DOPO TANTI ANNUNCI, RENZI È IN ALTO MARE CON L'AGENDA FISCALE: DAL SALVA CAV ALLA RIFORMA DEGLI ACCERTAMENTI, IL GOVERNO POTREBBE RINVIARE ANCHE OLTRE L'ESTATE I DECRETI ATTUATIVI DELLA RIFORMA DEL FISCO - LE LOBBY PUNTANO I PIEDI: NIENTE RIFORMA DEI GIOCHI

Secondo quanto ricostruito da “Libero”, alla riunione del 20 aprile verranno portati solo due decreti legislativi, peraltro marginali rispetto all'impianto complessivo della riforma fiscale: il primo relativo all'internazionalizzazione delle imprese, il secondo sulla fatturazione elettronica. Traguardo lontano, insomma, per tutti gli altri testi.

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Francesco De Dominicis per "Libero Quotidiano"

 

RENZI E PADOAN RENZI E PADOAN

Nell'agenda del premier, Matteo Renzi, c'è una data segnata col classico «circoletto rosso»: il 20 aprile, quando è in programma un consiglio dei ministri (in teoria) decisivo. In quella riunione all'ordine del giorno dovrebbero essere inseriti i decreti attuativi della delega fiscale. La riforma del governo, tuttavia, marcia a rilento: vanno ancora messi a punto diversi provvedimenti, ma più passa il tempo e più cresce la convinzione che il dossier tributario possa diventare uno dei più grandi flop dell'esecutivo guidato dall'ex sindaco di Firenze. Gli annunci dell'inquilino di palazzo Ghigi, ovviamente, sono andati nella dirczione opposta.

 

matteo renzi pier carlo padoan matteo renzi pier carlo padoan

Gli atti ufficiali della presidenza del consiglio e la Gazzetta ufficiale raccontano che a tagliare il traguardo, finora, sono stati soltanto tre testi: il decreto sulle semplificazioni e sulla dichiarazione precompilata, la riforma della tassazione tabacchi e il provvedimento sulle commissioni censuarie relative al catasto 2.0.

 

Quest'ultimo, però, è solo il primo tassello di un riassetto del fisco sugli immobili che, per arrivare a compimen to, deve essere «attuato» con altri interventi normativi; e uno di quelli più complessi, relativo alle regole per la definizione delle aliquote, rimbalza freneticamente da un ufficio legislativo all'altro, da palazzo Ghigi al Tesoro, senza trovare la dimensione finale.

 

matteo renzi pier carlo padoan matteo renzi pier carlo padoan

La questione è solo parzialmente gestita dal ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, che su questo dossier ha ceduto il pallino al premier. Sta di fatto che, secondo quanto ricostruito da Libero, alla riunione del 20 aprile verranno portati solo due decreti legislativi, peraltro marginali rispetto all'impianto complessivo della riforma fiscale: il primo relativo all'internazionalizzazione delle imprese, il secondo sulla fatturazione elettronica. Traguardo lontano, insomma, per tutti gli altri testi.

 

Fonti ben informate, infatti, danno per scontato un altro «pacchetto» di rinvii. Slittamenti resi possibili da un codicillo inserito sottobanco nel decreto sull'Imu agricola. Il termine per approvare i provvedimenti attuativi della riforma fiscale, infatti, era stato inizialmente fissato al 27 marzo, ma è stato prorogato di tre mesi allungabili di altri tre, visto, appunto, lo stato di confusione del governo su- Pier Carlo Padoan [LaPresse] gli «articolati». Se l'operazione non si completerà entro il 26 giugno, Renzi sa già che avrà tempo fino alla fine di settembre. Un po' di respiro in più che certamente non guasta e potrebbe servire a trovare la quadra.

Renzi Padoan Renzi Padoan

 

Nonostante i ripetuti annunci, dunque, non sarà all'ordine del giorno del cdm del 20 aprile il decreto sui reati tributari e che prevedeva, tra altro, la discussa soglia del 3% per la depenalizzazione delle frodi fiscali (soglia che avrebbe di fatto « riabilitato» Silvio Berlusconi).

RENZI PADOAN RENZI PADOAN

 

Quella norma sollevò un polverone e la pausa di riflessione non è ancora terminata: la bozza, peraltro presa di mira dall'agenzia delle Entrate, è ancora in stand by. Stesso discorso per gli interventi sugli accertamenti e sulle liti tributarie, sulle imposte societarie, sulle agevolazioni fiscali. E niente da fare anche per le nuove norme sul settore dei giochi. Ambito nel quale gli interessi hanno parecchi «zeri» e le potenti lobby temono di perdere una valanga di quattrini. twitter@DeDominicisF

 

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