CONDONO FISCALE DI RENZI, L'ISIS RINGRAZIA - IL TESORO LANCIA L'ALLARME SUL RIMPATRIO DI CAPITALI: LE NORME POSSONO CONSENTIRE LA REGOLARIZZAZIONE DI FONDI DESTINATI AL FINANZIAMENTO AL TERRORISMO

Via Venti Settembre mette nero su bianco le preoccupazioni e invita le banche ad alzare il livello di guardia sui controlli antiriciclaggio - Un fiume di denaro dentro il quale si può nascondere di tutto. Non solo redditi nascosti al fisco dagli evasori più o meno professionisti, ma anche quattrini della criminalità organizzata…

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Francesco De Dominicis per "Libero Quotidiano"

 

matteo renzi pier carlo padoan matteo renzi pier carlo padoan

Sulla carta, e stando agli annunci del governo, la maxioperazione per il rientro dei capitali dall’estero dovrebbe essere una specie di toccasana per l’Italia. Una manovra che dovrebbe consentire di riportare valanghe di quattrini dentro i nostri confini con l’auspicio che siano investiti e immessi rapidamente nel circuito economico. Il via libera alla cosiddetta voluntary disclosure (cioè collaborazione volontaria) è partito lo scorso 30 gennaio e pochi giorni prima al Tesoro è scattato suonato l’allarme rosso sui rischi di finanziamento al terrorismo.

 

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Per aderire a quello che per molti è un condono fiscale (l’avesse fatto Giulio Tremonti sarebbe stato massacrato. ma questa è un’altra storia) c’è tempo fino al 30 settembre. Complessivamente, la manovra si dispiegherà nell’arco di otto mesi. Un lasso di tempo piuttosto lungo. Non mancano i timori. Stime sulla massa di denaro che dovrebbe «emergere» e «tornare a casa» non esistono: in ballo, comunque, potrebbero esserci alcune decine di miliardi di euro.

 

Un fiume di denaro dentro il quale si può nascondere di tutto. Non solo redditi nascosti al fisco dagli evasori più o meno professionisti, ma anche quattrini della criminalità organizzata o, ecco il punto, fondi destinati a finanziare il terrorismo internazionale. I furbetti delle tasse, insomma, sono i veri destinatari del provvedimento, tutti gli altri no.

RICICLAGGIO DENARO SPORCO RICICLAGGIO DENARO SPORCO

 

Tant’è che in un paio di paginette «esplicative» delle norme (legge 186/2014) volte ad agevolare il rimpatrio di denaro illegalmente detenuto all’estero, gli esperti di via Venti Settembre hanno sentito il bisogno di richiamare l’attenzione delle banche e degli intermediari finanziari (ai quali spetterà appunto il compito di gestire le transazioni finanziarie di rimpatrio) sul rispetto delle regole e dei controlli antiriciclaggio.

 

Quel che al ministero dell’Economia tengono a sottolineare e a mettere nero su bianco dovrebbe essere, in teoria, buon senso se non addirittura scontato. Ma evidentemente la preoccupazione è alta ed enormi appaiono i timori che la voluntary disclosure spinta dal premier, Matteo Renzi, si possa trasformare in un fenomenale regalo ai sostenitori del terrorismo, specie quello di matrice islamica, a cominciare dall’Isis che nelle ultime settimane ha lanciato minacce pure al nostro Paese.

 

RICICLAGGIO DENARO SPORCO RICICLAGGIO DENARO SPORCO

Fatto sta che il Tesoro, si legge nel documento che circola fra gli istituti di credito, ricorda che «resta immutato l’obbligo di attivare le procedure di adeguata verifica della clientela, incluso l’obbligo di identificazione del titolare effettivo e l’applicazione di misure rafforzate di adeguata verifica della clientela, nel caso di elevato rischio di riciclaggio o finanziamento del terrorismo». Come dire: occhio a chi si presenta allo sportello per aprire un conto in cui far accreditare denaro dall’estero proprio con la voluntary disclosure.

 

Nelle carte del Tesoro, squisitamente tecniche, non si fa alcun accenno alla escalation di tensione legata alle vicende islamiche (dall’attacco terroristico a Parigi al settimanale Charlie Hebdo o la questione «Libia»), ma è evidente che il caso Isis, con i pericoli di infiltrazioni in Italia, c’entra. Eccome. Non a caso, la parola «terrorismo» compare ben tre volte nell’atto ufficiale .

 

RICICLAGGIO DI DENARO jpeg RICICLAGGIO DI DENARO jpeg

Via Venti Settembre spiega che i controlli antiriciclaggio vanno eseguiti in particolare «con riferimento alle fattispecie di rimpatrio di capitali e beni detenuti in paesi individuati dal Gafi come ad alto rischio e non cooperativi ovvero con lacune strategiche nei loro sistemi di prevenzione e contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo». Secondo il Tesoro le verifiche extra sono necessarie per assicurare una «esaustiva e aggiornata acquisizione di dati e informazioni utili a intercettare e mitigare il rischio di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo».

 

Di qui la necessità di monitorare, nell’ambito delle transazioni legate al rientro dei capitali, «tutti gli investimenti e tutte le attività di natura finanziaria costituiti o detenuti all’estero, anche indirettamente o per interposta persona, fornendo i relativi documenti e le informazioni».

 

Non solo: «Immutati - si legge nel documento - restano gli obblighi di registrazione e di segnalazione di eventuali operazioni sospette». Insomma- questo il senso dell’invito rivolto alle banche - non lasciate nulla al caso e alzate il livello di guardia. Del resto, ieri il procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti, ha detto che «ci sono già nel territorio nazionale soggetti potenzialmente pericolosi che controlliamo perché predisposti a compiere azioni terroristiche, sono monitorati e sarà fatta una attività incisiva di prevenzione». Evitare che abbiano pure soldi facili è meglio. 

 

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