CONTI CHE NON TORNANO – GOVERNO A CACCIA DI SOLDI, MA NON SULLE PENSIONI, GARANTISCE RENZIE – LA PARTITA DELLE RIFORME PER OTTENERE FLESSIBILITÀ SUL DEBITO DA BRUXELLES - MA SONO SOLO PAROLE, PAROLE, PROMESSE, PROMESSE….

Renzie blocca con una serie di tweet il tam tam sulle pensioni. L’idea è sempre quella di presentarsi a Bruxelles con importanti riforme su fisco, lavoro, pubblica amministrazione e giustizia civile. Il 10 settembre arrivano i dati sulle entrate fiscali e si capirà che razza di manovra va fatta….

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Carlo Bertini per “La Stampa”

 

RENZI A FORTE DEI MARMI CON LA FAMIGLIA RENZI A FORTE DEI MARMI CON LA FAMIGLIA

Il momento clou, la data in cui si saprà quale manovra andrà fatta, è il 10 settembre: quando arriveranno i dati aggiornati con le entrate dei mesi cruciali per lo Stato, giugno-luglio e quando si avrà il polso del dato sul pil del terzo trimestre. Ma prima di quella data, la scadenza di fine agosto del consiglio europeo, è quella in cima ai pensieri del premier.

 

«Cerchiamo di arrivare con atti di governo che convincano i partner che siccome i problemi sono comuni, noi come paese stiamo accelerando, ma bisogna che in Europa si muovano come sta facendo la Bce aprendo a politiche monetarie più espansive», spiega un membro del governo. Che racconta pure come «questa cosa delle pensioni buttata lì così ha provocato più di un problema. La gente con mille euro al mese ci ferma per strada per chiedere se pensiamo di ridurre anche le loro».

 

renzi renzi

Tutto si tiene, perché le tensioni create in questi giorni dalle ipotesi su misure allo studio per recuperare risorse dalle pensioni più alte, così come l’allarme su manovre lacrime e sangue non giochino a favore di quello che per il premier è l’obiettivo numero uno: presentarsi a fine agosto a Bruxelles con le carte in regola su fisco, lavoro, pubblica amministrazione, giustizia, per affrontare al meglio le questioni sul tappeto evitando di trasmettere l’immagine di un’Italia in affanno.

SUSANNA CAMUSSO GIULIANO POLETTI SUSANNA CAMUSSO GIULIANO POLETTI

 

Ecco perché sia Palazzo Chigi che il ministero dell’Economia non hanno gradito in questa fase le aperture di Poletti su un prelievo a carico delle pensioni più alte. E pure delle polemiche innescate in seno ai partiti di maggioranza non si sentiva il bisogno in un momento così delicato: insomma anche se il tema di una fascia di pensionati molto ben retribuiti, privilegiati da regole di un tempo che fu molto generose, esiste, i dossier aperti rischiano di esser richiusi a stretto giro, almeno fino a nuovo ordine.

 

giancarlo padoan giancarlo padoan

Anche perché le misure adottate dai governi precedenti su quelle oltre i 90 mila euro lordi hanno portato poche decine di milioni di introiti.?«I giornali di agosto sono pieni di progetti segreti del Governo. Talmente segreti che non li conosce nemmeno il Governo #nonesiste #maddeche», twittava ieri poco dopo le otto del mattino il presidente del Consiglio, visibilmente irritato dal tam tam rimbalzato in questi giorni sui media sia di prelievi sulle pensioni sia di trattative con Bruxelles per ottenere sconti sugli impegni assunti.

 

MILANO - FRANCESCA PASCALE E IL PENSIONATO CON LA SCRITTA NON SONO COMUNISTA MILANO - FRANCESCA PASCALE E IL PENSIONATO CON LA SCRITTA NON SONO COMUNISTA

Renzi da giorni ripete che «l’Italia rispetterà il parametro del 3%» senza se e senza ma, quindi non intende far cadere di nuovo il paese nel mirino di una procedura di infrazione. Specie dopo che proprio ieri il governo ha salutato con soddisfazione la nota da Bruxelles che apre qualche spiraglio sulla chiusura di un’altra procedura a carico dell’Italia, quella sul ritardo nei pagamento dei debiti della pubblica amministrazione: il sottosegretario Sandro Gozi ha condotto la trattativa, spiegando nel dettaglio cosa prevedono le nuove regole e che lo stock di arretrati verrà smaltito.

 

PENSIONATI RITIRANO ALLA POSTA PENSIONATI RITIRANO ALLA POSTA

E anche i progetti di cui si parla sul debito pubblico non sono un buon viatico per quella che sembra la vera partita tutta da giocare e cioè una maggiore flessibilità sul piano di rientro triennale che a partire dal 2016 obbligherà l’Italia a tagliare di 50 miliardi l’anno il nostro stock ormai a livelli insostenibili.

 

 

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