1. COME DAGO-FLASHATO, SOLTANTO SEI AUTO BLU AL MOMENTO SONO STATE VENDUTE 2. SE È VERO CHE IL GOVERNO HA COMUNICATO CHE SONO STATE ASSEGNATE LE PRIME 52 AUTO, IN REALTÀ EBAY HA PER ORA DATO IL VIA LIBERA SOLTANTO A SEI TRANSAZIONI 3. IL MOTIVO? BURLONI A PARTE, C’È IL SOSPETTO CHE MOLTI ASPIRANTI COMPRATORI DI AUTO MINISTERIALI NON AVEVANO LE CARTE IN REGOLA E QUALCUNO CE L’AVEVA ANCHE SPORCHE 4. UN FENOMENO, QUELLO DELL’ASPIRANTE ACQUIRENTE “UN PO’ COSÌ”, CHE SEMBRA DESTINATO AD AUMENTARE NEI PROSSIMI GIORNI, QUANDO LO STATO TENTERÀ DI DISFARSI ANCHE DI ALCUNE MASERATI BLINDATE, IDEALI PER UOMINI D’AFFARI CON RIVALI VIOLENTI 5. E NEL NEGOZIO ONLINE DEL GOVERNO SU EBAY SI SCOPRE CHE I PREZZI SONO “IVA INCLUSA”! 5. GULP! ANCHE LO STATO È SOGGETTO IVA OPPURE QUALCUNO CI STA FACENDO LA CRESTA?

DAGOREPORT

Nell'ormai mitologica televendita di Palazzo Chigi del 13 marzo, Renzie aveva simpaticamente accompagnato l'annuncio della messa all'asta delle auto blu al grido di "Venghino, signori, venghino!". Sei settimane dopo, tocca raccontare che in questo caso i "signori" sono stati pochini.

E anzi, burloni a parte, c'è il sospetto che per rilevare le auto ministeriali si siano fatti sotto anche un bel po' di personaggi poco raccomandabili. Un fenomeno, quello dell'aspirante acquirente "un po' così", che sembra destinato ad aumentare nei prossimi giorni, quando lo Stato tenterà di disfarsi anche di alcune Maserati blindate, vetture ideali per uomini d'affari con rivali violenti.

Venerdì, nel silenzio generale, questo sito disgraziato ha spifferato il numero che allarma Palazzo Chigi e i vertici europei di eBay: sei. Perché se è vero che il governo, il 17 aprile scorso, ha comunicato che sono state assegnate le prime 52 automobili, ai bene informati risulta che in realtà eBay abbia per ora dato il via libera soltanto a sei transazioni. Si tratta cioè delle offerte che hanno superato le verifiche su identità, solvibilità e "legalità" dell'aspirante acquirente.

Un filtro severo, quello imposto dall'operatore californiano di e-commerce, nel timore che quella che all'inizio poteva sembrare una pubblicità gratuita da parte di Renzie possa tramutarsi in un danno d'immagine.

Secondo quanto risulta a Dagospia, in alcuni casi gli aspiranti piloti di berline di Stato non avrebbero avuto la fedina penale pulita e alcuni avrebbero tentato di mentire sulla propria identità non soltanto perché in vena di scherzi.

Di sicuro, la sosta nelle operazioni di vendita che si è registrata tra il 17 aprile e la giornata di ieri - strambo caso di negozio online che chiude per lunghe vacanze pasquali - avrà portato consiglio a chi ha in mano il delicato dossier.

Sono infatti parecchi i punti da chiarire, per evitare che quello che si era annunciato come un formidabile spot per il governo alla fine diventi un'autorete clamorosa. La scelta della vendita via Internet è stata sicuramente virtuosa dal punto di vista della trasparenza, almeno in confronto alle vecchie vendite in blocco al grossista di turno. Ma la decisione di affidarsi a un operatore straniero, per giunta non proprio specializzato nella vendita di auto, rischia di creare qualche problema.

Il più banale è che chi compra un'auto di seconda mano di solito è assai scrupoloso: delle macchine vuole sapere tutto, a cominciare da quanti guidatori hanno avuto, e naturalmente vuole anche vederle. Le auto blu in questione possono avere anche pochi chilometri, ma di solito sono state letteralmente spremute da decine di autisti diversi in percorsi essenzialmente urbani. E per vederle tocca andare a Roma. Ma su appuntamento. Come?

Bisogna mandare una mail a autoblu@governo.it e prenotarsi facendo bene attenzione al calendario: quelle della Polizia si possono ammirare solo il sabato mattina dalle ore 10 alle 12. Quelle dei Vigili dei Fuoco invece sono visibili dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 11,30 "previo appuntamento telefonico". Le macchine della Difesa sono invece in mostra solo il venerdì mattina, dalle 9 a mezzogiorno, sempre su appuntamento.

Insomma, bisogna essere davvero motivati per comprarsi, praticamente a scatola chiusa, una di queste 151 berline che Renzie ha messo in vendita su internet. Ma per chi avesse dei dubbi, c'è da dire che basta andare sul sito di Palazzo Chigi ("governo.it"), cliccare a destra sull'apposita icona "Auto blu" e leggersi le risposte alle domande più frequenti.

Certo, non vi si scopre se e dove pagherà le tasse eBay per queste transazioni che vedono lo Sato italiano come protagonista, ma queste sono curiosità per cultori della coerenza fiscale. In compenso, al punto 21 si legge che "i prezzi sono da considerarsi Iva inclusa".

Si tratta di un'autentica notizia. Probabilmente uno scoop mondiale. Se confermata, infatti, sarebbe la prima volta che lo Stato italiano emerge come soggetto Iva, al pari di un'impresa o di un artigiano. E chissà che numero di partita Iva avrà mai il contribuente "Repubblica Italiana": lo "000000001"? Oppure l'Iva lo Stato non la paga e qualcuno sta cercando di farci la cresta?

 

 

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