CREPE IN PARADISO PER COMUNIONE E FATTURAZIONE - “SE NON SI È CIELLINI, È IMPOSSIBILE LAVORARE NELLA SANITÀ LOMBARDA”, “È UNA SETTA DEDITA AL POTERE E AGLI AFFARI” - IL POTERE DI CL È IMMENSO, CON SCOLA ARCIVESCOVO DI MILANO, ORNAGHI E PASSERA MINISTRI, BERSANI E NAPOLITANO CHE BACIANO LA PANTOFOLA DEL MEETING DI RIMINI - MA SI INFITTISCONO GLI SCANDALI SU FORMIGONI, LA DEBOLEZZA DI A2A-EDISON, IL CALO DEGLI ISCRITTI, VARIE INCHIESTE DEI PM…

1- C'È QUALCHE CREPA NEL POTERE DI CL
Ferruccio Pinotti per "Sette - Corriere della Sera"

Può vantare nel governo Monti due ministri "vicini" alla sua causa, il ministro dello Sviluppo Corrado Passera e quello della Cultura Lorenzo Ornaghi, che come rettore della Cattolica ha intessuto ottimi rapporti con gli uomini oggi guidati da Julian Carron; può contare su una rete di 36.600 aziende per un giro d'affari complessivo di 70 miliardi; e gioire del fatto che alla guida dell'arcidiocesi di Milano c'è un suo uomo, il cardinale Angelo Scola. Per Comunione e Liberazione e per il suo braccio economico, la Compagnia delle Opere, è in apparenza un momento d'oro: il suo metodo, "l'amicizia operativa", fa presa su persone e aziende in un momento di crisi nel quale ci si sente soli.

E le intese siglate con molte banche attraggono le aziende alle prese con il credit crunch e con la diffidenza a concedere prestiti. Il movimento fondato da don Giussani continua quindi a crescere. La caratteristica dell'armata ciellina è l'affrontare la vita con un sorriso e continuare a macinare posizioni. E Cl ne sta conquistando parecchie, in questi anni, forte anche della simpatia di Benedetto XVI, accudito da laiche consacrate di Cl sin da quando era cardinale.

Il Meeting di Rimini sta divenendo un momento di confronto aperto molto importante, tanto che all'edizione di quest'anno è intervenuto in prima persona il presidente Napolitano, mentre nell'edizione 2010 un big come Sergio Marchionne ha fortemente legittimato il movimento, invitando i giovani ciellini a essere la nuova classe dirigente italiana. La trasversalità politica di Cl è solidissima: con Cl hanno ottimi rapporti anche politici come Pierluigi Bersani (salutato come «il nostro candidato alle primarie del Pd» dal Meeting 2009) ed Enrico Letta.

È espressione di Cl l'intergruppo parlamentare sulla sussidiarietà: fondato dal ciellino Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera, riunisce per il Pdl Luigi Casero, Angelino Alfano, Gianfranco Blasi; per l'Udc la senatrice Maria Grazia Sestini e Luca Volonté del'Udc; per i Ds Pierluigi Bersani, Enrico Letta ed Ermete Realacci. I rapporti storici con Berlusconi sono solidissimi: Silvio è stato finanziatore de Il Sabato e ha fruito di pubblici endorsement elettorali da parte di Cdo e Cl in più occasioni. Hanno un ottimo rapporto con Cl gli ex ministri Sacconi e Tremonti.

Nel governo Monti, oltre a Passera e Ornaghi, ci sono altre sponde di dialogo forte con Cl. Andrea Riccardi vanta un trascorso in Cl, prima di fondare Sant'Egidio. Ma fa parte del governo Monti anche un membro del Consiglio di presidenza di Cl: si tratta di Elena Ugolini, sottosegretario all'Istruzione, già tecnico al ministero, prima insieme a Berlinguer, poi con la Moratti. Innumerevoli i rapporti costruiti da Cl con il mondo della finanza: se Passera è da anni uno degli ospiti fissi del Meeting di Cl, il movimento ha costruito un rapporto fortissimo anche con Carlo Fratta Pasini, presidente del Banco Popolare, che ha siglato una intesa operativa con la Cdo e organizzato nello scorso ottobre, a Veronafiere, un incontro "oceanico" con don Carron, insieme al presidente della Fondazione Cariverona Paolo Biasi e al presidente della Cattolica Assicurazioni Paolo Bedoni.

LE MANI SULLA SANITÀ
Un esponente di Cl in posizione di grande potere nell'economia e nella finanza del Nord è Graziano Tarantini, presidente del Consiglio di Sorveglianza di A2A Spa, presidente di Banca Akros Spa e vice presidente della Banca Popolare di Milano. Ma anche commissario della Fondazione Cariplo e presidente della Fondazione San Benedetto. Tarantini per cinque anni è stato consigliere legale della Santa Sede presso la Wto, nel cda di Dexia- Crediop, di Finlombarda e molto altro ancora.

Senza contare figure come Antonio Intiglietta (presidente Gefi) e Massimo Ferlini (presidente Cdo Milano e provincia), capaci come pochi di creare occasioni di business alla galassia ciellina. Il potere di Cl in Lombardia è sistematico, si estende dalla sanità - dove nulla si muove senza che Cl e Cdo vogliano - alle infrastrutture; dalla scuola alle cooperative sociali. Ma è forte l'espansione anche nel resto d'Italia.

La testa di ponte col Veneto è Verona, da poco sede della Cdo del Nordest (guidata da Luca Castagnetti) che ha stabilito ottimi rapporti con la compagine leghista e cattolica del sindaco Flavio Tosi (ex assessore regionale alla Sanità), più propenso ad alleanze con Cl che al secessionismo di Bossi. Il movimento in Veneto ha guadagnato alla sua causa figure di spicco come l'imprenditrice Marina Salamon, ex presidente dei Giovani di Confindustria.

Anche il sindaco di Padova Flavio Zanonato è contiguo a Cl e ha dato in mano a una coop ciellina la gestione di un simbolo come lo storico Caffè Pedrocchi. Ma la penetrazione nel sistema sanitario veneto, che vale l'82% delle risorse finanziarie regionali, 8,35 miliardi, è forte. Con la protezione del cardinale Angelo Scola, patriarca di Venezia e oggi arcivescovo di Milano, è stato realizzato a Mestre il modernissimo Ospedale dell'Angelo, una struttura costruita in project financing: un'opera da 220 milioni di euro nella quale sono presenti aziende molto vicine alla Cdo e a Cl, come denunciano in un libro appena uscito, Cosa Loro - I Serenissimi della Compagnia delle Opere, i giornalisti Ernesto Milanesi e Sebastiano Canetta.

In ottimi rapporti con i ciellini è poi il direttore generale dell'azienda ospedaliera di Padova, Adriano Cestrone, che amministra un sistema del valore di 500 milioni e partecipa ai pellegrinaggi in Terra Santa organizzati da Cl. «Sanità opaca, appalti fuori controllo, infeudata da baronie al tramonto», segnalano Milanesi e Canetta, che denunciano il matrimonio tra imprese cielline e coop rosse: «Un bel business: edilizia sanitaria, manutenzioni, forniture. Il Veneto è come la Lombardia. E la Cdo ha messo in moto le sue aziende». Molti appalti sono vinti da aziende del settore sanitario iscritte alle Cdo del Nordest. E alla Cooperativa sociale Giotto di Cl è affidata la gestione del lavoro dei detenuti del carcere Due Palazzi di Padova.

Ma l'espansione di Cl è forte anche al Centro-Sud. A Roma ha potuto contare sull'ex presidente di Atac Luigi Legnani, che era al contempo vicepresidente di Ferrovie Nord Milano e a.d. di LeNord. In Calabria il dominus è stato Antonio Saladino, leader della Cdo (poi travolto dallo scandalo Why Not) che aveva costruito un vasto sistema di potere; mentre in Sicilia la Cdo può vantare solidi appoggi in ambito confindustriale. Non c'è regione quindi, dove Cl e Cdo non espandano il proprio potere.

LA "GRANA " DEL SAN RAFFAELE
Tuttavia, la "transizione" del movimento di don Giussani e del suo braccio economico non è esente da problemi. Il leader Roberto Formigoni, dopo il crollo di Berlusconi, sembra alla ricerca di una ricollocazione politica, non facile a 64 anni: ha annunciato di voler candidarsi alle primarie del Pdl, ma l'abbraccio con Silvio non ha prodotto la sua designazione a "delfino" e lo ha stritolato in un rapporto che ha certamente nuociuto alla credibilità dell'immagine, con episodi come la candidatura di Nicole Minetti nel listino chiuso per le regionali.

Pesante anche il riverbero di vicende che hanno coinvolto uomini della coalizione di Formigoni, come il vicepresidente del consiglio regionale ed ex assessore regionale all'Ambiente Franco Nicoli Cristiani, arrestato per una vicenda di corruzioni e rifiuti illecitamente "sistemati" sotto l'autostrada Brebemi. C'è poi la grana del San Raffaele, che proprio dalla Regione presieduta da Formigoni riceveva i finanziamenti per l'attività sanitaria. Nell'ordinanza che ha confermato il fermo del faccendiere Pierangelo Daccò, coinvolto nella bancarotta dell'istituto milanese, viene citato il presidente di Regione Lombardia per un viaggio sull'isola di Saint Marteen.

L'imprenditore, vicino a Cl, era tanto legato al governatore della Lombardia da trascorrere con lui le vacanze in barca. L'espansione dei privati nella sanità alla ciellina, una torta da 17,4 miliardi di euro, evidenzia crepe ed è stata segnata da diverse inchieste giudiziarie, spesso sfociate in nulla.

Emblematico del sistema delle cliniche private accreditate e rimborsate è il caso della Santa Rita, la clinica degli orrori dove venivano effettuati interventi inutili e dannosi: nonostante la Regione si sia costituita parte civile (con tanto di danno liquidato), restano i dubbi su un metodo dove il privato sottrae risorse preziose alla sanità pubblica, a fronte di risultati spesso discutibili, come ha denunciato l'ex assessore leghista alla Sanità Alessandro Cè, medico, costretto a dimettersi per essersi opposto alla sanità formigoniana.

Ma il sistema non è più monolitico come prima. E la Regione ha dovuto incassare una condanna per aver sospeso un dipendente, il dottor Enrico De Alessandri (già direttore del Centro Emoderivati) che in un blog e poi in un libro, Comunione e Liberazione, assalto al potere in Lombardia, aveva criticato l'ingerenza ciellina nelle nomine e negli affari della sanità lombarda. Il 20 gennaio 2011 il Tribunale di Milano, sezione Lavoro, ha dichiarato l'illegittimità della sanzione disciplinare e ha condannato la Regione Lombardia. «Se non si è ciellini è impossibile lavorare nella sanità della Regione Lombardia», denuncia De Alessandri.

«Credo che, pur avendo vinto la causa, per protesta mi trasferirò all'estero». Cl ha subìto una sonora sconfitta anche alle elezioni di novembre per il rinnovo dell'Ordine dei Medici di Milano: la lista di Cl data per vincente, Arte Medica, non ce l'ha fatta e Cl non avrà nemmeno un proprio rappresentante nel consiglio dell'Ordine. Segno che il vento nella sanità lombarda sta cambiando. Ma la crisi investe anche il mondo della Compagnia delle Opere: la Cdo di Brescia (1.300 associati, una delle più forti d'Italia) ha visto calare quest'anno, per la prima volta, il numero dei propri associati di un centinaio di unità.

Non tutti hanno voglia di pagare la quota associativa di un network che, stante la crisi italiana ed europea, drena sempre meno finanziamenti pubblici. La crisi investe anche un'azienda simbolo del potere di Cl e Cdo, il colosso A2A, le cui debolezze sono emerse nella vicenda Edison, tanto che a Brescia cresce il partito dei "separatisti", che chiedono il distacco della propria multiutility da Milano e il ritorno alla vecchia e virtuosa Asm. Ma la "crisi" di Cl non è solo questione di soldi: molti vescovi iniziano a guardare con sospetto al potere di Cl nelle diocesi.

E persino ex Memores Domini che erano compagni di preghiera di Formigoni, come Bruno Vergani (autore di una drammatica "confessione"), se ne vanno denunciando il clima "settario" che regna in un movimento sempre più dedito al potere e agli affari. Una crisi di transizione? Forse. Ma Cl sta diventando qualcosa che forse anche don Giussani farebbe fatica a riconoscere.


2- DALLA NASCITA IN ITALIA, NEL 1954, ALL'ESPANSIONE IN SETTANTA PAESI
LA FONDAZIONE

Cl è nata nel 1954 su iniziativa del sacerdote don Luigi Giussani. L'attuale presidente della Confraternita è lo spagnolo don Julian Carron.

LA DIFFUSIONE
Cl oggi è divenuta un'organizzazione presente in 70 Paesi del mondo. I laici che prendono i voti di castità, povertà e obbedienza sono denominati Memores Domini. Il più celebre è Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia.

IL BRACCIO ECONOMICO
Il suo braccio operativo, la Compagnia delle Opere, nato nel 1986, è un network di 36.600 imprese. La Cdo è presente con 40 sedi in Italia e 17 all'estero (in Argentina, Brasile, Bulgaria, Cile, Colombia, Francia, Israele, Kenia, Paraguay, Perù, Polonia, Portogallo, Repubblica di San Marino, Spagna, Svizzera, Ungheria e Venezuela) e opera nel mondo anche attraverso i network di sedi operative del consorzio per l'internazionalizzazione Co.Export e della Fondazione Avsi.

I MEDIA
La rivista ufficiale del movimento è il mensile Tracce, pubblicato in undici lingue, tra cui il russo e il giapponese


3- CORSI, OSPEDALI E MENSE SOTTO INCHIESTA...
Ferruccio Pinotti per "Sette - Corriere della Sera"

Alcune inchieste giudiziarie, negli ultimi anni, hanno coinvolto uomini di Cl e della Compagnia delle Opere. Una di queste è quella della procura di Padova, condotta dal pm Vartan Giacomelli: sono stati rinviati a giudizio il leader della Cdo del Nordest Graziano Debellini e altre nove persone implicate in un'indagine sui corsi di formazione della cooperativa Dieffe di Padova. Il gruppo padovano di Cl è accusato di aver concorso a truffare oltre mezzo milione di euro all'Unione europea e a cascata al ministero del Lavoro e alla Regione Veneto.

Il processo, in corso, dirà se è vero o meno. Un'altra complessa inchiesta è quella che ha riguardato la cooperativa La Cascina, l'azienda che la Cdo ha identificato per presidiare il settore delle mense, della ristorazione collettiva, dei Centri di Identificazione ed Espulsione, delle carceri, della fornitura di pasti a mense universitarie, ma anche per pizzerie e bar. Un gigante che oggi dà lavoro a 6.000 dipendenti e produce 30 milioni di pasti l'anno.

Più filoni di inchiesta della magistratura, avviati nel 1989, si sono dedicati all'attività di questa società: alcuni si sono conclusi con condanne e risarcimenti, altri con assoluzioni. Oscure le vicende dell'inchiesta Montecity-Grossi-Abelli, nella quale Cl e la Regione Lombardia hanno negato qualsiasi coinvolgimento (la moglie di Giancarlo Abelli, Rosanna Gariboldi, ha patteggiato 2 anni nel gennaio 2010).

Complessa pure la storia delle tangenti in Trentino che ha coinvolto l'ex presidente della provincia autonoma Mario Malossini (già coinvolto in procedimenti giudiziari per una storia di tangenti sull'Autobrennero) poi riciclato come presidente della Cdo (dal 2000 al 2003) e di nuovo chiamato in causa dalla procura per una storia di soldi versati da un imprenditore, Fabrizio Collini, poi morto suicida.

Pesante anche l'inchiesta che ha coinvolto il vertice della Compagnia delle Opere del Sud, Antonio Saladino: si tratta della nota inchiesta Why Not, condotta dal pm De Magistris. Di recente i magistrati della Procura di Milano hanno un faro acceso sui rapporti tra il San Raffaele e la Regione Lombardia. Alcune intercettazioni tra don Verzé e Mario Cal, il manager morto suicida, segnalano l'intenzione di premere su Formigoni per il fatto che la Regione si era costituita parte civile in un processo su presunti ricoveri fantasma dell'ospedale.

 

Cardinale ScolapasseraLORENZO ORNAGHI Napolitano ha incontrato anche Bersani e CasiniJullian Carron - Foto PizziPAPA BENEDETTO XVISERGIO MARCHIONNE VERSIONE 'BARBUDO'SACCONI TREMONTI CARLO FRATTA PASINI ROBERTO FORMIGONI giussani franco-nicoli-cristianiAntonio SaladinoMario CalDON VERZE E CAL

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