COME BERLINO VUOLE COMMISSARIARE L’EUROPA - LA BUNDESBANK PRESENTA IL SUO PIANO PER I PAESI DELL’EURO: NUOVA AUTORITÀ DI CONTROLLO SUI CONTI AL POSTO DELLA COMMISSIONE UE, PROCEDURA FALLIMENTARE RISERVATA E, PER CHI CHIEDE I SOLDI DELL’ESM, RISTRUTTURAZIONE AUTOMATICA DEL DEBITO

Federico Fubini per "Corriere della Sera"

 

weidmann schaeubleweidmann schaeuble

Una nuova autorità per un controllo stretto sui conti pubblici dei Paesi dell' euro, separata dalla Commissione di Bruxelles, e tenuta a distanza di sicurezza dalla politica. Una procedura fallimentare riservata ai Paesi dell' area che dovessero averne bisogno. E per qualunque governo richiedesse il sostegno del fondo salvataggi europeo (l' Esm), la ristrutturazione automatica del debito che rinvii di almeno tre anni tutti i rimborsi dei titoli di Stato ai risparmiatori così come ai grandi investitori.

 

Jens Weidmann affida a un intervento sul settimanale tedesco «Focus» le sue idee per rendere la zona euro diversa da ciò che è stata fin qui: nelle sue parole eloquenti riguardo alla vera posta in gioco, per renderla «un successo che duri». L' editoriale per «Focus» del 47enne presidente della Bundesbank apparirà stamattina, e i suoi effetti non sembrano affatto destinati a esaurirsi in pochi giorni. È un' iniziativa che non ha niente di improvvisato né nei tempi, né nel merito.

WEIDMANN AL WALL STREET JOURNAL WEIDMANN AL WALL STREET JOURNAL

 

Al chiudersi di questo capitolo della crisi greca, Weidmann sceglie di entrare nel dibattito sul futuro dell' euro con il progetto di una «Maastricht plus».

 

E almeno una delle sue proposte più dirompenti ricalca idee che Wolfgang Schäuble, il ministro delle Finanze di Berlino, ha già presentato a porte chiuse: accantonare la Commissione europea nella vigilanza delle finanze pubbliche perché, parole di Weidmann, «attraverso di essa Paesi con deficit eccessivi fanno un uso piuttosto lassista e politico delle regole».

deutsche bundesbankdeutsche bundesbank

 

Al posto della squadra di Bruxelles, il leader della Bundesbank pensa a un nuovo organo indipendente, puramente tecnico, incaricato della vigilanza sui bilanci pubblici. Questa nuova autorità «avrebbe un compito chiaro, un mandato inequivocabile e non sarebbe coinvolta nel processo negoziale della politica europea».

 

Niente di tutto questo significa che il presidente della Bundesbank vuole separare le scelte sulle tasse e la spesa nell' area euro dalla pratica della democrazia. Ma vuole spostare quest' ultima in un' altra sede, il consesso dei governi: «Toccherebbe al Consiglio dei ministri economici e finanziari (europei, ndr) tirare le conclusioni», scrive Weidmann.

 

Quali che siano le ragioni e i torti, è un progetto che va in direzione opposta rispetto alle idee del governo italiano in vista della legge di Stabilità. Pur di tagliare le tasse, Matteo Renzi è pronto a rinviare ancora una volta il pareggio di bilancio e a correre il rischio di far salire il deficit. Da Francoforte invece Weidmann sostiene che non si possono ignorare le regole comuni di bilancio e allo stesso tempo chiedere che i contribuenti degli altri Paesi si tengano pronti a soccorrere tramite i meccanismi europei di solidarietà.

BUNDESBANKBUNDESBANK

 

«Una condivisione degli oneri e trasferimenti di bilancio fra Paesi - sostiene il banchiere tedesco - possono essere discussi solo se c' è una rinuncia alla sovranità». Solo, scrive Weidmann, «se gli Stati membri rispondono direttamente delle loro scelte ai responsabili di un livello centrale europeo» in un modello di unione politica.

 

Quanto a questo, non manca una frecciata a una recente proposta italiana: quella di un sistema europeo di sussidi ai disoccupati, se perseguito solo con parziali rinunce alla sovranità di bilancio. «A che punto saremmo nella crisi greca - si chiede Weidmann - se già oggi ci fossero strumenti del genere e gli altri Stati membri dell' unione monetaria dovessero finanziare le promesse elettorali del governo greco e le sue iniziali politiche contrarie alla crescita?».

juncker merkeljuncker merkel

 

È con queste premesse che il presidente della Bundesbank cala la carta più pesante: una nuova clausola nei titoli di Stato destinata, se diventasse realtà, a far salire gli oneri gli interessi per i Paesi più fragili. Quando un governo dell' area euro chiede un prestito al fondo salvataggi Esm, propone Weidmann, le scadenze di rimborso dei suoi titoli di Stato slittano «per esempio di tre anni».

 

Recita l' intervento su Focus: «Così diminuirebbero i volumi dei prestiti dell' Esm e il rischio sui contribuenti degli altri Stati, gli investitori dovrebbero tenersi la responsabilità delle loro scelte e non potrebbero scaricarne alla leggera le conseguenze sui contribuenti europei». Gli stessi investitori a quel punto chiederebbero rendimenti più alti per rischiare sui titoli di Stato.

 

weidmann draghi weidmann draghi

Senza fare nomi, quella di Weidmann suona come una frecciata alle banche tedesche e francesi uscite indenni dalla Grecia grazie ai salvataggi europei. Non è un caso che ora il presidente della Bundesbank proponga anche una vera e propria procedura fallimentare: un equivalente dell' americano «chapter 11», ma riservato agli Stati. E forse è la sola delle sue idee su cui il governo italiano si troverà d' accordo.

Ultimi Dagoreport

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…

antonio pelayo bombin juan carlos

DAGOREPORT: COME FAR FUORI IL SACERDOTE 81ENNE ANTONIO PELAYO BOMBÌN, CELEBERRIMO VATICANISTA CHE PER 30 ANNI È STATO CORRISPONDENTE DELLA TELEVISIONE SPAGNOLA "ANTENA 3", CUGINO DI PRIMO GRADO DELL’EX RE JUAN CARLOS? UN PRETE CHE A ROMA È BEN CONOSCIUTO ANCHE PERCHÉ È IL CONSIGLIERE ECCLESIASTICO DELL'AMBASCIATA SPAGNOLA IN ITALIA, VOCE MOLTO ASCOLTATA IN VATICANO, CAPACE DI PROMUOVERE O BLOCCARE LA CARRIERA DI OGNI ECCLESIASTICO E DI OGNI CORRISPONDENTE SPAGNOLO – PER INFANGARLO È BASTATA UNA DENUNCIA AI CARABINIERI DI ROMA DI UN FINORA NON IDENTIFICATO CRONISTA O PRODUCER DI REPORT VATICANENSI CHE LO ACCUSA DI VIOLENZA SESSUALE, IMPUTAZIONE DIVENTATA NELLA DISGRAZIATA ERA DEL METOO L’ARMA PIÙ EFFICACE PER FAR FUORI LA GENTE CHE CI STA SUL CAZZO O PER RICATTARLA – IL POVERO PELAYO È FINITO IN UN TRAPPOLONE CHE PUZZA DI FALSITÀ PIÙ DELLE BORSE CHE REGALA DANIELA SANTANCHÉ E DELLE TETTE DI ALBA PARIETTI – IL SOLITO E BIECO SCHERZO DA PRETE, PROBABILMENTE USCITO DALLE SACRE MURA DELLA CITTÀ DI DIO…

giorgia meloni gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE - ESSÌ: DIVERSAMENTE DAGLI IRRICONOSCENTI SINISTRATI, A DESTRA LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI - DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO - COME POTEVA LA STATISTA DELLA GARBATELLA DIMENTICARE SANGIULIANO, IMMARCESCIBILE DIRETTORE DEL TG2 AL SERVIZIO DELLA FIAMMA? IL FUTURO “GENNY DELON” ‘’ERA SALITO TALMENTE TANTO NELLE GRAZIE DELLA FUTURA PREMIER DA ESSERE CHIAMATO A SCRIVERE PARTE DEL PROGRAMMA DEI MELONIANI, INVITATO A CONVENTION DI PARTITO E, ALLA FINE, RICOMPENSATO ADDIRITTURA CON UN POSTO DI GOVERNO’’ - E’ COSÌ A DESTRA: NESSUNA PIETÀ PER CHI TRADISCE, MASSIMO PRONTO SOCCORSO PER CHI FINISCE NEL CONO D’OMBRA DEL POTERE PERDUTO, DOVE I TELEFONINI TACCIONO E GLI INVITI SCOMPAIONO… - VIDEO

giorgia meloni sigfrido ranucci elly schlein bomba

DAGOREPORT – DOBBIAMO RICONOSCERLO: GIORGIA MELONI HA GESTITO IN MANIERA ABILISSIMA IL CASO DELL'ATTENTATO A RANUCCI, METTENDO ANCORA UNA VOLTA IN RISALTO L'INETTITUDINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN - GETTARE INDIRETTAMENTE LA RESPONSABILITA' DELL'ATTO TERRORISTICO ALLA DESTRA DI GOVERNO, COME HA FATTO LA SEGRETARIA DEL PD, È STATA UNA CAZZATA DA KAMIKAZE, ESSENDO ORMAI LAMPANTE CHE LE BOMBE SONO RICONDUCIBILI AL SOTTOMONDO ROMANO DEL NARCOTRAFFICO ALBANESE, OGGETTO DI UN'INCHIESTA DI "REPORT" - E QUELLA VOLPONA DELLA PREMIER HA RIBALTATO AL VOLO LA FRITTATA A SUO VANTAGGIO: HA CHIAMATO RANUCCI PER MANIFESTARGLI SOLIDARIETÀ E, ANCORA PIÙ IMPORTANTE, HA INVIATO TRE AUTOREVOLI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA (TRA CUI BIGNAMI E DONZELLI) ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DAL M5S PER RANUCCI E LA LIBERTÀ DI STAMPA - DOPO L’ATTENTATO, NESSUNO PARLA PIÙ DI UN POSSIBILE PASSAGGIO DI "REPORT" A LA7: SIGFRIDO, ORA, È INTOCCABILE… - VIDEO

giorgia meloni antonio tajani maurizio casasco marina pier silvio berlusconi salvini

DAGOREPORT - TAJANI, UNA NE PENSA, CENTO NE SBAGLIA. IL SEGRETARIO DI FORZA ITALIA CI HA MESSO 24 ORE AD ACCORGERSI CHE GIORGIA MELONI HA STRACCIATO UNO DEI SUOI CAVALLI DI BATTAGLIA IN EUROPA: IL SUPERAMENTO DEL DIRITTO DI VETO. IL MINISTRO DEGLI ESTERI È RIUSCITO A PARTORIRE SOLO UNA DICHIARAZIONE AL SEMOLINO (“HA DETTO LA SUA OPINIONE, IO PENSO INVECE CHE SI DEBBA FARE QUALCHE PASSO IN AVANTI”), MENTRE È STATO ZITTO DI FRONTE ALLE INVETTIVE ANTI-RIARMO E CONTRO L’UE DEI PARLAMENTARI LEGHISTI. IL POVERINO È ANCORA STORDITO DALLA PROMESSA, SCRITTA SULLA SABBIA, CON CUI L'HA INTORTATO LA DUCETTA: SE FAI IL BRAVO, NEL 2029 TI ISSIAMO AL QUIRINALE AL POSTO DI MATTARELLA (E CI CREDE DAVVERO) – IN TUTTO QUESTO BAILAMME, TAJANI PROVA A METTERE LE MANI SULLA CONSOB CON UNA MOSSA DA ELEFANTE IN CRISTALLERIA: NOMINARE IL DEPUTATO AZZURRO MAURIZIO CASASCO. MA SI È DIMENTICATO DI COORDINARSI CON LA FAMIGLIA BERLUSCONI, CHE NON L’HA PRESA BENE…