COL SIGARO IN PARADISO: E’ MORTO DON GALLO, IL PRETE DEGLI ULTIMI

Prete, comunista, anarchico, no global, irriducibile dei movimenti, sempre dalla parte degli “ultimi”: è morto a Genova Don Andrea Gallo, aveva 84 anni - Avversario storico del cardinal Siri, fu un punto di riferimento al G8 di Genova - La grande amicizia con Fabrizio De Andrè…. - -

Condividi questo articolo


Mario Portanova per "il Fatto Quotidiano"

Don Gallo Storie bDon Gallo Storie b

Il sigaro, il cappello, la voce roca, le sue verità rivoluzionarie. E' morto a Genova Don Gallo (si chiamava Andrea, ma restava sempre sottinteso), da diversi giorni in condizioni di salute critiche. Don Gallo lo guardavi, lo sentivi parlare, e non potevi fare a meno di pensare che strano corpaccione fosse la Chiesa cattolica italiana, capace di contenere lui insieme a Ruini, Scola, Andreotti, Comunione e liberazione...

Prete, comunista, anarchico, no global, irriducibile dei "movimenti", sempre dalla parte degli "ultimi". La copertina di uno dei suoi tanti libri ("Non uccidete il futuro dei giovani") lo ritrae in campo rosso con il basco, il pugno alzato, la bandiera della pace: un Che Guevara anziano e con la tonaca.

Don Gallo Storie aDon Gallo Storie a

Al G8 di Genova, nel 2001, si spese moltissimo. Incontrò Manu Chao per organizzare il concerto del musicista-icona dell'epoca, vide l'attacco immotivato dei carabinieri al corteo dei Disobbedienti di Casarini: "Una vera imboscata", dirà a caldo pochi giorni dopo, e "Carlo muore". Anche lui, di fronte alla "caccia all'uomo" in piazza e "al vergognoso termine della Diaz", prova in quei giorni lo spiazzamento di chi ha "tutt'ora tanti amici nelle forze dell'ordine".

Don Gallo Parietti Storie bDon Gallo Parietti Storie b

Don Andrea Gallo era nato a Genova l'8 luglio del 1928. Furono i Salesiani di don Bosco, i preti che stavano coi ragazzi, ad accendere la sua vocazione precoce. Ma con le gerarchie ecclesiastiche i rapporti non furono mai facili. Tanti gli incarichi di frontiera - riformatorio, carcere - tanti gli stop e i trasferimenti forzati. Tra i suoi primi avversari Giuseppe Siri, storico cardinale di Genova.

Siri, si ricorda nella biografia ufficiale di don Gallo sul sito della Comunità di San Benedetto al Porto, era preoccupato per le sue predicazioni, per tutti quei discorsi che "non erano religiosi ma politici, non cristiani ma comunisti". Nel 1970, quando davanti agli altari di molte chiese italiane il cristianesimo sposava pericolosamente i fermenti dell'estrema sinistra, fu "licenziato" dalla parrocchia del Carmine a Genova, perché alla Curia non piacque affatto il suo paragone tra i danni della droga e quelli determinati da disuguaglianze e guerre.

Parietti Don Gallo StorieParietti Don Gallo Storie DON ANDREA GALLODON ANDREA GALLO

Da quel momento don Gallo resta un prete senza parrocchia, ma con tanti fedeli. Uno di questi è Fabrizio De Andrè, che gli diceva: "Ti sono amico perché sei un prete che non mi vuol mandare in Paradiso per forza". Pochi anni dopo, dall'incontro con don Federico Rebora, nasce la comunità di San Benedetto al Porto, che accoglie tossicodipendenti, alcolisti, malati psichici... La bella trattoria della comunità, "‘A lanterna", di fronte al mare, è sempre stata aperta a ospiti e agitatori di passaggio in città.

Andrea GalloAndrea Gallo

Il pensiero graffiante di don Gallo non se ne andrà con lui perché ci restano i suoi tanti libri, pubblicati anche per finanziare la comunità di San Benedetto. Totalmente eterodosse, quasi superfluo dirlo, le sue opinioni su sesso e omosessualità. Sporcarsi le mani con la politica, poi, non è mai stato un problema. Alle ultime elezioni comunali di Genova ha sostenuto apertamente l'outsider di sinistra Marco Doria, poi eletto, e alle primarie nazionali del centrosinistra si è schierato con il leader di Sel Nichi Vendola. Quanto a Silvio Berlusconi, lo avrebbe visto bene "volontario in Africa". Tra i suoi interventi più recenti, l'appello a Beppe Grillo: "Non fare il padreterno", detto da uno che di queste cose se ne intende.

DON ANDREA GALLODON ANDREA GALLO

Don Gallo se ne va a 84 anni, dopo infinite dispute coi suoi superiori sul senso della Chiesa e del Vangelo. Ora, finalmente, scoprirà chi aveva ragione.

 

 

Condividi questo articolo

FOTOGALLERY

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…

DAGOREPORT – PARTITI ITALIANI, PERACOTTARI D'EUROPA - L’ASTENSIONE “COLLETTIVA” SUL PATTO DI STABILITÀ È STATA DETTATA SOLO DALLA PAURA DI PERDERE CONSENSI IL 9 GIUGNO - SE LA MELONA, DOPO IL VOTO, PUNTA A IMPUGNARE UN PATTO CHE E' UN CAPPIO AL COLLO DEL SUO GOVERNO, IL PD DOVEVA COPRIRSI DAL VOTO CONTRARIO DEI 5STELLE – LA DUCETTA CONTINUA IL SUO GIOCO DELLE TRE CARTE PER CONQUISTARE UN POSTO AL SOLE A BRUXELLES. MA TRA I CONSERVATORI EUROPEI STA MONTANDO LA FRONDA PER IL CAMALEONTISMO DI "IO SO' GIORGIA", VEDI LA MANCATA DESIGNAZIONE DI UN CANDIDATO ECR ALLA COMMISSIONE (TANTO PER TENERSI LE MANINE LIBERE) – L’INCAZZATURA DI DOMBROVSKIS CON GENTILONI PER L'ASTENSIONE DEL PD (DITEGLI CHE ELLY VOLEVA VOTARE CONTRO IL PATTO)…

DAGOREPORT – GIUSEPPE CONTE VUOLE LA DIREZIONE DEL TG3 PER IL “SUO” GIUSEPPE CARBONI. IL DG RAI ROSSI NICCHIA, E PEPPINIELLO MINACCIA VENDETTA IN VIGILANZA: VI FAREMO VEDERE I SORCI VERDI – NEL PARTITO MONTA LA PROTESTA CONTRO LA SATRAPIA DEL FU AVVOCATO DEL POPOLO, CHE HA INFARCITO LE LISTE PER LE EUROPEE DI AMICHETTI - LA PRECISAZIONE DEL M5S: "RETROSCENA TOTALMENTE PRIVO DI FONDAMENTO. IN UN MOMENTO IN CUI IL SERVIZIO PUBBLICO SALE AGLI ONORI DELLE CRONACHE PER EPISODI DI CENSURA INACCETTABILI, IL MOVIMENTO 5 STELLE È IMPEGNATO NELLA PROMOZIONE DEGLI STATI GENERALI DELLA RAI..."