DAL CONFLITTO DI INTERESSI AL GOVERNO DEI CONFLITTI DI INTERESSI - PAOLA SEVERINO È IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA PERFETTO PER IL BANANA SBUCCIATO (ERA IN CORSA PER IL DOPO-ALFANO MA LE VENNE PREFERITO NITTO PALMA) - NON AMA LE INTERCETTAZIONI E HA DIFESO TUTTI: L’ENI, L’ENEL, LA TELECOM, LA TOTAL, LA RAI, CALTARICCONE E PRODI - MA SOPRATTUTTO HA CURATO LA DIFESA DEL LEGALE DELLA FININVEST GIOVANNI ACAMPORA - SOLO LEI PUÒ GESTIRE IL CALDERONE POST-BANANA DELLA GIUSTIZIA…

Condividi questo articolo


Giampiero Calapà e Rita Di Giovacchino per "il Fatto quotidiano"

paola severinopaola severino PAOLA SEVERINOPAOLA SEVERINO

Ha difeso proprio tutti. L'Eni, l'Enel, la Telecom, la Sparkle, la Total e la Rai. E ancora Francesco Rutelli, Azzurra e Francesco Gaetano Caltagirone, Giuseppe Consolo, Roberto Formigoni, Lorenzo Cesa, Anna La Rosa e la moglie di Bruno Vespa, Augusta Iannini. Quindi è perfetta per ricoprire la carica di ministro della Giustizia: Berlusconi se n'era accorto prima di Monti, tanto che Paola Severino era già stata tra i papabili per sostituire Angelino Alfano (anche se poi le è stato preferito Nitto Palma).

GIOVANNI MARIA FLICK resizeGIOVANNI MARIA FLICK resize

A 63 anni è la prima donna ministro della Giustizia ma non è questo il suo unico primato. Avvocato penalista tra i più famosi, pro rettore della Luiss, ma anche docente di diritto penale e amministrativo nella medesima università della Confindustria, ha saputo costruire su di sé, tassello dopo tassello, il perfetto identikit della donna di potere. Dal 1997 al 2001 è stata, prima donna in assoluto, vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura militare, e poi docente nella Scuola allievi ufficiali dei carabinieri.

FRANCESCO RUTELLIFRANCESCO RUTELLI

Ricca e potente, proprio mentre rivestiva quell'incarico ha dichiarato un reddito di 3,3 miliardi di vecchie lire, primato dei manager pubblici nel 1998. Napoletana, sorriso stampato e ricci selvaggi di chi non ama il parrucchiere, l'avvocato Severino approda in via Arenula con quello che si dice un curriculum "di peso". Ad illustrarlo sono i nomi dei suoi clienti più famosi, in modo rigorosamente bipartisan e trasversale agli schieramenti politici.

FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE CON FIGLIA AZZURRAFRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE CON FIGLIA AZZURRA

Scelta saggia che le consente oggi, nelle alchemiche scelte del professor Monti primo ministro, di sedere sulla poltrona più scottante della transizione post-berlusconiana.
NEL 1996-'97 ha difeso Romano Prodi dall'accusa di abuso di ufficio nel processo sulla vendita della Cirio. Il fondatore dell'Ulivo l'aveva scelta perché lavorava nello studio di Giovanni Maria Flick, guardasigilli del governo Prodi, posto che oggi è chiamata ad occupare proprio lei. I tempi della giustizia sono lunghi e a volte si intrecciano, ma l'avvocato Severino sa guardare lontano.

Nel 1995 ha assunto su opposta sponda la difesa del legale della Fininvest Giovanni Acampora, accusato di corruzione in atti giudiziari nel processo Imi-Sir, poi fuso con il Lodo Mondadori, che ha visto Carlo De Benedetti e Silvio Berlusconi, fronteggiarsi nella "guerra di Segrate" fino alla sconfitta di quest'ultimo, condannato poco prima della caduta al maxi risarcimento di oltre 5 miliardi di euro. Fatto è che il marito Paolo Di Benedetto viene nominato nel 2003 commissario della Consob proprio da Berlusconi, ma il "cursus honorum" della moglie non accetta etichette.

Roberto FormigoniRoberto Formigoni

Colpo su colpo, la Severino non ne sbaglia uno. È stata legale di Cesare Geronzi nel crac Cirio, una delle sue poche sconfitte: il banchiere fu condannato a quattro anni e all'interdizione per altri quattro dai pubblici uffici. Alcune strade si incrociano nei corridoi del potere romano. La sua si è incrociata con quella di Francesco Gaetano Caltagirone. L'occasione è stata l'inchiesta di Perugia su Enimont, la "tangentopoli romana".

LORENZO CESALORENZO CESA

Perché anche l'imprenditore più importante di Roma (e più "liquido" di Italia) ha finito per affidare a lei i suoi affanni giudiziari. Un legame che si trasforma presto in amicizia, tanto da diventare anche avvocato del Messaggero, curando con impegno perfino le cause per diffamazione a mezzo stampa dei giornalisti della testata.
Cosa che non gli ha impedito di continuare a collezionare altri illustri clienti: dall'ex segretario generale del Quirinale Gaetano Gifuni nel processo sulla gestione dei fondi di Castelporziano all'ex sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, coinvolto nell'inchiesta sulla P3 per rapporti troppo ravvicinati con uno dei promotori della "società segreta", il famigerato Pasqualino Lombardi.

lar49 anna larosalar49 anna larosa

Come faccia Paola Severino a fare tante cose è un mistero, ma l'affollarsi dei molti incarichi nel suo studio in Prati, quartiere centrale di Roma, non le ha impedito di togliersi qualche sfizio cultural-mondano, partecipando a processi teatrali in cui ha difeso anche Galezzo Ciano, genero di Mussolini. Nelle aule vere, però, ha rappresentato le comunità ebraiche nel processo al nazista Erich Priebke.

Augusta IanniniAugusta Iannini

La forza della Severino è questa: tenersi lontana dalle diatribe politiche. Che siano il conflitto di interessi, il ruolo del pm o le carriere separate dei giudici, ha sempre preferito tenere un basso profilo. Sul web si trova traccia, però, di un convegno dell'Anm (11 marzo 2009), tema: le intercettazioni, che per lei "si rivelano spesso inefficaci sul piano probatorio". In quota Udc, anche per via della sua amicizia con Azzurra Caltagirone e Pieferdinando Casini, è una scelta trasversalmente perfetta nel "governo di unità nazionale". Chi meglio di lei può scansare le mille trappole che il ventennio berlusconiano ha disseminato sulla giustizia? A cominciare dalla fuoriuscita di Berlusconi non soltanto dalla vita politica, ma anche dalle aule giudiziarie.

 

Giovanni AcamporaGiovanni Acampora

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…

DAGOREPORT – PARTITI ITALIANI, PERACOTTARI D'EUROPA - L’ASTENSIONE “COLLETTIVA” SUL PATTO DI STABILITÀ È STATA DETTATA SOLO DALLA PAURA DI PERDERE CONSENSI IL 9 GIUGNO - SE LA MELONA, DOPO IL VOTO, PUNTA A IMPUGNARE UN PATTO CHE E' UN CAPPIO AL COLLO DEL SUO GOVERNO, IL PD DOVEVA COPRIRSI DAL VOTO CONTRARIO DEI 5STELLE – LA DUCETTA CONTINUA IL SUO GIOCO DELLE TRE CARTE PER CONQUISTARE UN POSTO AL SOLE A BRUXELLES. MA TRA I CONSERVATORI EUROPEI STA MONTANDO LA FRONDA PER IL CAMALEONTISMO DI "IO SO' GIORGIA", VEDI LA MANCATA DESIGNAZIONE DI UN CANDIDATO ECR ALLA COMMISSIONE (TANTO PER TENERSI LE MANINE LIBERE) – L’INCAZZATURA DI DOMBROVSKIS CON GENTILONI PER L'ASTENSIONE DEL PD (DITEGLI CHE ELLY VOLEVA VOTARE CONTRO IL PATTO)…

DAGOREPORT – GIUSEPPE CONTE VUOLE LA DIREZIONE DEL TG3 PER IL “SUO” GIUSEPPE CARBONI. IL DG RAI ROSSI NICCHIA, E PEPPINIELLO MINACCIA VENDETTA IN VIGILANZA: VI FAREMO VEDERE I SORCI VERDI – NEL PARTITO MONTA LA PROTESTA CONTRO LA SATRAPIA DEL FU AVVOCATO DEL POPOLO, CHE HA INFARCITO LE LISTE PER LE EUROPEE DI AMICHETTI - LA PRECISAZIONE DEL M5S: "RETROSCENA TOTALMENTE PRIVO DI FONDAMENTO. IN UN MOMENTO IN CUI IL SERVIZIO PUBBLICO SALE AGLI ONORI DELLE CRONACHE PER EPISODI DI CENSURA INACCETTABILI, IL MOVIMENTO 5 STELLE È IMPEGNATO NELLA PROMOZIONE DEGLI STATI GENERALI DELLA RAI..."