renzi pisapia

IL DUCETTO VUOLE SPARIGLIARE – DOPO IL CALCIO IN CULO ATTESO DAL VOTO SICULO, PUNTA ALLE PRIMARIE DI COALIZIONE PER RECUPERARE PISAPIA – PANICO AL NAZARENO: CON IL ROSATELLUM, RENZI E’ IL PADRONE ASSOLUTO DELLE LISTE. E FARA’ FUORI ORLANDO E FRANCESCHINI. SI AFFILANO I COLTELLI...

 

Marco Antonellis per Dagospia

 

1. MOSSA A SORPRESA DOPO LO SCHIAFFO SICILIANO

matteo renzi giuliano pisapia a milano pranzo con la moda

Nel PD sono in molti ad aspettare il voto in Sicilia dal prossimo 5 novembre come fosse una grande resa dei conti per sciogliere il nodo Gordiano che tiene bloccato il partito: che strategia seguire? Autosufficienza o centrosinistra allargato?  In realtà la situazione è molto più complessa perché certamente i sondaggi non sono favorevoli al candidato di Matteo Renzi nell'isola ma "bisognerà vedere quest'ultimo cosa deciderà di fare" dicono dal Nazareno.

 

Perché a quanto trapela, il segretario avrebbe già pronto un colpo ad effetto per sminare il terreno da chi volesse metterne in discussione la leadership subito dopo il voto siciliano: l'apertura alle primarie di coalizione. Un modo per riguadagnare immediatamente il centro della scena ed evitare eventuali contraccolpi, si spiega. Non per nulla Matteo Renzi aveva cominciato a dialogare con Valter Veltroni proprio in quest'ottica, per preparare il terreno, e il dialogo sarebbe continuato se poi il segretario dem non fosse entrato in rotta di collisione con Veltroni per via della querelle Bankitalia. 

gentiloni veltroni renzi

 

Sono in molti a ritenere, a cominciare proprio da Valter Veltroni, che con un "campo largo" il Pd potrebbe tornare a vincere. "Mettendo insieme Pisapia più Mdp e il Pd ci sarebbero molte possibilità di vittoria" raccontano uomini vicino al ex segretario Dem. E i sondaggi, almeno in parte, sembrano dargli ragione. Ma quello che chiedono gli scissionisti così come molti all'interno del Pd è che Matteo Renzi rinunci ad essere il prossimo candidato premier.

 

Ed è proprio su questo fronte che dopo il 5 novembre potrebbero esserci delle sorprese: ok alle primarie di coalizione e che vinca il migliore. Sarà poi da vedere se l'apertura del segretario dem alle primarie di coalizione sarà ritenuta credibile da chi a quelle primarie dovrebbe eventualmente partecipare. Perchè è chiaro che il toscano partirebbe comunque avvantaggiato: è lui a capo del partito più grande.

 

2. ESERCIZIO DEL POTERE CON LE LISTE 

Ogni giorno ha la sua pena si usa dire e questa 'massima' si attaglia perfettamente di questi tempi al PD. Già, perché quando tutti nel partito pensavano che ormai Renzi dopo la sconfitta referendaria ma soprattutto dopo la vittoria alle primarie, dove aveva anche promesso il fatidico passaggio dall'io al 'noi' sarebbe addivenuto a più miti consigli, ecco che ritorna il Matteo di sempre, quello dell'uno contro tutti. 

RENZI FRANCESCHINI

 

E gli altri, ove per altri si intendono Orlando, l'attuale ministro della Giustizia, e Franceschini ministro della Cultura, non possono certo restare a guardare pena la 'decimazione' della loro rappresentanza e agibilità politica. 

 

Insomma, la vicenda Bankitalia ha scoperchiato il classico 'vaso di pandora' e nel Pd è ricominciato il 'tutti contro Renzi' dato che orlandiani e franceschiniani in primis non si fidano più del loro segretario (ma sono in corso ripensamenti anche dalle parti del leader pugliese Emiliano). Lo spiega un big del Nazareno che preferisce l'anonimato: "E' inutile fidarsi, le abbiamo provate tutte fino a dargli carta bianca sul Rosatellum. E forse abbiamo fatto male perchè il Rosatellum sarà la corda alla quale verremo impiccati. Potrà decidere tutto da solo e avendo anche il controllo totale di tutti gli organismi dirigenti del partito sarà impossibile far valere le nostre ragioni o anche solamente far sentire la nostra voce".

ANDREA ORLANDO

 

A Matteo basterà convocare la direzione nazionale (tanto nessuno ha il coraggio di votare contro) per mettere tutti a tacere, raccontano dalle parti Nazareno. Insomma, nel Pd sono in molti a ritenere che 'Matteo pensa solo a se stesso e al Giglio magico' e che "la vicenda Banca d'Italia è solo l'ultimo episodio di una serie ormai infinita" mentre si aspetta con grande ansia il risultato delle elezioni siciliane per regolare i conti. E da qualche giorno hanno cominciato a pensarlo anche dalle parti del Quirinale tanto che c'è chi parla di possibili importanti 'strascichi'.

 

Il segretario dem rischia, e molto. Autorevolissimi sondaggi vedono il candidato PD Micari arrivare addirittura terzo o quarto: una disfatta. Ma la vera partita sarà poi sulla formazione delle liste elettorali per le prossime politiche: e se fino a qualche giorno fa Orlando e Franceschini erano rassicurati adesso non lo sono più.

 

renzi all assemblea pd

Temono che Renzi, con una legge elettorale a lui favorevole come il Rosatellum possa 'asfaltare' definitivamente le minoranze interne anche con il pretesto di inserire ragazzotti o esponenti della società civile, personalità tanto di belle speranze quanto facilmente controllabili dal leader una volta eletti. Insomma, del passaggio tanto promesso dopo le primarie dall'io al 'noi' non c'è traccia. Presto si muoveranno anche gli "sminatori" Andrea Orlando e Dario Franceschini, big del partito, ma potrebbe essere tardi. Renzi si è blindato nel fortino con il Rosatellum e ora tiene in pugno il loro destino.

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…