DUE PESI E DUE INTERCETTAZIONI – FELTRI: “CROCETTA STA SUL GOZZO A QUELLI DEL PD E ALLORA PUÒ ESSERE LINCIATO ANCHE SE L’INTERCETTAZIONE È INVENZIONE” – LA SERRACCHIANI, CHE HA CHIESTO LE DIMISSIONI DEL GOVERNATORE, NON HA DETTO UNA PAROLA SULLA TELEFONATA IN CUI RENZI DÀ DELL’INCAPACE A LETTA...

“Si dovrebbero pubblicare solo le intercettazioni che sono di sostegno alle indagini. Prima le intercettazioni colpivano la destra, adesso che ne è colpita la sinistra forse si provvederà a limitarle. A meno che la sinistra non scopra che le spiate servano anche per eliminare i compagni scomodi”…

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Vittorio Feltri per “il Giornale

 

Rosario Crocetta Rosario Crocetta

Quando un argomento non è giornalisticamente appassionante e viene comunque trattato con insistenza dai media, di solito c'è sotto qualcosa di sporco. E, state sicuri, monterà una polemica inesauribile. Qualche innocente, inoltre, ci rimetterà le penne. È sempre stato così. Gli ultimi casi, in ordine cronologico, sono paradigmatici.

 

Prendiamo la vicenda Rosario Crocetta, «accusato» di aver colloquiato al telefono col proprio medico. Una conversazione giudicata scottante in cui - riferisce l'Espresso - il dottore avrebbe detto peste e corna della signora Borsellino, figlia del magistrato assassinato dalla mafia.


Vero o falso? La registrazione non salta fuori. La Procura ne nega l'esistenza, mentre il settimanale debenedettiano conferma di averla udita. Per ora non si sa chi abbia ragione. Un certo rispetto, nonostante tutto, verso la Giustizia ci porta però a supporre che le toghe dicano la verità. Che interesse avrebbero di raccontare bugie? A parte ciò, come già il Giornale ha sottolineato nei giorni scorsi, è un fatto che il governatore della Regione Sicilia non ha avallato le parole pronunciate dal proprio interlocutore. Non le ha neppure commentate. Si è limitato ad udirle. Quindi non si capisce che c'entri costui con le opinioni censurabili espresse dal medico.

lucia borsellino rosario crocetta lucia borsellino rosario crocetta


L'episodio è stato sfruttato allo scopo di attaccare violentemente Crocetta. La signora Serracchiani, governatore del Friuli, renziana dichiarata, ha invitato il collega a togliersi dai piedi. Perché? Nel dubbio, è bene che questi lasci la carica.


Noi non siamo simpatizzanti del politico siciliano, ma quello della giovine Serracchiani ci sembra un ragionamento bizzarro, da respingere in toto. Non c'è prova che Crocetta abbia insultato l'erede di Borsellino. Addirittura la Procura sostiene che agli atti non sia presente una intercettazione del tipo di quella riportata dall'Espresso. E allora dov'è il «reato»? Dov'è il problema? O si recupera il nastro in questione o si archivia la faccenda alla voce «bufale».

Debora Serracchiani Debora Serracchiani

 

Quanto al governatore (donna) del Friuli, si può solo affermare che le sarebbe convenuto tacere in questa circostanza, usando la lingua per intervenire, semmai, su un'altra storia analoga riguardante il premier, Matteo Renzi, «reo» di essersi confidato - al telefono, tanto per cambiare - con un personaggio importante a proposito delle trame finalizzate a far secco Enrico Letta. Sul punto, invece, madame Serracchiani non ha proferito verbo. Eppure ella avrebbe avuto un buon motivo per sbottonarsi, visto che l'intercettazione relativa a Renzi non è ipotetica, bensì reale, anche se penalmente irrilevante.


La stessa riflessione è d'obbligo circa il comportamento del ministro (o ministra, fate vobis) Boschi, la quale ha minimizzato la portata delle chiacchiere di Renzi. Qui siamo di fronte a un ricorrente pasticcio. Se una spiata è utile per incastrare un avversario, è parificata al Vangelo, pertanto da adoperarsi senza esitazioni, quand'anche si tratti di fantasia. Se, viceversa, danneggia - sia pure a livello di immagine - un amico, va attribuita alla macchina del fango e gettata nella pattumiera.

ENRICO LETTA IN VESPA ENRICO LETTA IN VESPA

 

Cosicché - tirando le somme - Crocetta, che sta sul gozzo a quelli del Pd, può essere linciato perfino se l'intercettazione è pura invenzione; Renzi, invece, inchiodato da un nastro, va assolto a priori, non merita neppure una deplorazione.


Si rendono conto i democratici di essere fessi? Se non lo fossero riconoscerebbero che questo genere di incidenti saranno inevitabili finché il Parlamento non avrà approvato una legge che disciplini la materia in questione, abusando della quale si creano le condizioni per trasformare la lotta politica in una barbarie destinata a lordare le istituzioni e la reputazione di chi lavora per esse. Non ci vorrebbe molto. Si pubblichi tutto ciò che è di sostegno alle indagini e nulla che sia gossip e attenga alla vita privata. Perché non si procede in questo senso?

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Sino a che lo sputtanamento colpiva la destra, la sinistra era felice di giovarsene; ora che essa stessa ne è colpita, provvederà forse a vietare la diffusione delle intercettazioni scabrose. A meno che non scopra che le spiate servano anche per eliminare i compagni scomodi. Siamo abituati al peggio e non ci stupiremmo che i progressisti fossero ancora più stolti dei conservatori, mai stati capaci di regolamentare la divulgazione delle schifezze.

 

 

 

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