, nella quale sono tutti un po' signori, i più signori sono di lingua tedesca. Nei posti che contano ci sono quasi tutti loro. Ed è giusto che sia così. Bolzano, anche se in città gli italiani sono la stragrande maggioranza e nonostante gli sforzi ciclopici fatti dal fascismo, è per sua natura tedesca. Dannatamente e inguaribilmente tedesca. Tanto da meritarsi l' aureola della più civile città italiana, dove la seconda fila è l' eccezione rarissima e non la regola e di mozziconi per strada non ne vedi. Bella forza: di italiano, Bolzano, ha poco e niente.

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IL PIÙ SIGNORE

 

Il più signore tra i più signori risponde al nome di Michl Ebner, dove Michl sta per Michael, uno che è nato potente, è riuscito a diventare ancora più potente e non è detto che abbia smesso con i più. Uno che, sic dicitur, si spinge nella nostalgia e nei sogni a un Tirolo indipendente. Raccontano che abbia festeggiato i suoi 60 anni mica lì, ma in Austria, nell' abbazia di Stams, dove si trovano i resti di Mainardo II, venerato come il fondatore del Tirolo.

 

Un nostalgico, insomma, questo Ebner, però non alla pari di Eva Klotz, che del padre Georg, un dinamitardo niente male che chiedeva un Sud Tirolo a suon di bombe, ha fatto un mito, politica di professione, fondatrice di partiti, due, dopo aver abbandonato la Svp. Da due anni la «pasionaria», come la chiamano, dai capelli nerissimi così poco deutsch, s' è messa in disparte per assistere il marito. Di problemi economici non ne ha: l' odiata e usurpatrice Italia ha premiato il suo addio alla politica con un bonus di quasi un milione di euro.

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Nostalgie a parte, Ebner è tante poltrone con annesse scrivanie ed è così da quand' era un giovanotto piacione e sensibile al fascino femminile. A 27 anni è entrato a Montecitorio, dove il padre era già stato per due legislature per la Svp, Sudtiroler volkspartei, natürlich, che qui ha dominato, domina (quasi il 46% alle ultime provinciali) e dominerà.

 

ONOREVOLE IN EUROPA

 

Michl è stato onorevole per 3 mandati e per altrettanti è stato, sempre Svp, a Strasburgo al Parlamento europeo. Dal potere non si va mai in pensione e oggi herr Ebner è, tra l' altro, presidente della Camera di commercio e, ciliegina sulla torta, l' ad dell' Athesia, un gioiello di società che ha molti interessi e, soprattutto, è l' editrice del Dolomiten, uno dei due quotidiani locali di lingua tedesca. L' altro è la Neue SüdtirolerTageszeitung, diretta da Artur Oberhofer. Il primo è paludato come poteva esserlo il Corriere della Sera degli anni Sessanta; l' altro, vent' anni appena celebrati, è provocante come un Manifesto de noantri e vende pochino.

 

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Il Dolomiten ha un' anzianità che risale al 1882 e allora il nome era un altro, Der Tiroler, che cambiò con il fascismo: è un giornale che si insinua ovunque la parlata sia deutsch e che la crisi della stampa proprio non la conosce: più di 44 mila copie vendute, con un indice di diffusione che in Italia non ha paragoni. Lo dirige Toni Ebner, un cordialone, fratello minore di Michl che, occhi di ghiaccio, è uno che non s' accontenta mai e da qualche giorno ha messo le mani sull' Alto Adige, che, diretto da Alberto Faustini, un signor professionista e uno dei rari gentiluomini del giornalismo biancorossoverde, è il maggior quotidiano locale di lingua italiana.

 

L' altro è il Corriere dell' Alto Adige che è poi un allegato del Corriere della Sera ed è guidato da Enrico Franco, collezionista di direzioni: ne ha altre due, Corriere del Trentino e Corriere diBologna. Come dire che «occhi di ghiaccio» è il re incontrastato dell' informazione cartacea locale, eccitando l' ipotesi che mai, dalla Liberazione a oggi, nessuno a Bolzano, neppure il mitico Silvius Magnago che guidò la Svp per 43 anni e fu il presidente della Provincia dal 1960 al 1989, abbia avuto altrettanto potere. Magari più carisma, ma non più potere. Che nel caso di Michl Ebner è politico, economico e nell' informazione. E dove non arriva lui, c’è qualcuno della famiglia.

 

 IL CERCHIO MAGICO

 

bolzano piazza walther duomo bolzano piazza walther duomo

L' economia bolzanina è scoppiettante e florida, il benessere si tocca con le mani. Mica li vedi, a Bolzano, i petulanti buttadentro dei ristoranti che altrove assediano. E pure nei locali del cerchio magico del magico salotto di piazza Walther i tavoli sono occupati anche il lunedì, il giorno in Italia che, dove le tavole sono imbandite, è il più morto che ci sia. Così è al Kaiserkrone, un monumento della ristorazione locale dove i signori possono desinare in qualche stanza riservata perché chi, qui, ha potere non è che ci tenga a ostentarlo, o al Vögele, deliziosa bomboniera, o nel ristorante del Laurin, fascinoso per i suoi profumi liberty e talvolta solo per questi.

 

Il benessere bolzanino lo si comprende dai numeri che fanno della disoccupazione quasi una sciocchezza con il 3,2% ed è merito, oltre che dei privilegi che vengono dall' autonomia speciale, di un turismo molto di classe d' estate e d' inverno e di un' agricoltura addirittura sontuosa se si pensa a quel bendidio che si svela nei vigneti che ricamano le colline, nei frutteti che le pitturano e poi nel vino, con una trama di cantine una più gioiello dell' altra e che i trentini si sognano.

 

BOLZANO BOLZANO

Il turismo ha scolpito signori nel circuito dell' ospitalità, facendo degli albergatori una potenza e il numero uno, Manfred Pinzger di Silandro, è naturalmente di lingua tedesca. E non può essere altrimenti tra gli agricoltori: qui a dettar legge è Leo Tiefenthaler, anch' egli tutt' altro che logorato dal potere: è stato senatore per due legislature e non poteva non essere che per la Svp. Se si vuol trovare un numero uno di categoria che sia italiano bisogna spingersi nell’industria. Qui il presidente dell’Assoimprenditori è Pan , dell’omonima azienda, e di nome fa Stefan, mica Stefano, proprio Stefan come se volesse camuffarsi e non è l’unico: chi è di lingua italiana, spesso, tedescheggia con il nome.

 

I Pan, che mezzo secolo fa hanno inventato lo strudel surgelato, sono arrivati nel Sud Tirol, allora si chiamava così, verso la fine dell’Ottocento e il buon Stefan è signore, oltre che a Bolzano, a Roma, visto che è vicepresidente. Uno dei numeri due di Vincenzo Boccia, il primo bolzanino ad arrivare a tanto.

 

LO STRUDEL SURGELATO

 

Neapolitaner Waffel Neapolitaner Waffel

 All’Assoimprenditori anche il direttore tedescheggia: Josef Negri. Perdonabili debolezze che non toccano i signori imprenditori di lingua tedesca. Non uno che abbia un nome proprio in squillante italiano. Non il Baumgartner, un cognome che più altoatesino o sudtirolese non si può, della Fercam, un colosso dei trasporti che, crescendo, s’è fatto uno storico nome come Gondrand e che di nome è Thomas. Non i Loacker, Armin e Christine, alla guida dell’omonima azienda che ha reso il wafer una prelibatezza e nata da una pasticceria bolzanina. E neanche gli Oberrauch, Georg , Heiner e Jacob, della Sportler o l’Oberrauch , anch’egli Georg , della Finstral, un altro gioiello dell’imprenditoria altoatesina. Tantomeno il conte Thun che anche se la fortuna con i suoi angioletti pacciocconi e in ceramica made in Cina l’ha fatta in Italia è Peter di nome. Il fratello, designer di fama mondiale, è Matthäus Antonius Maria Graf von Thun und Hohenstein , però, essendo tutt’altro che schizzinoso, è noto come Matteo e basta.

 

strudel strudel

E gli italiani vi chiederete? Pochi ma buoni, anzi ottimi. Però è difficile trovare tra loro, anche nel battaglione che s’è rannicchiato nel circolo cittadino, un’ascendenza tra i signori di qui di un tempo, quando eri considerato se avevi la prima casa nella via dei Portici e la seconda in quel paradiso che è l’altipiano di Renon, una vigna come si deve e un banco in duomo. Nella cattedrale è di casa, ma per il ruolo, il vescovo (che è tale anche per Bressanone) Ivo Muser, nome italiano e cognome carnico. Viene da Brunico ed è stato il più giovane vescovo italiano.

 

Renzo Caramaschi Renzo Caramaschi

Tra i signori di lingua italiana va collocato - non si scappa - il sindaco Renzo Caramaschi , che in una provincia dove la politica è pane e speck viene dalla società civile: è stato il city manager di Bolzano e ha un cognome che svela origini padane. Poi c’è Patrizio Podini, un reuccio dei discount con le sue catene Md e Ld. E c’è Pietro Tosolini, uno, dicono, che come nessun altro la fa da padrone nell’immobiliare. Sarà, ma il Tosolini pare sia tagliato fuori dal megastore che Renè Benko , guarda caso un austriaco, «miliardario cattivo» nella definizione del Corriere dell’Alto Adige, farà sorgere in una grande area compresa tra le vie Alto Adige, Perathoner, Garibaldi e viale Stazione, su progetto di un’archistar come David Chipperfield. Il meglio degli avvocati, infine, parla italiano. Lo dicono l’incarico, presidente delle Camere penali italiani, che ha Beniamino Migliucci, cognome molto campano, e la fama extra muros che accompagna Fabrizio Francia.

 

otzi otzi

L’APOLIDE ÖTZI

 

L’ultimo della lista è il signore più signore di tutti, anche di Michl Ebner. Ed è Ötzi, che poi ha tanti altri nomi come la mummia del Similaun (dal nome del ghiacciaio dal quale il corpo emerse 25 anni fa), l’uomo del Similaun, l’uomo venuto dal ghiaccio. Se tutti gli altri signori in un modo o nell’altro hanno fatto fortuna, Ötzi, come amichevolmente si sono abituati tutti a chiamarlo, ha fatto la fortuna di Bolzano. E di che lingua è Ötzi? Né tedesca, né italiana, né ladina: insomma, di nessuna delle tre lingue della provincia autonoma di Bolzano. Facciamolo apolide e non se ne parli più. Di sicuro è un uomo venuto dal passato: così piccolo, magro, indifeso e, come pare, incontrastato e incontrastabile signore di Bolzano. Michl deve rassegnarsi.

 

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