DALLA PADELLA ALLA BRACE? - IL PIANO DI OBAMA PREVEDE LA SPALLATA DEI “RIBELLI” AL REGIME DI ASSAD

Maurizio Molinari per "La Stampa"

Gli Stati Uniti usano più potenza di fuoco e Bashar Assad non risponde all'attacco ma a prendere l'iniziativa sono i ribelli, infliggendo al regime una spallata capace di trasformarsi nella svolta della guerra civile: è lo scenario dell'intervento a cui Washington lavora, secondo analisi e ricostruzioni di componenti della delegazione al seguito di Barack Obama.

I tempi dell'attacco «Il Senato voterà a partire da lunedì 9 settembre» prevede un diplomatico, lasciando intendere che «la Camera si esprimerà la settimana seguente». Ciò comporta che «possono passare circa due settimane» prima che Obama dia al Pentagono l'ordine dell'attacco. Sempre a patto che i due rami del Congresso riescano a convergere su un identico testo.

La coalizione

L'alleanza che Obama si propone di guidare è assai diversa da quelle che finora hanno accompagnato gli interventi Usa dalla fine della Guerra Fredda. Il motivo è che «questa volta non abbiamo bisogno di aiuto militare» trattandosi di un'operazione limitata mentre ciò che serve è il «sostegno politico» spiega un consigliere.

A tale riguardo «importante è il sostegno che daranno i Paesi arabi» a cominciare da Arabia Saudita, Qatar ed Emirati a cui si aggiunge la Turchia già apertamente favorevole - perché disegnano un consenso regionale alla «punizione di Assad per l'uso dei gas».

Sul fronte europeo la partecipazione della Francia si unisce «alle dichiarazioni di Paesi come la Svezia che esprimono la necessità di dare una risposta all'uso dei gas se l'Onu non lo farà» e «alla Germania che condivide le prove a carico di Assad». È una cornice minima ma a Obama sembra bastare «anche perché dopo la bocciatura di David Cameron in Parlamento» la defezione di Londra rende più difficile ulteriori adesioni.

L'attacco

Quando Obama darà luce verde al Pentagono l'intervento sarà contro «obiettivi» selezionati per «degradare l'efficacia delle forze siriane, chimiche e convenzionali» e ciò a prescindere dallo spostamento di truppe e mezzi da parte del regime. La distruzione di antiaeree, piste, centri di comando e controllo, aerei ed elicotteri priverà Assad «almeno del controllo dei cieli che finora è stato un vantaggio sui ribelli».

Più potenza di fuoco

Il Pentagono si prepara a usare più potenza di fuoco. Il motivo è la necessità di colpire «più obiettivi», affermano fonti militari al «Wall Street Journal», ovvero anche quelli «nuovi» creati dal regime spostando truppe e armamenti. Oltre ai missili Tomahawk saranno impiegati i bombardieri: i B52 in grado di lanciare cruise, i B1 di base in Qatar e i B2 posizionati in Missouri. Saranno tali aerei, in grado di colpire da grande distanza, a occuparsi di una «seconda ondata» di attacchi dopo quella iniziale dei missili partiti dalle navi.

Assad non reagisce

Nell'amministrazione è diffusa la convinzione che Assad «non reagirà all'attacco» proprio come è avvenuto in occasione degli almeno quattro blitz israeliani subiti nell'arco dell'ultimo anno. «È verosimile che Assad avrà un comportamento simile, scegliendo di non sfidare gli Stati Uniti per non andare incontro a ripercussioni più pesanti» assicura un consigliere.

Le navi russe osservano

Il team del presidente valuta in «almeno 20 o forse più» le navi da guerra di Mosca davanti alle coste siriane ma nessuno pensa che interverranno, neanche passivamente, per ostacolare l'intervento. «Sono lì per osservare ciò che accadrà» afferma una diplomatico, lasciando intendere che si tratta di un'operazione di spionaggio che «non avrà conseguenze».

L'offensiva dei ribelli

Il tassello più importante dello scenario americano sono i ribelli perché Washington ritiene che «dopo i duri colpi inferti al regime» saranno le loro unità a prendere l'iniziativa, esercitando una massiccia pressione contro un regime in affanno. Stiamo parlando delle unità dei ribelli non-jihadiste, addestrate in Turchia e Giordania da istruttori americani, francesi e britannici grazie ad armi fornite da Paesi del Golfo ed ora in arrivo dagli Usa.

Alcune di queste unità potrebbero assumere il controllo di singole aree, ai confini con Giordania e Turchia, e le forze jihadiste di Jubat al-Nusra vengono considerate «non così efficienti come alcuni reputano». A dimostrarlo sarebbe il fatto che «ogni volta che si sono trovate davanti i pashmerga curdi hanno battuto in ritirata».

La soluzione politica

È in una Siria con Assad indebolito e i ribelli rafforzati, che l'amministrazione si propone, a intervento finito, di rilanciare i colloqui per la «transizione», contando sul fatto che il regime non avrà più la forza per opporsi.

 

LA DECAPITAZIONE DI TRE MONACI FRANCESCANI DA PARTE DEI RIBELLI SIRIANI DI AL NUSRA ribelli siriani a damasco RIBELLI SIRIANI QAEDISTI GIUSTIZIANO FEDELI DI ASSAD IN PIAZZA obama siria OBAMA SIRIA index RIFUGIATI IN SIRIA RIFUGIATI IN SIRIA BASHAR ASSAD

Ultimi Dagoreport

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – UCCI UCCI, SENTO AVVICINARSI GLI ANGELUCCI! IN ALLARME PER LA DECRESCITA INFELICE DEI LORO TRE QUOTIDIANI, ALESSANDRO SALLUSTI AVREBBE I GIORNI CONTATI ALLA DIREZIONE DE “IL GIORNALE” - GIA’ CADUTO IN DISGRAZIA CON MARINA BERLUSCONI, REO DI AVER SOSTITUITO “PAPI” CON GIORGIA, ORA GIAMPAOLO ANGELUCCI AVREBBE IN MENTE DI RIMPIAZZARE IL BIOGRAFO DELLA DUCETTA CON QUEL RAMPANTISSIMO “BEL AMI” DEL POTERE CHE SI CHIAMA TOMMASO CERNO: SENZA FARE UN PLISSE’, DA DIRETTORE DELL’’’ESPRESSO” E DEPUTATO DEL PD BY RENZI, OGGI E’ ALLA GUIDA DE “IL TEMPO”, TALMENTE SCHIERATO CON LA DESTRA CHE VEDE I FASCISTI A SINISTRA… (VIDEO STRACULT!)

meloni prevost

DAGOREPORT - STAVOLTA, LA ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' (COLLE OPPIO E GARBATELLA) L'HA COMBINATA GROSSA - "E' UN'OFFESA ENORME AL SANTO PADRE, OLTRE CHE UN ERRORE DIPLOMATICO GRAVISSIMO", È IL SENTIMENTO DI FORTISSIMA IRRITAZIONE CHE TRAPELA I PALAZZI APOSTOLICI ROMANI - IL BIG BANG IN VATICANO È ESPLOSO IL 22 MAGGIO QUANDO LA DUCETTA HA SBANDIERATO AI QUATTRO VENTI IL CONTENUTO DI UN COLLOQUIO TELEFONICO CON PAPA PREVOST CHE, PRIVO DI UN'AUTORIZZAZIONE DELLA SANTA SEDE, DOVEVA RIMANERE STRETTAMENTE RISERVATO - "ORFANA" DI TRUMP, PER NON FINIRE NEL SECCHIO DELL'IRRILEVANZA, SI BECCA OGGI L'IRONIA DI TRAVAGLIO: “GIÀ PONTE FRA TRUMP E L'EUROPA, ORA LO È FRA IL PAPA E IL PADRETERNO...” - L’INDIGNAZIONE DELLA CURIA NEL VEDER IL VATICANO TRATTATO DA MELONI MANCO FOSSE UNA PROPAGGINE DEL SUO MINISTERO DEGLI ESTERI, AVREBBE SPINTO PAROLIN A PRENDERE CARTA E PENNA PER UNA NOTA DI PROTESTA ALL’AMBASCIATORE ITALIANO PRESSO LA SANTA SEDE. INIZIATIVA CHE, PER ORA, DICONO, GIACE SULLA SCRIVANIA DEL PONTEFICE, PRIVA DI FIRMA... – C'E' ARIA DI REPULISTI ALLA COMUNICAZIONE VATICANA: VIA I BERGOGLIANI RUFFINI-TORNIELLI?

2025candela elisa isoardi incoronata boccia

PER ELISA ISOARDI C’È IL SABATO POMERIGGIO: L’EX FIDANZATA DI SALVINI NON DOVREBBE OTTENERE LO SPAZIO DI “SABATO IN DIRETTA”, CONDOTTO DA EMMA D’AQUINO, MA LA FASCIA DELLE 14, CON UN “PEOPLE SHOW” – FLOP E POLEMICHE: LA RESISTIBILE ASCESA DI INCORONATA BOCCIA, PASSATA DAL TGR SARDEGNA ALLA VICEDIREZIONE DEL TG1 (E INFINE APPRODATA SU RAI3 CON “SPES”, HA TOCCATO L’1,6% DI SHARE) E ORA IN POLE PER DIVENTARE CAPO UFFICIO STAMPA DELLA RAI - X FACTOR, SI CERCA IL SOSTITUTO DI MANUEL AGNELLI - GILETTI DA RAI CULTURA AGLI APPROFONDIMENTI – IL PROGRAMMA, REGISTRATO DA MOLTISSIMI MESI, NON È STATO TRASMESSO: A BLOCCARE TUTTO SAREBBE LA DENUNCIA DI UNA PARTECIPANTE – IL MODELLO E ATTORE PER MANCANZA DI POSE HA “INSCENATO” UN FINTO FLIRT...

osnato fazzolari savona banco bpm

FLASH! – NONOSTANTE SIA FINITO NEL MIRINO DI FAZZOLARI (TRAMITE IL BRACCIO ARMATO, MARCO OSNATO), IL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, NON È UN TIPINO FACILE DA “PIEGARE”, VISTA ANCHE LA SUA “SARDITUDINE”: SA CHE SE DOVESSE PARTIRE DA PALAZZO CHIGI L’ORDINE DI RASSEGNARE LE SUE DIMISSIONI, SI REGISTREREBBE UN PESANTISSIMO CONTRACCOLPO SULLA BORSA DI MILANO – COSE MAI VISTE NELLA GUERRA IN CORSO TRA LA FINANZA MILANESE E IL GOVERNO DI ROMA: IERI E' APPARSA UNA PAGINA DI PUBBLICITÀ SUL “GIORNALE” DI ANGELUCCI, CON CUI BANCO BPM, CARO ALLA LEGA DEL MINISTRO GIORGETTI, SPARA UN GIGANTESCO "NO" ALL’OPS DI UNICREDIT...