salvini di maio conte

COSA PUO’ ACCADERE NEI PROSSIMI MESI ALL’ITALIA, PROCEDURA DI INFRAZIONE A PARTE - IL GOVERNO DEVE INCASSARE 18 MILIARDI DI EURO NEL 2019 CON LE DISMISSIONI E UN MODO E’ TRASFERIRE A CASSA DEPOSITI E PRESTITI - CHE LO STATO CONTROLLA ALL'85%, CON UN 15% IN MANO ALLE FONDAZIONI - LE RESTANTI PARTECIPAZIONI PUBBLICHE IN ENI, ENEL, POSTE, ENAV E LEONARDO. SEMBRA UNA PARTITA DI GIRO MA E’ PIU' RILEVANTE DI COSI’. ECCO PERCHE’... - NEL 2019 POTREBBE RISALIRE IL DEBITO E ORA SONO CALATI I CONSUMI - LO SCENARIO

1 - I PUNTI OSCURI

Federico Fubini per il “Corriere della Sera”

 

MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE

Dopo averli apostrofati in vari modi poche settimane fa, Rocco Casalino oggi può ringraziare gli uomini del ministero dell'Economia se resta portavoce di Palazzo Chigi. Coordinati dal ministro Giovanni Tria, sono loro ad aver trovato le soluzioni tecniche che (per ora) tengono in scacco la procedura europea sui conti dell'Italia. Fosse andata diversamente, la tensione sui mercati poteva travolgere il governo e l'incarico di Casalino stesso.

 

Invece, da quando un mese fa l'Italia ha avviato un dialogo con la Commissione, cercando un compromesso, i rendimenti del debito a 10 anni si sono distesi quasi dell' uno per cento. Riconoscere da Roma che qualcuno in Europa abbia voce in capitolo sul bilancio ha avuto un effetto potente, perché ha spazzato via i sospetti che il governo preparasse l' addio all' euro. Restano però zone d' ombra in quegli impegni presi con Bruxelles: tocca ora agli azionisti politici del governo illuminarle, non ai ministri tecnici o ai loro staff.

conte salvini di maio

 

Il governo si è impegnato ad accelerare il programma di cessioni fino a incassare 18 miliardi di euro nel 2019. Se si guardano i tempi recenti non parrebbe realistico, perché si tratta di incassi di una ventina di volte superiori a quelli di gran parte degli ultimi anni.

Eppure un percorso per arrivare all' obiettivo è stato individuato, anche se esso a sua volta apre altre incognite. È ambiziosa, non assurda, l'intenzione di raccogliere 900 milioni con vendite di immobili pubblici: nel 2016 furono persino un po' di più.

 

Ma esiste solo un altro modo che il Tesoro ha potuto trovare per raccogliere in fretta gli altri 17 miliardi: trasferire a Cassa depositi e prestiti - che lo Stato controlla all' 85%, con un 15% in mano alle fondazioni - le restanti partecipazioni pubbliche in Eni, Enel, Poste, Enav e Leonardo. Poiché Cdp è fuori dal bilancio dello Stato, benché controllata dal Tesoro, formalmente si tratterebbe una «privatizzazione» i cui introiti riducono il debito.

luigi di maio giuseppe conte matteo salvini giovanni tria

 

Di fatto però sembra una partita di giro contabile, con due implicazioni: arrocca il controllo di quelle partecipazioni strategiche in un contenitore dal quale diventa un po' più arduo per chiunque esigere la cessione a terzi fuori dall'Italia, nell' ipotesi di una crisi di debito come in Grecia; ma riduce almeno del 15% i dividendi che risalgono la catena di controllo da Eni e dalle altre aziende attraverso Cdp fino allo Stato, che così incasserà circa 200 milioni l' anno in meno per sempre. E a quel punto non avrà più niente di cospicuo da vendere in tempi brevi e mani sicure.

 

CONTE DI MAIO SALVINI

L' operazione serve a ridurre il debito pubblico e dunque gli interessi. Ma se è così estrema, è perché lo sono anche i timori che il debito nel 2019 - dopo anni di lievissimi cali - risalga in proporzione alla taglia dell' economia, cioè al Pil. Sulla carta, non dovrebbe: secondo il governo la dimensione dell' economia espressa in quantità di euro dovrebbe salire del 2,2% a oltre 1.800 miliardi (1% di crescita reale, più 1,2% di inflazione), dunque un deficit del 2,04% del Pil basterebbe a far calare il debito.

 

Nella realtà invece questo scenario sembra improbabile: a novembre sono caduti anche i consumi, che valgono due terzi del Pil, dunque l' Italia sta arretrando e entrerà nel 2019 in retromarcia; oggi la stima più credibile di crescita reale nel 2019 è di circa la metà di quella prevista dal governo mentre, con la caduta del prezzo del petrolio, anche l' inflazione frena. Poiché dunque un deficit al 2,04% ormai rischia di far salire il debito in rapporto al Pil, il governo «privatizza» tramite la sua controllata Cdp.

 

SALVINI DI MAIO CONTE

Ma non è detto che basti, perché nel frattempo sta partendo anche una seconda operazione: gli anticipi di cassa della stessa Cdp agli enti locali in ritardo nei pagamenti ai fornitori per decine di miliardi. Quegli anticipi diventeranno altro debito pubblico che conta per Bruxelles.

 

L' altro problema è che il deficit nel 2020 è diretto oltre il 3% del Pil, se il governo non aumenta l' Iva e altre imposte indirette per più di 20 miliardi il prossimo autunno. La ragione è semplice: di quei 10,25 miliardi di limature al deficit nell' accordo con la Ue, solo 400 milioni dai giochi d' azzardo sono permanenti.

 

SALVINI CONTE DI MAIO

Il resto sono solo ritardi di avvio dei programmi di spesa e rinvii di cassa al 2020 di investimenti sui contributi statali ai fondi europei o del fondo di sviluppo e coesione. Investimenti in meno l' anno prossimo, che rispuntano l' anno dopo. In sostanza la spesa pubblica con questo governo sale molto e resta inalterata in bilancio per non scomodare alcuna lobby, non dispiacere a un solo elettore. Il problema dell' Italia e del suo debito è rinviato di qualche mese. Risolto, no.

 

2 - SALVINI E DI MAIO TEMONO RINVII SULLE MISURE-SIMBOLO

Marco Conti per “il Messaggero”

 

La confusissima manovra di Bilancio prende corpo tra mille difficoltà nell' emendamento che la riscrive e che arriverà solo oggi nell' aula di palazzo Madama. Molti i tagli che iniziano ad emergere (investimenti e pensioni su tutto), nuove tasse, ma soprattutto sono incerti i tempi di realizzazione delle due principali promesse: Reddito e Quota100.

DI MAIO CONTE SALVINI

 

E se il giorno dell' accordo con Bruxelles che ha evitato la procedura ha scatenato la ola dei Cinquestelle intorno al premier Giuseppe Conte, da ieri è cambiata la musica con Casaleggio e Grillo che sono tornati a puntare su Luigi Di Maio non apprezzando, forse, alcuni complimenti ricevuti dal presidente del Consiglio.

 

Brucia ai due vice l' accusa di aver ceduto a Bruxelles e ancor più il passo indietro che fa slittare molto in là Reddito e pensioni, mentre dal primo gennaio scatteranno tutte le altre misure che servono per finanziarle. Dal blocco alla rivalutazione delle pensioni al sostanziale fermo degli investimenti pubblici.

moavero conte tria

 

In attesa di aprile, mese in cui il ministro Tria ipotizza la partenza del reddito di cittadinanza e di Quota100, Di Maio e Salvini vanno in cerca di temi che possano riempire i mesi mancanti all' entrata in funzione delle due misure. Il M5S ci prova domani con i gazebo che esalteranno la legge anticorruzione mentre alla Camera si inizierà l' esame in terza lettura della manovra. Salvini non è da meno e spinge affinchè oggi il consiglio dei ministri si occupi dell' autonomia da concedere alle regioni del Nord, Lombardia e Veneto in testa in modo da rivendicare il successo.

 

GIOVANNI TRIA VALDIS DOMBROVSKIS

Mentre «il Parlamento è ridotto a farsa», come denuncia Emma Bonino, per la discussione che da giorni procede su un testo fantasma, continua lo scontro M5S-Lega su alcune misure che rischiano di non entrare, di essere anch' esse posticipateo cancellate. Ma lo slittamento che più brucia alla Lega, perchè rischia di impattare molto sull' economia del Nord, è l' Iva che è prevista possa aumentare di 23 miliardi nel 2020 e di 29 nel 2021.

 

C' è chi in Forza Italia è convinto che in questo modo M5S e Lega abbiano messo la data di scadenza dell' esecutivo poichè già sa di non dover fare la prossima legge di Bilancio che nel 2020 comincerà da meno 23 miliardi, quasi il doppio della cifra che si è dovuta recuperare quest' anno.

 

Blindare le due misure simbolo diventa quindi per Salvini e Di Maio fondamentale, visto il rischio che dall' emendamento escano ulteriori necessità di spesa o di risparmi sotto forma di slittamenti. In una manovra di bilancio tutta piegata su un orizzonte brevissimo di legislatura, spicca la cautela degli investitori che lasciano lo spread ancora molto alto rischiando di far saltare anche la speranza del ministro dell' Economia di poter recuperare un paio di miliardi con lo spread sotto quota 200.

 

il ministro giovanni tria (2)

La congiuntura internazionale e le difficoltà che iniziano ad emergere nell' economia americana, non aiutano l' esecutivo e il presidente del Consiglio Conte impegnato anche ieri con i «numerini» dell' emendamento.Lo sconcerto che circolava ieri al Senato per una manovra che fatica a prendere forma e che non è come quella pensata la notte del balcone, è anche dei senatori grillini e dello stesso presidente della Commissione Bilancio Daniele Pesco che ad un certo punto dei lavori si è appellato alla presidente Casellati: «Cosa dobbiamo fare perché non siamo pronti e c' è ancora molto lavoro da fare».

 

cassa depositi e prestiti 3

I grillini che svuotano il ruolo del Parlamento è forse in linea con la promessa di «aprirlo come una scatoletta di tonno», ma scatena le opposizioni e fa provare al Paese il brivido dell' esercizio provvisorio. Mentre l' intervento di Di Maio che annuncia un' operazione per zittire le sirene berlusconiane che puntano a guadagnare senatori per un governo di centrodestra, sono segno di una debolezza che Salvini, a tempo debito, potrebbe saper sfruttare.

Ultimi Dagoreport

ravello greta garbo humphrey bogart truman capote

DAGOREPORT: RAVELLO NIGHTS! LE TROMBATE ETERO DI GRETA GARBO, LE VANCANZE LESBO DI VIRGINIA WOOLF, RICHARD WAGNER CHE S'INVENTA IL “PARSIFAL'', D.H. LAWRENCE CHE BUTTA GIU’ L'INCANDESCENTE “L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY’’, I BAGORDI DI GORE VIDAL, JACKIE KENNEDY E GIANNI AGNELLI - UN DELIRIO CHE TOCCO’ IL CLIMAX NEL 1953 DURANTE LE RIPRESE DE “IL TESORO D’AFRICA” DI JOHN HUSTON, SCENEGGIATO DA TRUMAN CAPOTE, CON GINA LOLLOBRIGIDA E HUMPHREY BOGART (CHE IN UN CRASH D’AUTO PERSE I DENTI E VENNE DOPPIATO DA PETER SELLERS). SE ROBERT CAPA (SCORTATO DA INGRID BERGMAN) SCATTAVA LE FOTO SUL SET, A FARE CIAK CI PENSAVA STEPHEN SONDHEIN, FUTURO RE DI BROADWAY – L’EFFEMINATO CAPOTE CHE SI RIVELÒ UN BULLDOG BATTENDO A BRACCIO DI FERRO IL “DURO” BOGART - HUSTON E BOGEY, MEZZI SBRONZI DI GIORNO E UBRIACHI FRADICI LA NOTTE, SALVATI DAL CIUCCIO-TAXI DEL RISTORANTE ‘’CUMPÀ COSIMO’’ - QUANDO CAPOTE BECCÒ IL RE D’EGITTO FARUK CHE BALLAVA ALLE 6 DEL MATTINO L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI BOGART… - VIDEO

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO