DOVE CRESCE L’ERBA PROGLIO? - DIETRO AL MISTERIOSO ACCORDO STRETTO DAL GIGANTE PUBBLICO DELL’ELETTRICITÀ FRANCESE EDF E IL COLOSSO DEL NUCLEARE AREVA CON I CINESI DI CGNPC, COVA UNA SPY STORY NEL MIRINO SERVIZI SEGRETI - NON SI SA QUALI SEGRETI SIANO STATI RIVELATI, E UNA SINDACALISTA CHE VOLEVA VEDERCI CHIARO È STATA AGGREDITA…

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Alberto Mattioli per "La Stampa"

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Gli ingredienti per una ghiotta spy story industriale ci sono tutti: le centrali nucleari «made in France» e la loro tecnologia d'avanguardia, un grande manager pubblico poco amato all'Eliseo, i giornalisti che scoprono gli altarini del potere, una sindacalista ficcanaso che viene pestata come avvertimento e naturalmente i soliti cinesi avidi dei segreti atomici francesi. Ed è subito giallo, e non solo perché c'è di mezzo Pechino.
Tutto comincia dalle rivelazioni del «Canard enchaîné», il settimanale meglio informato su fatti e soprattutto misfatti della classe dirigente di Parigi.

Il «Canard» mette il becco in casa Edf, il gigante pubblico dell'elettricità (156 mila impiegati, 65,3 miliardi di fatturato) e rivela che l'Ispettorato generale delle Finanze, formato da alti funzionari del relativo ministero, sta indagando su un misterioso accordo firmato nel novembre 2011 da Henri Proglio, boss di Edf, con la Cgnpc, la China Guangdong Nuclear Power Company. Oggetto: la realizzazione in Cina di un nuovo reattore nucleare di tipo Epr.

IMPORT EXPORT CINAIMPORT EXPORT CINA

Con due stranezze: non sono chiari i termini del trasferimento di know-how ai cinesi e, misteriosamente, all'accordo non è associato l'altro colosso del nucleare francese, Areva (47 mila dipendenti, 8,8 miliardi di fatturato), cosa tanto più strana perché è Areva che costruisce le centrali: Edf si limita a sfruttarle. Fatto sta che l'11 aprile scorso il Comitato strategico di Edf boccia l'accordo. Di più: interviene l'Agenzia delle partecipazioni di Stato e di conseguenza il 18 aprile, pochi giorni prima delle elezioni, il ministro sarkozysta dell'Economia, François Baroin, lo blocca.

Henry ProglioHenry Proglio

Nel frattempo, Edf ridiscute con i cinesi includendo stavolta anche Areva. Il risultato è un accordo a tre, i due francesi e la Cgnpc, firmato il 19 ottobre ad Avignone, per sviluppare insieme un nuovo reattore da mille megawatt. Questo è il poco che se ne sa, perché alla firma, cui non era presente alcun ministro, non segue il rituale comunicato né alcuno spiega a quali tecnologie abbiano accesso i cinesi e in cambio di cosa.

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Una sindacalista di Areva, Maureen Kearney, comincia a insistere per saperne di più. Minaccia azioni legali, contatta ministri e deputati, allerta la stampa. Il 17 dicembre, a casa sua, viene assalita, legata, minacciata e infine i misteriosi aggressori se ne vanno disegnandole addosso una «A». A come Areva? Sembra troppo facile, quasi una manipolazione. Gli inquirenti non parlano, i legali di Areva sì e minacciano querele a chiunque metta in relazione il fattaccio con il dossier cinese. Il mistero, per ora, resta.

Finché mercoledì il «Canard» fa esplodere la bomba. Di inchieste su Proglio ce ne sarebbero addirittura due: una delle Finanze, che vogliono sapere se davvero, nell'accordo originale, era previsto di consegnare ai cinesi «i codici di calcolo francesi riservati», «gli strumenti di simulazione» e l'accesso al segreto «centro di crisi di Edf» e alla sua non meno segreta «documentazione operativa». L'altra dei servizi segreti, che indagherebbero «sulla natura dei legami fra i dirigenti Edf e i loro partner cinesi».

Ieri Edf ha contrattaccato con un'intervista di Hervé Machenaud, direttore di produzione. Machenaud ha spiegato che il primo accordo a due era una semplice bozza, che nessuno ha voluto escludere Areva e che l'accordo, almeno quello nuovo, non mette in pericolo i segreti atomici francesi. Resta il fatto che l'inchiesta c'è e anzi al ministero dell'Economia si vuole «fare il bilancio» delle relazioni pericolose con i cinesi. Proglio, chirachiano storico folgorato sulla via di Sarkozy, non è per nulla amato da Hollande. Il suo mandato scade nel ‘14. Molti, anche all'Eliseo, dicono che sia molto improbabile che ci arrivi.

 

 

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