donald trump hillary anna wintour

IL CONTADO MAL-DESTRO E L'URBE SINISTRA - TRUMP STRAVINCE IN CAMPAGNA, HILLARY DOMINA LE CITTÀ: È DALLA RIVOLUZIONE FRANCESE CHE VA COSÌ, PASSANDO PER HITLER E ROOSEVELT FINO AL SUCCESSO DELLA BREXIT E DI ERDOGAN - LA SOCIETÀ URBANIZZATA E I SUOI CANDIDATI SONO DA SEMPRE SORDI ALLE ESIGENZE DI CHI VIVE ALL'ESTERNO. E PER QUESTO VENGONO PUNITI

 

Siegmund Ginzberg per “la Repubblica

DONALD TRUMP E MELANIA ALLA CASA BIANCADONALD TRUMP E MELANIA ALLA CASA BIANCA

 

Guardando le mappe del risultato delle presidenziali americane, ho una strana sensazione di deja vu. Specie quella dei risultati contea per contea. Ancora più della mappa del voto stato per stato, mostra un piccolo numero di poligoni azzurri (il colore che tradizionalmente indica il voto democratico) accerchiato da un mare immenso di poligoni rossi (il colore del voto repubblicano).

 

donald trump in nevadadonald trump in nevada

Le periferie (le campagne, avrebbe detto Mao un tempo) hanno accerchiato e sommerso le città. L' impressione visiva è simile a quella del dettaglio del voto di quest' estate che portò al Brexit. Simile agli ultimi due voti in Turchia che diedero quasi la maggioranza a Erdogan l' anno scorso. Simile a quello che potrebbe succedere nelle prossime votazioni in Europa.

 

sarah palin donald trumpsarah palin donald trump

Hillary Clinton ha preso il 93 per cento dei voti nel District of Columbia, il cuore della capitale Washington. L' 80 per cento e più a Manhattan e negli altri distretti di New York City. Oltre il 70 a Los Angeles e Chicago. In numero assoluto di voti, Clinton ne ha presi almeno 200.000 più di Trump. Che alla Casa Bianca vada Trump, che di voti ne ha presi meno di lei, dipende dal sistema dell' Electoral College, per cui in ciascuno Stato il primo arrivato prende tutti i grandi elettori.

 

donald trump in  new hampshiredonald trump in new hampshire

Nessun sistema elettorale è perfetto. Loro se lo tengono com' è da due secoli. Rispondeva, pare, alla preoccupazione dei padri fondatori della Costituzione che i più popolosi Stati del Nord pesassero molto più degli altri.

 

donald trump  in  new hampshiredonald trump in new hampshire

Ma la mappa del voto contea per contea mette ancor più in risalto un' altra anomalia: il voto democratico (blu) si concentra in alcune piazzeforti assediate da un mare repubblicano (rosso). L' America è fatta così: grandi città circondate da enormi estensioni molto meno abitate. Persino a New York se si esce dalla città si è subito immersi nel verde infinito della Hudson Valley.

anche la figlia di john wayne alissa appoggia donald trumpanche la figlia di john wayne alissa appoggia donald trump

 

 Anzi, in questa stagione di foliage autunnale, da infinite sfumature di rosso e giallo, di struggente bellezza. Nelle grandi città la percezione dominante è quella delle élite. Nel resto del paese è sparso l'"americano medio". La mappa delle contee sarebbe dominata dal rosso anche se avesse vinto la Clinton, e lo era anche quando vinse Obama. Anche in America le città sono in genere più "di sinistra", più moderniste, e le campagne più "di destra", più conservatrici.

 

willie robertson donald trumpwillie robertson donald trump

È sempre stato un po' così. Anche in Europa. La Parigi della Rivoluzione francese ebbe i suoi guai con la Vandea cattolica e contadina che parteggiava per Nobili e Monsignori. Un classico degli anni '60, "Le origini della dittatura e della democrazia" di John Barrington Moore, faceva delle campagne la culla della prima e delle città la culla della seconda. Il nazismo, contrariamente a quel che si può credere, non si era affermato a Berlino, città ad esso ostile, ma nella provincia.

 

Nel suo "E adesso piccolo uomo", Hans Fallada raccontò quasi in presa diretta come i kleine mann avevano cominciato ad amare Hitler. In America, per spiegare Trump ritorna il concetto, che risale agli stessi anni Trenta, dei forgotten men, la classe media bianca arrabbiata, "dimenticata" e "invisibile", tanto da sfuggire ai sondaggi.

Allora non andò allo stesso modo dappertutto. In America i "dimenticati", avevano votato per Roosevelt, che gli offriva il New Deal.

 

trump rednecktrump redneck

In Francia avevano votato per il Fronte popolare di Léon Blum.

La cosa più sgradevole delle mappe di queste presidenziali Usa è che ritraggono un vento cattivo che non soffia solo in America. C' è chi ha notato che la vittoria di Trump è una sorta di Brexit, ma di portata mondiale. Ebbene, la prima impressione visiva delle mappe del day-after di quel referendum mostrava una simile prevalenza delle "campagne" e delle periferie dimenticate sottovalutate e arrabbiate.

 

redneck per trumpredneck per trump

E non a caso analoga fu la sorpresa: eravamo andati a letto convinti dagli exit poll che avesse vinto il Remain per poi scoprire al mattino che era successo l' esatto contrario. Anche in quel caso le grandi città, che a cominciare da Londra avevano votato quasi plebiscitariamente per restare in Europa, apparivano sommerse da sterminate campagne per l' Exit. Una sola eccezione: la Scozia intera, che per far dispetto agli inglesi, aveva votato Remain.

 

C' è un' altra mappa elettorale ancora, che fornisce un' impressione visiva similare: quella delle elezioni parlamentari in Turchia nel Novembre 2015. Quasi tutta l' Anatolia (la Turchia profonda che potremmo fare corrispondere all' America profonda che ha votato Trump) ha il colore (in questo caso il giallo) assegnato all' Akp, il partito di Erdogan. Il viola indica i distretti in cui ha prevalso il Partito curdo. Il rosso le poche città costiere in cui ha continuato a prevalere il partito laico kemalista.

hillary clinton anna wintourhillary clinton anna wintour

 

Istanbul è gialla perché è lì che hanno trovato fortuna e rivendicano il loro islamismo gli ex-dimenticati arrivati a milioni in questi anni dalle "campagne" dell' Anatolia. Questo succedeva prima del golpe, ben prima dell' intensificarsi della deriva autoritaria, ben prima che fosse tolta l' immunità ai parlamentari curdi che sono il principale ostacolo alle modifiche costituzionali che darebbero il potere assoluto al presidente. Erdogan aveva il consenso delle "campagne" ben prima di quello ottenuto sventando il golpe.

 

Non ho mappe analoghe per le elezioni che hanno portato al potere nella democrazia più popolosa del mondo, l' India, un partito religioso nazionalista, che diffida del resto del mondo e delle altre religioni. Sospetto che anche lì c' entrino qualcosa le "campagne", la maggioranza indù che si sente arrabbiata e dimenticata e per questo se la prende con musulmani e laici.

donald trump chuck norrisdonald trump chuck norris

 

Le campagne che accerchiano le città erano una delle immagini più fortunate di Mao e della sua rivoluzione militare e contadina. Se però ci sia in Cina un vento analogo a quello che soffia in America e in Europa non ci è dato sapere: semplicemente perché la Cina non vota.

redneck yacht club  9redneck yacht club 9redneck yacht club  14redneck yacht club 14redneck yacht club  11redneck yacht club 11redneck yacht club  15redneck yacht club 15redneck yacht club  6redneck yacht club 6redneck yacht club  17redneck yacht club 17redneck yacht club  7redneck yacht club 7raduno rednecksraduno rednecks

Ultimi Dagoreport

matteo zuppi giuseppe conte

DAGOREPORT – IL CARDINALE ZUPPI SI ACCORGE SOLO ORA CHE LA CHIESA ITALIANA HA UN PROBLEMA CON L’8 PER MILLE E ACCUSA IL GOVERNO DI AVERE “MODIFICATO IN MODO UNILATERALE LE FINALITÀ DI ATTRIBUZIONE DEI FONDI” – IN REALTA’ I GUAI ECONOMICI PER LA MASTODONTICA STRUTTURA DELL’EPISCOPATO ITALIANO SONO NATI CON IL PRIMO GOVERNO CONTE, CHE HA MODIFICATO PER PRIMO IL MODELLO PER L’ASSEGNAZIONE DELL’8 PER MILLE – EPPURE, QUANDO PEPPINIELLO, PRESSOCHÉ SCONOSCIUTO, DIVENNE PREMIER, LA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIA ESULTÒ. NIPOTE DI UN FRATE CAPPUCCINO, DEVOTO DI PADRE PIO, SEMBRAVA QUASI UN DONO DELLA DIVINA PROVVIDENZA. INVECE CONTE E LE TRUPPE LAICISTE DEL’M5S HANNO PRODOTTO LE LEGGI PIÙ DANNOSE DEGLI ULTIMI 50 ANNI PER LE CONFESSIONI RELIGIOSE…

giorgia meloni matteo salvini elly schlein giuseppe conte bonelli fratoianni

DAGOREPORT - L’ESITO DEL REFERENDUM, LANCIATO DALLA SETE DI POTERE DI LANDINI IN CUI SONO CADUTI GLI INETTI SCHLEIN E CONTE, HA SPINTO UNA BEFFARDA MELONI A CANTARE VITTORIA DETTANDO AI SUOI GAZZETTIERI CHE IL RISULTATO “RISCHIA DI INCHIODARMI A PALAZZO CHIGI PER DIECI ANNI”. COME SE IL 70% CHE SE N'È FREGATO DI ANDARE A VOTARE, SIA TUTTO A FAVORE DELLA DESTRA. UNA FURBATA DA VENDITORE DI TAPPETI PERCHÉ IL FUTURO DEL GOVERNO MELONI NON E' PER NIENTE DIPINTO DI ROSA. A PARTE LA DISCRIMINANTE GEOPOLITICA, CHE VEDE IL TURBO-SOVRANISMO ANTI-UE DI SALVINI COZZARE CON IL RIPOSIZIONAMENTO EURO-PPE DELLA CAMALEONTICA DUCETTA, IL PASSAGGIO PIÙ DIFFICILE ARRIVERÀ CON LE REGIONALI DEL PROSSIMO AUTUNNO, DOVE RISCHIA SERIAMENTE DI PERDERE LE MARCHE MENTRE IL VENETO È APPESO ALLE MOSSE DI ZAIA. I TIMORI DELLA MELONI SI SONO APPALESATI QUANDO È SBUCATO IL NASO AD APRISCATOLE DI DONZELLI ANNUNCIANDO UN’APERTURA SUL TERZO MANDATO CON LO SCOPO DI LANCIARE UN SALVAGENTE A SALVINI E NELLO STESSO TEMPO MANDARE ALL’ARIA IL CAMPOLARGO IN CAMPANIA - DALL'ESITO DELLE REGIONALI LA SGARBATA PREMIER DELLA GARBATELLA CAPIRA' SE HA I NUMERI PER ANDARE AL VOTO ANTICIPATO SENZA SALVINI TRA I PIEDI…

gabriele gravina luciano spalletti gianpiero ventura giorgia meloni carlo tavecchio franco carraro matteo salvini matteo renzi giuseppe conte elly schlein

DAGOREPORT! IL CALCIO È POLITICA! NEL FLOP DELLA NAZIONALE SI RINTRACCIANO GLI INGREDIENTI PEGGIORI DEL PAESE: INCOMPETENZA, IMPROVVISAZIONE, MANCANZA DI PROFESSIONALITÀ. L’ITALIA È UN PAESE G7 CHE È FUORI DAI TAVOLI CHE CONTANO (DALL’UCRAINA ALLA LIBIA) E NEL CALCIO AFFONDA NELLA MEDIOCRITÀ. GRAVINA È L’EMBLEMA DELLA MANCATA ASSUNZIONE DI RESPONSABILITA’ AL PARI DI ELLY SCHLEIN CHE DOPO LA BATOSTA REFERENDARIA, SI AGGRAPPA AI NUMERI, PER DIRE CHE SÌ IL CENTROSINISTRA HA PIÙ VOTI DELLA MELONI. LA SCONFITTA? SOLO UN DETTAGLIO - NELLE SQUADRE I GIOVANI NON TROVANO SPAZIO, NEI PARTITI IDEM, A MENO CHE NON SIANO POLLI DI BATTERIA. LA CANDIDATURA ALLA GUIDA DEL CONI DI FRANCO CARRARO, A 85 ANNI, MOSTRA L’ETERNO RITORNO DELL’ETERNO RIPOSO - PER QUANTO ANCORA DOVREMO SORBIRCI LE SCENEGGIATE AUTO-ASSOLUTORIE DELLA FIGC? PER QUANTO ANCORA I NOSTRI POLITICI POTRANNO RIFILARCI SUPERCAZZOLE? - LE RESPONSABILITA' DEI MEDIA - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagirone giorgia meloni giovanbattista fazzolari mediobanca nagel alberto

DAGOREPORT - IL GIORNO DEL GIUDIZIO SI AVVICINA, CAMPO DI BATTAGLIA: L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA DEL 16 GIUGNO. IN CASO DI VITTORIA DELL'INFERNALE CALTAGIRONE, SI SPALANCHEREBBERO LE PORTE DI TRE DELLE PRINCIPALI ISTITUZIONI FINANZIARIE ITALIANE (GENERALI, MEDIOBANCA E MPS) AL GOVERNO MELONI: UN FATTO POLITICO EPOCALE – SUDORI FREDDI A MILANO CHE SI CHIEDE ATTONITA: COME PUÒ VENIRE IN MENTE A CALTARICCONE DI SCALARE IL GRUPPO EDITORIALE ‘’CLASS’’ PERCHÉ A LUI CONTRARIO (DETIENE IL SECONDO QUOTIDIANO ECONOMICO, “MILANO FINANZA”)? UN’ATTITUDINE AUTORITARIA CHE DEL RESTO FA MAGNIFICAMENTE SCOPA CON IL “QUI COMANDO IO!” DEL GOVERNO MELONI – SUDORI FREDDISSIMI ANCHE A ROMA: SI ACCAVALLANO LE VOCI SUGLI EREDI DEL VECCHIO, GRANDE PARTNER CON LA HOLDING DELFIN DELLE SCALATE CALTAGIRONESCHE, CHE SPINGONO IL LORO CEO FRANCESCO MILLERI A SGANCIARSI DAL BOSS ROMANO DEL CALCESTRUZZO. CHE UNA PARTE DELLA TURBOLENTA FAMIGLIA NON SOPPORTI MILLERI, È UN FATTO. CHE CI RIESCA, È UN’ALTRA STORIA - LA DECISIONE DELLA DELFIN (HA IL 20% DI AZIONI MEDIOBANCA) È INFATTI DIRIMENTE: IN CASO DI FALLIMENTO IL 16 GIUGNO, SAREBBE LA CULATA DEFINITIVA NON SOLO ALL’OTTUAGENARIO “PADRONE DI ROMA” MA ANCHE UN SONORO "VAFFA" AI SOGNI DI MELONI E FAZZOLARI DI ESPUGNARE IL POTERE IN MANO AI “BANCHIERI DEL PD”… 

biennale di venezia antonio monda pietrangelo buttafuoco alessandro giuli alfredo mantovano

DAGOREPORT - ANTONIO MONDA, IL ''BEL AMI'' PIÙ RAMPINO DEL BEL PAESE, È AGITATISSIMO: SI È APERTA LA PARTITA PER LA DIREZIONE DELLA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA DEL 2026 - UNA POLTRONISSIMA, CHE DOVREBBE FAR TREMARE I POLSI (È IN CONCORRENZA CON IL FESTIVAL DI CANNES), CHE DA ANNI TRAVAGLIA LA VITA E GLI INCIUCI DEL GIORNALISTA MONDA, MAGNIFICAMENTE DOTATO DI UNA CHIAPPA A SINISTRA (“REPUBBLICA” IN QUOTA ELKANN); MENTRE LA NATICA DI DESTRA, BEN SUPPORTATA DAL FRATELLO ANDREA, DIRETTORE DELL’”OSSERVATORE ROMANO”, GODE DEI BUONI RAPPORTI CON IL PIO ALFREDO MANTOVANO - ALL’ANNUNCIO FATALE DI GIULI, SU INPUT DI MANTOVANO, DI CONSEGNARE LA MOSTRA DEL 2026 NELLE MANINE FATATE DI MONDA, IL PRESIDENTE DELLA BIENNALE BUTTAFUOCO, CHE NON HA MAI STIMATO (EUFEMISMO) L’AEDO DELLA FUFFA ESOTERICA DI DESTRA, AVREBBE ASSUNTO UN’ESPRESSIONE ATTONITA, SAPENDO BENE COSA COMPORTEREBBE PER LUI UN FALLIMENTO NELLA RASSEGNA CINEMATOGRAFICA, MEDIATICAMENTE PIÙ POPOLARE E INTERNAZIONALE (DELLE BIENNALI VENEZIANE SU ARCHITETTURA, TEATRO, BALLETTO, MUSICA, NON FREGA NIENTE A NESSUNO)

marina berlusconi silvio vanadia greta jasmin el moktadi in arte grelmoss - 3

DAGOREPORT - BUNGA BUNGA FOREVER! IL VERO ''EREDE ORMONALE" DI SILVIO BERLUSCONI È IL NIPOTE SILVIO, RAMPOLLO PRODOTTO DEL MATRIMONIO DI MARINA CON MAURIZIO VANADIA - SE IL CAVALIER POMPETTA PROVOCAVA INQUINAMENTO ACUSTICO E DANNI ALL'UDITO GORGHEGGIANDO CANZONI FRANCESI E NAPOLETANE, IL VENTENNE EREDE BERLUSCHINO NON E' DA MENO: E' BEN NOTO ALLE SPERICOLATE NOTTI MILANESI LA SUA AMBIZIONE DI DIVENTARE UN MITO DEL RAP, TENDENZA SFERA EBBASTA E TONY EFFE - SUBITO SPEDITO DA MAMMA MARINA A LONDRA, IL DISCOLO NON HA PERSO IL VIZIO DI FOLLEGGIARE: DA MESI FA COPPIA FISSA CON LA CURVACEA GRETA JASMIN EL MOKTADI, IN "ARTE" GRELMOS. PROFESSIONE? CANTANTE, MODELLA E INFLUENCER, NATA A NOVARA MA DI ORIGINI MAROCCHINE (COME LA RUBY DEL NONNO) - IL RAMPOLLO SU INSTAGRAM POSTA FOTO CON LE MANINE SULLE CHIAPPE DELLA RAGAZZA E VIDEO CON SOTTOFONDO DI CANZONI CON RIME TIPO: "GIRO A SANTA COME FA PIER SILVIO, MANCA UN MILIARDINO. ENTRO IN BANCA, MI FANNO L'INCHINO". MA PIER SILVIO È LO ZIO E MARINA E' FURIBONDA... - VIDEO