DOPO ESSERE ENTRATA IN ENI E ENEL, LA BANCA CENTRALE DI PECHINO METTE PIEDE ANCHE IN MEDIOBANCA SALENDO AL 2% - I CINESI SONO ANCHE IN TELECOM, PRYSMIAN, CDP, ANSALDO: MANCA SOLO UNA BANCA…

Dopo la missione italiana del loro premier la regola del 2% viene rispettata anche nei casi di Telecom Italia e Prysmian. A questi vanno aggiunti i recenti investimenti per il 35% di Cdp Reti o il 40% di Ansaldo Energia - Nei prossimi cinque anni Pechino intende spendere in Europa qualcosa come 500 miliardi…

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Francesco Spini per “la Stampa

 

MEDIOBANCA MEDIOBANCA

La Cina batte un colpo in Mediobanca. La banca centrale di Pechino, la People’s Bank of China, ha acquistato il 2,001% del capitale di Piazzetta Cuccia. Gli acquisti sono avvenuti il 14 ottobre, un giorno importante nella rinnovata collaborazione Italia Cina. Mentre da Pechino partiva l’ordine, a Roma il premier cinese Li Keqiang stava celebrando insieme con il presidente del Consiglio Matteo Renzi la firma di una ventina di contratti commerciali del valore complessivo di circa 8 miliardi.

 

Per entrare in Piazzetta Cuccia è servito molto meno, attorno ai 110 milioni di euro, ma è un altro segnale, per parte di Pechino, del rinnovato interesse per l’Italia. Anche in questo caso la scelta è stata quella di raggiungere una quota visibile dai radar della Consob e dunque da tutto il mercato. Quasi un tratto abituale dello stile di Pechino, ma che in questo caso potrebbe avere una valenza in più.

 

mediobanca nagel mediobanca nagel

Come ha detto settimana scorsa a Milano, in occasione del quinto «Italy-China Innovation Forum» al Politecnico, il presidente della Bank of China (la banca commerciale, non l’istituto centrale), Tian Guoli, l’ondata degli investimenti cinesi in Europa non è finita, anzi: nei prossimi cinque anni Pechino intende spendere oltremuraglia qualcosa come 500 miliardi. Quanti in Italia? Impossibile dirlo oggi.

 

Nel frattempo occorre attrezzarsi. E un modo, fa notare qualche osservatore, è prendere posizione in una banca d’affari italiana importante come è Mediobanca che, peraltro, nel tempo ha effettuato diversi «carotaggi» in terra cinese, nell’ambito dei progetti di espansione geografica che l’ha vista sbarcare anche in Messico.

People s Bank of China dc fa d ed People s Bank of China dc fa d ed

 

La quota cinese in Piazzetta Cuccia può quindi rappresentare una sorta di bollino blu alla banca guidata da Alberto Nagel in vista del crescente interesse cinese per il nostro Paese. Ed è un attestato di fiducia all’istituto in un momento particolare: siamo alla vigilia dei risultati (saranno resi noti domenica a mezzogiorno) del doppio esame della Bce composto da stress test e dall’analisi della qualità degli asset (aqr).

 

Non solo. Lunedì ci sarà il cda relativo ai conti del primo trimestre che saranno resi noti martedì, quando ci sarà l’assemblea annuale. Un’apertura di credito che giunge all’indomani di una serie di road show che all’estero (l’ultimo è stato una settimana fa negli Usa) registrano un consenso degli investitori istituzionali al piano industriale e alla riforma della governance di Mediobanca, tanto che la quota di fondi esteri è salita a fine agosto al 30% e risulta raddoppiata nel giro di un decennio.

Xi Jinping Xi Jinping

 

Per la Cina Mediobanca è un tassello che si aggiunge al ricco puzzle di investimenti che da tempo va componendo in Italia. Tra la primavera e l’estate dalla Cina sono arrivati investimenti per oltre 5 miliardi. Sempre la People Bank of China ha preso posizione in Generali con un 2,014%, è salita al 2% di Eni come di Enel.

 

stretta di mano tra li keqiang e matteo renzi (3) stretta di mano tra li keqiang e matteo renzi (3)

La regola del 2% viene rispettata anche nei casi di Telecom Italia e Prysmian. A questi vanno aggiunti i recenti investimenti di State Grid of China per il 35% di Cdp Reti o il 40% di Ansaldo Energia Finito nelle mani di Shanghai Electric. A completare il quadro manca la conquista di una banca. Wang Jian, direttore generale di Bank of China, istituto che si candida a fare da ponte per le Pmi italiane dirette in Cina e viceversa, non la esclude. «È un’ ipotesi possibile se vogliamo stare in Italia - spiega -. Partendo da zero si incontrano più difficoltà che acquistando una banca che già esiste».

 

 

 

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