livia turco giachetti

IN CULO ALLA ROTTAMAZIONE! LA DALEMIANA LIVIA TURCO PRONTA PER GIACHETTI: “IO RISPONDO A LUI, NON A RENZI. IL MIO TRAVAGLIO NEI CONFRONTI DEL PD RESTA, SIA CHIARO” - ''ROMA? IMPARI DAL MIO PIEMONTE - LA RAGGI? IMBARAZZANTE PER LA SUA IGNORANZA - L'UTERO IN AFFITTO E' UNA VERGOGNA"

livia turco (2)livia turco (2)

Elisa Calessi per “Libero Quotidiano”

 

«Cosa vuole sapere? Io mi occupo solo di povertà. E poi devo studiare, studiare... C' è da fare un grande lavoro, sa». La voce di Livia Turco è inconfondibile. Spigolosa, concitata, schietta. Questa volta, però, è più di fretta del solito. Eppure, pensiamo, mentre prova a tirarsi indietro, Livia Turco è stato ministro quattro volte. E parlamentare per cinque legislature. Tutto le manca tranne l' esperienza.


Mi dica come è andata: come ha fatto Roberto Giachetti a convincerla a fare l' assessore al sociale a Roma, in caso di vittoria? Si è messa in un ginepraio, lo sa?
«Ci conosciamo da anni. Oltre a essere un segretario d' Aula feroce, capiva chi lavorava. Io sono sempre stata una "ruscona", detto in piemontese».

Tradotto?
«Una che lavora sodo. Mi sono sempre fatta il mazzo. Lui l' aveva notato».

Cosa le ha detto esattamente?
«Mi ha detto: "A Roma è un disastro. Ho bisogno di un politico. Non importa l' età". "Ah", gli faccio io, "non importa l' età... Alla faccia della rottamazione !"». (Ride)

RENZI GIACHETTI DALEMARENZI GIACHETTI DALEMA

 

E lui cosa ha risposto?
«Lui mi fa: "Lasciamo perdere queste cose, per me conta solo la competenza e voglio che al sociale ci sia un ministro. Tu sei competente e bla bla bla". Potevo dire di no a una sfida enorme come questa, io che mi considero una militante del sociale?».
 

livia turco emanuele macalusolivia turco emanuele macalusoLIVIA TURCO PIANGE PER IL CALO DI ISCRITTI AL PDLIVIA TURCO PIANGE PER IL CALO DI ISCRITTI AL PDGIACHETTI RENZIGIACHETTI RENZInilde iotti e sergio mattarella nilde iotti e sergio mattarella Livia Turco Livia Turco

E quindi ha accettato.
«È stato un colloquio rapidissimo, eh. Anche perché ero sorpresa. Quando mi hanno detto che mi cercava Giachetti pensavo fosse uno scherzo o che mi cercasse per i mercati».

I mercati?
«Sì perché gli avevo dato la mia disponibilità a girarli per la campagna elettorale: "Guarda", gli avevo detto, "che io sono bravissima ad andare per i mercati, sono im-bat-ti-bi-le". Perché mi fermo con tutti, parlo...».
Poniamo che diventa assessore. Cosa fa per prima cosa?
«Roma si è molto impoverita. È impressionante vedere quanta gente dorme per strada o fruga nei cassonetti per cercare da mangiare. Non è più solo il mendicante di una volta. La povertà è cosi visibile che serve un piano concretissimo. E poi i bambini: bisogna ripensare del tutto gli asili nido».

Lei, però, è nata a Cuneo. Cosa ne sa di Roma?
«Ma io vivo qui da una vita, dal 1987. Faccio su e giù in treno, in seconda classe, con Morozzo, in provincia di Cuneo, perché ho lì mia mamma malata. Ma la mia famiglia è qui. Tempo fa ho pensato di tornare a Torino, città a cui sono legatissima. Ma quando l' ho detto a mio figlio, mi ha risposto: "A ma'!". Così, in romanesco. Ho capito che non potevo andare via».

I romani dovrebbero imparare qualcosa dallo spirito sabaudo?
«Molto. I sabaudi sono rigorosi. Non è vero che sono falsi. Sono capaci di amicizia e lealtà. E, rispetto alla media, hanno un grande senso civico».
Che a Roma a scarseggia.
«Poi anche i romani hanno i loro pregi. Come i piemontesi dei difetti».
Si è presa una bella rivincita a essere chiamata da un renziano, lei che era da rottamare...
«Io penso che il fatto che Giachetti mi abbia chiamato non c' entri nulla con Renzi. Mi ha detto: "È una giunta che ho deciso io. Punto". E io rispondo a lui, non a Renzi. Il mio travaglio resta, sia chiaro».

Quale travaglio?
«La "rottura sentimentale", per usare un' espressione di una persona a me molto cara, tra il mio essere di sinistra e il Pd».

La persona cara è Massimo D' Alema, giusto?
«Sì. Anche se io riconosco a Renzi dei meriti. Ma sia chiaro che io non sono stata cacciata o rottamata, parola vergognosa, da nessuno. Me ne sono andata dal Parlamento per mia scelta, indignata dalla campagna contro la casta. Sono figlia di operai, ho sempre dato metà stipendio al partito e di essere paragonata a chi non fa nulla, l' ho trovato intollerabile».

Due anni fa, in tv, si commosse, chiedendo a Renzi di avere più rispetto per la sinistra. Lo ridirebbe?
«Sicuramente. Molti militanti sono disamorati, è bene che Renzi lo sappia. Questo non vuol dire che debba essere nostalgico. Guardi io posso anche parlare bene di Renzi».
Non è obbligata.
«Il fatto di mettere l' accento sulla positività dell' Italia, lo condivido. Io non posso dire a mio figlio: "Va via perché l' Italia fa schifo". Gli devo dire: "Stai qui perché l' Italia è bellissima". Per questo lo ringrazio. Come per la politica sull' immigrazione perché ha avuto il coraggio, che tanti a sinistra non hanno avuto, di dire che le persone vengono prima del consenso».

Si è sentita con Renzi, dopo quelle lacrime in diretta?
«Non mi sono mai sentita con lui. Se non quando, di recente, mi ha invitato alla scuola di formazione del Pd. Mi ha ascoltato, ci siamo salutati».

Torniamo a D' Alema. Secondo lei perché ce l' ha tanto con Renzi?
«D' Alema è un combattente, uno che ha la politica nel cuore e la farà fino alla fine. Dice le cose che pensa, non penso ci sia acrimonia. Ma penso sarebbe stato un grande vantaggio per Renzi se persone come D' Alema, Veltroni, Castagnetti fossero stati coinvolti nel Pd. Avrebbe aiutato anche il clima interno. E poi D' Alema, dietro questo carattere spigoloso, è un generoso. Avrebbe aiutato Renzi».

È vero che ha detto che se Nilde Iotti fosse viva farebbe il tifo per la Boschi?
«Ho detto che l' apprezzerebbe».

Perché?
«Perché è una giovane donna che studia, è preparata e questo per Nilde Iotti era l' abc della politica. È una donna con personalità. E sulle riforme ha svolto un ruolo di innovazione».

Cosa voterà al referendum costituzionale?
«Sto riflettendo. Ma voglio dire una cosa tratta dalla mia esperienza. Io ho fatto il ministro e mai mi sarei immaginata che poter applicare una legge fosse un calvario simile».

Perché calvario?
«Prima devi portarla in consiglio dei ministri e convincere tutti a votarla. Poi la porti alla Camera. Se passa va in Senato dove sicuramente faranno qualche modifica, perché vuoi che i senatori dicano che va bene così? Eh no! E quindi si torna alla Camera. E così via.

 

DALEMADALEMA

Per la legge storica che ho fatto, quella sulle politiche sociali, mi ci è voluta tutta la legislatura e nemmeno ho fatto in tempo a vederla applicata.
 

Tornassi indietro direi alle decine di associazioni con cui ho fatto tavoli e tavoli: "Tagliamo tutto, facciamo subito una legge e puntiamo ad applicarla". Perché poi la cosa fondamentale e più trascurata è quella: applicarla».

Lei ha definito "abominevole" la pratica dell' utero in affitto. Mentre il Pd, su questo, è profondamente diviso. Anche le donne. Perché?
(Sospira e fa una pausa) «Perché c' è un arretramento culturale spaventoso sulla concezione dei diritti».

In che senso?
«Il diritto non è: "Voglio una cosa, è un mio diritto averla". Avere un figlio è una responsabilità, non è un diritto. E poi dietro l' utero in affitto c' è un vergognoso, intollerabile mercato».
 

Livia Turco Livia Turco

Alcune donne sostengono che la maternità surrogata fatta per dono sia un' altra cosa, che va capita.
«È ridicolo. La maternità non è come donare un rene. Portare in grembo un figlio crea da subito una relazione. Anni di femminismo ci hanno insegnato che il grembo materno è psichico. Io, quando avevo mio figlio in pancia, parlavo con lui. Non si può tornare alla maternità come un fatto biologistico.

 

roberto giachetti maria elena boschiroberto giachetti maria elena boschi

Piuttosto, si faccia una politica vera sulle adozioni. Perché il problema non sono solo le procedure, ma come si aiutano le famiglie una volta che hanno adottato un bambino. Quanti drammi ci sono dopo...».

Va messa al bando la maternità surrogata?
«Io non credo alle proibizioni. Penso sia più utile una battaglia culturale.
E negli anni che mi restano mi impegnerò moltissimo in questa battaglia.
Non accetto che dopo tanti anni di femminismo si torni indietro e si accetti la mercificazione della donna».

Lei si è occupata tanto di povertà. Su questo, ha fatto di più la Chiesa o la politica?
«Purtroppo ha fatto centomila volte di più la Chiesa, la risposta è facile».

Tra la Fiom e Marchionne chi ha fatto di più per i lavoratori?
«Mi dispiace, ma io difendo il sindacato. E spero che gli sia riconosciuta la dignità che si merita. Poi anche il sindacato deve essere meno demagogico. Ma l' Italia è diventata grande perché ci sono state personalità come Amato, Trentin, D' Alema, Prodi che hanno dialogato con i sindacati. La parola "concertazione" non è una bestemmia. È necessaria se vuoi fare del bene. Mi fa piacere che il governo abbia aperto un tavolo coi sindacati».

Ma di Marchionne cosa pensa?
«Ha fatto del bene al nostro Paese. Non sono ideologica. Se ci sono imprenditori che fanno bene, va detto».

Le elezioni amministrative sono un test per il governo?
«Intanto sono un test per le città. Non amo il politichese. Sarà importante che Roma sia governata da Giachetti perché è competente, mentre quella dei Cinque Stelle è imbarazzante per la sua ignoranza. Poi è chiaro che le Amministrative hanno un significato politico. Ma non vuol dire che il governo debba cadere».
 

VIRGINIA RAGGI IN BICICLETTAVIRGINIA RAGGI IN BICICLETTALivia Turco e Cecile Kienge Livia Turco e Cecile Kienge

Però vincere o perdere Milano o Roma è un segnale importante anche per il governo.
«È importante che vincano sindaci che hanno ben governato nell' interesse delle città e dell' Italia. Perché se c' è una cosa che bisogna recuperare è il ruolo importante delle città. Abbiamo avuto la grande stagione dei sindaci, non perché fossero belli, ma perché le città erano diventate importanti».

Fa bene Renzi a dire che se perde il referendum si dimette?
«Poteva fare a meno di lanciare i banchetti il 21 maggio quando si dovrebbe lavorare per le Amministrative, ma vabbè. Mi auguro si costruisca un clima di discussione pacata, che la gente sia informata nel merito. E che i costituzionalisti, anche quelli che fanno obiezioni, siano ascoltati».
 

maria elena boschimaria elena boschiLIVIA TURCO LIVIA TURCO

Livia Turco è e resta dalemiana. Possiamo dirlo?
«Io sono Livia Turco e vorrei essere chiamata così. Sono orgogliosa della mia storia, che è il Pci, ma mai nostalgica. Sono l' unica della mia generazione che ha fatto un passo di lato per le donne più giovani. Vorrei che si costruisse un passaggio di testimone. Io ho avuto donne che mi hanno insegnato molto. Ma le ho ascoltate»

LIVIA TURCO E MARIANNA MADIA LIVIA TURCO E MARIANNA MADIA LIVIA TURCO LIVIA TURCO

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…

silvia toffanin francesca fialdini giorgia cardinaletti tommaso zorzi alessandro giuli pietro tatafiore barbara castorina

A LUME DI CANDELA - TOMMASINO ZORZI NON SARÀ OPINIONISTA AL “GRANDE FRATELLO”: NONOSTANTE LE SPINTE DI CASCHETTO, IL SUO NOME È STATO BOCCIATO – CI MANCAVA IL MINISTRO GIULI-VO IN VERSIONE OFFICIANTE: HA CELEBRATO IL MATRIMONIO DEL SUO CAPO UFFICIO STAMPA, PIERO TATAFIORE, CON BARBARA CASTORINA, TITOLARE DELL'AGENZIA VISVERBI CHE HA ASSISTITO IN PASSATO PROFESSIONALMENTE GIULI (AVRÀ RIFILATO UN ALTRO PIPPOZZO SUL “PENSIERO SOLARE”?) - BIANCA BERLINGUER E ILARIA D'AMICO (CHE LASCIA CASCHETTO) NELL'AGENZIA DI PRESTA - GIORGIA CARDINALETTI AL POSTO DI FRANCESCA FIALDINI - DOPO LA CHIUSURA DI TANGO, COSTAMAGNA OSPITE SU RETE 4 (NEL PROGRAMMA DOVE LAVORA IL SUO COMPAGNO) - LUI È UN POLITICO DI PRIMO PIANO, LEI È UNA BELLA GIORNALISTA. I DUE SONO STATI AMANTI E LUI HA FAVORITO LA SUA ASCESA. DURANTE UNA RECENTE INTERVISTA HANNO FATTO FINTA DI NON CONOSCERSI DANDOSI DEL LEI. DI CHI STIAMO PARLANDO?

luca zaia matteo salvini francesco acquaroli conte bonelli schlein fratoianni matteo ricci

DAGOREPORT - DALLA RIFORMA ELETTORALE AL RIMPASTO DI GOVERNO, IL FUTURO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È APPESO COME UN CACIOCAVALLO AL SUO PRIMO TEST CRUCIALE: LE REGIONALI – SCATENEREBBE UNO SCONQUASSO NELLA LITIGIOSA COALIZIONE DI GOVERNO SE FRATELLI D'ITALIA DOVESSE PERDERE LE MARCHE, DOVE LA RICONFERMA DEL MELONIANO ACQUAROLI E' INCERTA - A QUEL PUNTO, A NOVEMBRE, LA MELONA VORRÀ ASSOLUTAMENTE IMPORRE UN CANDIDATO ALLA FIAMMA NEL VENETO LEGHISTA - LA DUCETTA HA BEN RAGIONE DI PRETENDERLO: MALGRADO IL SUO 28-29%, ATTUALMENTE FDI GOVERNA SOLO IN TRE REGIONI: MARCHE, ABRUZZO E LAZIO - PER FARCELA, LA DUCETTA DOVRA' CONVINCERE LUCA ZAIA AD APPOGGIARE, COL 40% DI CONSENSI DI CUI GODE LA SUA LISTA, IL SUO CANDIDATO ALLA PRESIDENZA - NEL CASO IN CUI IL "DOGE" NON ACCETTI LA PROPOSTA, A QUEL PUNTO, GIÀ TAGLIATO FUORI DA SALVINI, LE AMBIZIONI DI ZAIA DI RICOPRIRE UN DOMANI LA PRESIDENZA DELL'ENI O MAGARI LA CARICA DI MINISTRO DOVRA' RIPORLE NEL CASSETTO DEI SOGNI...

stefano belingardi clusoni belen rodriguez

DAGOREPORT - LA ''FARFALLINA'' DI BELEN È TORNATA A BATTERE. DOPO UN’ESTATE TURBOLENTA DI SCAZZI E POLEMICHE, PER LA "SCIO-GIRL" ARGENTINA È ARRIVATO UN NUOVO E AITANTE  BELLIMBUSTO - LUI È STEFANO BELINGARDI CLUSONI, ARCHITETTO MILANESE CHE, CON IL SUO STUDIO "BE.ST", NEGLI ULTIMI ANNI HA RIDISEGNATO LO SKYLINE DELLA CITTÀ MENEGHINA - GALEOTTO UN LOCALE IN SARDEGNA, DOVE I DUE SONO STATI PIZZICATI A BACIARSI CON PASSIONE, INCURANTI DEGLI SGUARDI INDISCRETI - A CONFERMARE LA LIASON È LA STESSA BELEN CON UN CAROSELLO DI FOTO SU INSTAGRAM SULLE SUE "HERMOSAS VACACIONES” -DALLO SCAZZO CON IL BENZINAIO ALLE PATATINE LANCIATE IN UN LOCALE: L’ESTATE IRREQUIETA DELL'EX DI CORONA E DE MARTINO - VIDEO

stefano de martino striscia la notizia antonio ricci gerry scotti la ruota della fortuna pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - PIER SILVIO, QUESTA VOLTA, HA VINTO. PIAZZARE LA “RUOTA DELLA FORTUNA” NEL VUOTO PNEUMATICO DELLA PROGRAMMAZIONE ESTIVA, È STATA UNA MOSSA SCALTRA ALL’INSEGNA DI UN SOLO IMPERATIVO: FIDELIZZARE IL PUBBLICO DEI TELE-MORENTI - L’OPERAZIONE È RIUSCITA, IL PAZIENTE È ANCORA IN VITA, MA È SOLO IL PRIMO ROUND DI UNA GUERRA ANCORA MOLTO LUNGA: GIÀ IN SOVRAPPOSIZIONE, IERI SERA, “AFFARI TUOI” ERA LEGGERMENTE IN VANTAGGIO SUL PROGRAMMA DI GERRY SCOTTI, E LA SCELTA DI FAR RIPARTIRE LA TRASMISSIONE DI DE MARTINO DI MARTEDÌ, ANZICHE' DI LUNEDI', HA LASCIATO INTERDETTI GLI ADDETTI AI PALINSESTI - COMUNQUE VADA IL DUELLO NEI PROSSIMI DUE MESI, “PIER DUDI”, ALLA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, ERA STATO CATEGORICO: "'STRISCIA LA NOTIZIA' INIZIERÀ A NOVEMBRE. ANCHE SE CIÒ CHE VA IN ONDA, E NON SARÀ COSÌ, DOVESSE FARE UN TRILIONE DI ASCOLTI" - GLI ESORDI CON MARIA DE FILIPPI, IL FLOP ALL'''ISOLA DEI FAMOSI'' CONDOTTA DALLA MARCUZZI, PRESTA CHE LO SBOLOGNA E LA RISCOSSA CON CASCHETTO (E TANTI ''PACCHI'' A MO' DI CULO): L'IRRESISTIBILE ASCESA DI STEFANO DE MARTINO, ALFIERE DI RAI-MELONI, CHE SOGNA IL FESTIVAL DI SANREMO - VIDEO