COTTARELLI AL DENTE - L’EX COMMISSARIO ALLA SPENDING REVIEW SI TOGLIE QUALCHE MACIGNO DALLE SCARPE E BOCCIA LA RIFORMA MADIA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE (“NON HA RISPARMI”) E I GOVERNI LETTA-RENZI (“MANCAVANO GLI OBIETTIVI”)

Cottarelli segnala anche che “occorre riconoscere che spesso scelte impopolari sono necessarie” e possono “comportare revisioni che toccano non solo i soliti pochi privilegiati, ma anche un’ampia fascia della popolazione” - “La complessità dei testi legislativi è tale che i vertici dei ministeri a partire dai ministri hanno difficoltà”…

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Carlo Cottarelli Carlo Cottarelli

Antonella Baccaro per il “Corriere della Sera”

 

Gli ormai mitici testi della spending review de ll’ex commissario Carlo Cottarelli, reclamati da più parti in nome della trasparenza, restano tuttora coperti dal mistero. In compenso l’Istituto Bruno Leoni ha dato alle stampe l’ultimo discorso ufficiale del commissario: la «Lectio Marco Minghetti», tenuta a fine 2014, commentata da Lucrezia Reichlin (London Business School) e Nicola Rossi (Università Tor Vergata Roma).

 

MARIANNA MADIA MARIANNA MADIA

Parole, quelle di Cottarelli, che suonano talvolta caute, talatra accusatorie. Come quando afferma che «non bisogna farsi illusioni: la riforma è stata avviata ma è lontano dall’essere completata», o quando ammette che la parte del leone nella spending «l’hanno fatta i tagli alle spese di beni e servizi», e che va verificato ex post che «gli enti territoriali siano riusciti effettivamente a raggiungere i risparmi» senza aumenti di tasse.

 

Ed ecco i messaggi in bottiglia: al ministro della Funzione pubblica, Marianna Madia, dice che «gli obiettivi della riforma della P.a. non sembrano includere, almeno non esplicitamente, il risparmio di risorse»: «Spero si possa ovviare» è la chiosa. E ancora: «Non si può far finta che (con i tagli ndr ) non ci siano risparmi in termini di personale».

 

RENZI E LETTA ALL ASSEMBLEA NAZIONALE PD RENZI E LETTA ALL ASSEMBLEA NAZIONALE PD

Al governo (Letta e Renzi, l’incarico di Cottarelli è a cavallo tra i due esecutivi) rimprovera la mancanza di obiettivi: «In un anno non ho mai sentito dire che una certa proposta di spesa non è accettabile perché è contraria ai nostri principi fondamentali su quello che lo Stato dovrebbe fare». Ma anche che «occorre riconoscere che spesso scelte impopolari sono necessarie». E possono «comportare revisioni che toccano non solo i soliti “pochi privilegiati”, ma anche un’ampia fascia della popolazione».

 

Ed è ancora un’accusa quella del commissario che dice: «La complessità dei testi legislativi è tale che i vertici dei ministeri a partire dai ministri hanno difficoltà» a seguirne la definizione: «Non è talvolta chiarissimo chi abbia scritto materialmente questo o quell’altro comma». O quando, sull’attuazione delle leggi, sollecita «controlli di sostanza e non di forma» e «penalità in caso di mancata implementazione».

LETTA-RENZI LETTA-RENZI

 

Infine una curiosità: proponendogli l’ incarico, il ministro del Tesoro, Fabrizio Saccomanni, spiegò che «si cercava una figura che elevasse il profilo del dibattito sulla revisione della spesa». D’accordo sul profilo ma il bilancio, commenta Rossi, è «piuttosto deludente». Alla spending è «mancata una motivazione» di fondo, conclude Lucrezia Reichlin.

 

 

 

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