davos wef world economic forum conte bolsonaro

A DAVOS TUTTI BENE – AL VIA IL “WORLD ECONOMIC FORUM” TRA INCERTEZZE E RECESSIONE ALLE PORTE: TRUMP, MACRON E MAY HANNO BEGHE PIÙ IMPORTANTI E DISERTANO, TUTTI GLI OCCHI SARANNO PUNTATI SU BOLSONARO – E CONTE? FARÀ UNA CAPATINA MERCOLEDÌ E VUOLE FARE DI TUTTO PER RINGRAZIARE IL PRESIDENTE BRASILIANO DEL “REGALINO” CESARE BATTISTI...

1 - A DAVOS VA IN SCENA L' INCERTEZZA NIENTE TRUMP, BRASILE SUPERSTAR

Marco Zatterin per “la Stampa”

 

forze di sicurezza a davos

L' ospite più sgradito, quello che nessuno avrebbe voluto invitare a Davos, è Sua Infausta Maestà l' Incertezza. Chi trasforma gli umori in grafico sostiene che in questo secolo non è mai stata così diffusa nell' animo dei responsabili della politica e dell' economia, scossi da conflitti infiniti, populismi galoppanti e dalla repentina trasformazione della ripresa globale in una crescita gracile se non recessiva. Questo incombe su un World Economic Forum che decolla stasera e s' annuncia perlomeno riflessivo e sofferente per le defezioni di molti Grandi.

 

Trump, Macron e May hanno annullato il viaggio, ognuno con una solida scusa interna. Xi il Cinese non ha nemmeno pensato di tornare sul palco che lo ha eletto star planetaria nel 2017. Ci sarà una Merkel con le polveri bagnate, così gli occhi più curiosi saranno per il neoleader brasiliano Bolsonaro, modello semi rivoluzionario di conservatore liberoscambista.

 

jair messias bolsonaro 2

E, in qualche misura, per Giuseppe Conte. Larry Fink, il guru del fondo Black Rock, vede una società «destabilizzata da cambiamenti economici fondamentali e dall' incapacità dei governi di fornire soluzioni durature». Il Wef si propone proprio di guardare lontano, ma il problema è che l' opinione pubblica, cioè gli elettori, fatica a guardare oltre l' ultimo del mese. Il diffuso disinteresse per le grandi minacce, a partire dal cambiamento climatico che un sondaggio del Forum ha definito pericolo concreto e imminente, testimonia la dissintonia fra chi si sforza di capire l' evoluzione del benessere atteso e chi fatica davvero a viverlo ogni giorno.

 

trump a davos 4

Donald Trump è bloccato con tutto il suo staff dallo Shutdown, la paralisi amministrativa degli States che difficilmente non avrà effetti sulla crescita americana, dunque su quella di tutti gli altri. Sta peggio Theresa May, impegnata a gestire il suo divorzio europeo, così come Emmanuel Macron è alle prese con i gilet gialli. Le promesse tradite minano i governi tradizionali europei, nell' anno del rinnovo dell' Europarlamento, processo che aggiunge incertezza alle incertezze.

 

davos pupazzi di neve

L' esito di queste partite influenzerà a lungo gli equilibri politici dell' orbe terracqueo. Ne sa qualcosa Jair Bolsonaro, presidente eletto fra promesse quasi salviniane di Sicurezza, drenando i voti decisivi nella base corrotta da xenofobia e misoginia. Autoritario, certo, ma diverso dai sovranisti nostrani per la determinazione a concludere accordi commerciali globali, necessari per alimentare le esportazioni che servono per tenere il piede il suo grande Paese. A Davos promette di illustrare «il nuovo Brasile». I tremila delegati lo ascolteranno con attenzione, perché le sue parole aiuteranno comprendere il cambiamento avviato.

bolsonaro e il pescione

 

Per lo stesso motivo guarderanno a Giuseppe Conte, il premier del primo cantiere populista europeo. Intuire i perché della trasformazione italiana, e le sue prospettive, è una chiave per capire cosa potrebbe accadere al resto del continente da maggio in poi. Terrà la maggioranza? E la congiuntura, che lungo la penisola, al solito, soffrirà più che altrove la già avviata frenata del ciclo mondiale?

 

davos proteste anti trump

Oggi il Fmi sforna il suo ultimo pacchetto di previsioni. Ci si attende la fotografia di un rallentamento diffuso, ma non ancora segnali di una manifesta recessione, mentre i rischi di caduta sono aumentati, come sottolineato anche dal presidente della Bce, Mario Draghi, che nella sua più recente uscita ha stimato che l' incertezza «resta prominente».

 

l'insediamento di jair bolsonaro 1

Ci risiamo. Senza contare che l' ultimo sondaggio di Natixis rivela che la maggioranza dei gestori di patrimoni a Wall Street vede il prolungarsi di un mercato all' insegna dell' Orso.

I quattro giorni e mezzo di Davos saranno utili per gli shampo al cervello. Per affinare l' occhio, capire le tendenze e guardare lontano.

 

giuseppe conte legge una poesia dopo il consiglio dei ministri 2

Il programma è ricco, ai delegati viene anche offerta la possibilità di una meditazione globalista mattutina. Fra l' ansia per i mercati, il timore del virus recessivo come di quello populista, si parlerà molto di cose serie dall' alto indice di gradimento e da uno minore d' ascolto. L' Intelligenza artificiale, l' ambiente. E i rifugiati.

 

giuseppe conte a 'italia a 5 stelle' 6

Il World Economic Forum vuole essere l' albero più alto da cui si può si vedere l' intero giardino e, oltre, una terra dove - però - c' è un' opinione pubblica che soffre la mancanza di soluzioni e la debolezza di governi che offrono più diagnosi che cure. L' ultimo sondaggio prima del calcio d' inizio rivela che il 56% del campione globale pensa che le migrazioni «siano un bene» per il loro Paese; in Italia siamo al 30%. La differenza fra i due campioni è la misura del conflitto possibile. L' incertezza nasce nella diseguaglianza che alimenta l' odio per il diverso. Il malessere di Davos 2019 passa per forza da qui.

 

battisti in italia foto mezzelani gmt040

2 - LE NEW ENTRY CONTE E BOLSONARO "FAREMO DI TUTTO PER INCONTRARCI"

Francesca Schianchi per “la Stampa”

 

Ci saranno due new entry destinate ad essere guardate con curiosità e interesse in questa edizione del World Economic Forum di Davos: il presidente brasiliano Jair Bolsonaro e il premier italiano Giuseppe Conte. Entrambi al loro debutto sul palcoscenico svizzero calcato da imprenditori, politici, banchieri, in una parola da quelle élite mondiali tanto criticate dai governi populisti di cui sono espressione, potrebbero avere proprio lì un momento di faccia a faccia in un bilaterale che si sta cercando di organizzare.

 

l'insediamento di jair bolsonaro 9

Conte arriverà nella cittadina svizzera mercoledì 23 e rimarrà un giorno solo: in quelle poche ore, «faremo di tutto per incontrarci», ha assicurato nei giorni scorsi, ansioso di testimoniare al presidente sudamericano tutta la gratitudine italiana per la recente cattura (in Bolivia) del terrorista latitante Cesare Battisti («devo dire a Conte che non ci deve ringraziare, anche noi siamo molto grati a lui perché ci siamo liberati di un elemento che infastidiva la maggioranza dei cittadini brasiliani», ha già anticipato il leader carioca).

 

Più improbabile invece l' ipotesi di un bilaterale con l' altra protagonista politica della kermesse, la cancelliera tedesca Angela Merkel, che pure nei giorni scorsi ha speso parole gentili per lo «stile pacato» del premier italiano, messo in contrapposizione a quello che dicono «i singoli ministri».

 

carla ruocco a davos

Così, per il premier del governo che si autodefinisce «del cambiamento», vicino al popolo, mercoledì sarà una ventiquattr' ore di full immersion in uno dei raduni più esclusivi del pianeta, quel genere di incontri spesso oggetto in passato degli strali dei Cinque stelle.

 

Anche se ormai sdoganato: pur provocando l' irritazione dei vertici, già due anni fa ci mise piede una grillina doc come l' attuale presidente della Commissione Finanze della Camera, Carla Ruocco.

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?