ECCOLA, LA POST-VERITÀ - IL GENERO DI HILLARY CLINTON CHIUDE DI CORSA IL SUO FONDO DI INVESTIMENTO DA 400 MILIONI: SENZA LA SUOCERA ALLA CASA BIANCA, IL MARITO DI CHELSEA NON VALE PIÙ NIENTE PER I SUOI INVESTITORI (TRA CUI LLOYD BLANKFEIN DI GOLDMAN SACHS) - QUESTA BOMBA SUL RAPPORTO INCESTUOSO TRA CLINTON, POLITICA E FINANZA NON APPARE SUI GIORNALI ITALIANI, CHE INVECE RIEMPIONO PAGINATE SUL CONFLITTO D'INTERESSI DI TRUMP PER AVER DIFESO I CAPPOTTINI DELLA FIGLIA IVANKA

Condividi questo articolo


il matrimonio di hillary clinton e marc mezvinsky il matrimonio di hillary clinton e marc mezvinsky

DAGOREPORT

 

L’elezione di Donald Trump è stata una tranvata per gran parte dei media globali, che continuano a inseguire tweet presidenziali, imprevedibili strategie della comunicazione targata Steve Bannon e Kellyanne Conway, e a subire l’ennesimo trionfo dell’intramontabile Matt Drudge.

 

Invece di affrontare le ragioni che hanno portato le testate più prestigiose a sbagliare tutte le loro previsioni, queste hanno cominciato una soporiferia caccia al colpevole: internet, i social network, Putin.

hillary chelsea clinton con marc mezvinsky hillary chelsea clinton con marc mezvinsky

 

Invece di piangere su fake news, bugie conclamate e post-verità, basterebbe ammettere un dato: la verità manovrata da politica, finanza e poteri più o meno forti c’è sempre stata, le notizie fasulle hanno per decenni intasato i giornali, solo che ora il controllo di ciò che si pubblica non è più in mano a un pugno di editori, e il sistema è andato in un sano e divertente cortocircuito.

bill hillary chelsea clinton con marc mezvinsky bill hillary chelsea clinton con marc mezvinsky

 

Volete un succoso e fresco esempio di post-verità? I quotidiani americani (e quelli italiani che sanno solo scopiazzarli) sono pieni di articoli sul conflitto di interessi di Trump. Nelle scorse settimane si parlava del futuro del suo impero immobiliare e il ruolo dei familiari, oggi della figlia Ivanka, nella veste di stilista ‘boicottata’ dalla catena Nordstrom.

 

Non ci pare di aver letto da nessuna parte, però, una discreta bomba: il marito di Chelsea Clinton (figlia di Bill e Hillary) ha chiuso in fretta e furia il suo hedge fund che aveva raccolto più di 400 milioni di dollari.

bill hillary chelsea clinton con marc mezvinsky bill hillary chelsea clinton con marc mezvinsky

 

Marc Mezvinsky - secondo la rivista di settore Hedge Fund Report citata da Bloomberg - avrebbe smantellato la sua Eaglevale Partners lo scorso dicembre, appena un mese dopo la sconfitta della suocera alle elezioni presidenziali.

 

Una coincidenza? Voi cattivoni della post-verità non vorrete mica insinuare che il rampante finanziere 35enne, laureato in teologia e con un master in politica, filosofia ed economia, è stato abbandonato dai suoi investitori perché non era più un ingranaggio della potentissima macchina da soldi dei Clinton, vero?

 

lloyd blankfein goldman sachs lloyd blankfein goldman sachs

Non vorrete per caso sospettare che nonostante uno dei fondi da lui gestiti avesse perso il 90% del capitale scommettendo sul debito greco, i clienti non fossero scappati perché puntavano i ricchi dividendi di una Clinton alla Casa Bianca, viste le centinaia di milioni che aveva fatto arrivare alla fondazione di famiglia quando era Segretario di Stato e dunque decideva affari miliardari sottoscritti dal governo e dalle aziende americane?

 

Non penserete forse che il fatto che nella Eaglevale Partners, fondata nel 2011 da Mezvinsky (all’epoca neanche trentenne) insieme a due banchieri con cui aveva lavorato alla Goldman Sachs, avesse investito personalmente Lloyd Blankfein, CEO della stessa Goldman Sachs, c’entri qualcosa con il rapporto speciale che questo aveva con la signora Clinton, pagata centinaia di migliaia di dollari per pronunciare imperdibili discorsi alle cene aziendali della banca d’affari?

 

Naturalmente, sui giornali italiani negli scorsi mesi il nome di Mezvinsky è stato appena menzionato, giusto per fare parallelismi scemi con Ivanka (ehi, le due figlie predilette hanno sposato ricchi ebrei!) e mai andando a fondo nei labirintici ‘rapporti incestuosi’ tra eredi Clinton, finanza, media e potenze straniere.

warren buffett lloyd blankfein warren buffett lloyd blankfein

 

Il gioco di vedere la pagliuzza nel conflitto d’interessi dei nemici (il cappottino boicottato di Ivanka Trump) ma non la trave in quello degli amici (il rapporto puramente politico-finanziario-speculativo tra la carriera milionaria del ‘First Genero’ e il potere dei suoceri) in Italia lo conosciamo benissimo.

 

Trump, come Berlusconi, è pieno di conflitti d’interessi. Che vanno rivelati, raccontati, e possibilmente mitigati (pensare di eliminarli è velleitario). Eppure, proprio come è successo da queste parti, gli stessi giornali che urlano e strepitano contro gli affari di famiglia dei puzzoni di turno, nascondono quelli dei loro editori o dei politici di riferimento. Questa è la post-verità, ed è sempre esistita.

 

chelsea clinton e marc mezvinsky chelsea clinton e marc mezvinsky chelsea clinton e marc mezvinsky chelsea clinton e marc mezvinsky marc mezvinsky right with bill chelsea and hillary clinton ap marc mezvinsky right with bill chelsea and hillary clinton ap bill hillary chelsea clinton con marc mezvinsky bill hillary chelsea clinton con marc mezvinsky I banchieri Lloyd Blankfein Jamie Dimon John Mack e Brian Moynihan alla Commissione d inchiesta I banchieri Lloyd Blankfein Jamie Dimon John Mack e Brian Moynihan alla Commissione d inchiesta

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT -  SALUTAME ER PAPA! PERCHÉ MELONI HA ORDINATO A GIORGETTI E VALDITARA DI DISERTARE GLI "STATI GENERALI DELLA NATALITÀ"? COME MAI LEI, ''DONNA-MADRE-CRISTIANA'', HA RIFIUTATO L’INVITO (GIA' PRIMA DELLA CONTESTAZIONE A ROCCELLA), A UN EVENTO PRESENTE BERGOGLIO? - LA DUCETTA, ACCUSATA DI “DERIVA ORBANIANA SUI DIRITTI DELLE DONNE (PRO-VITA NEI CONSULTORI) HA PREFERITO SMARCARSI DA TEMI DIVISIVI IN VISTA DELLE EUROPEE. MAGARI TEMEVA DI FINIRE CONTESTATA DAI CATTOLICI ANCHE PER L’AFFOSSAMENTO DEL “FAMILY ACT” - L'IRA ECCLESIALE ESPRESSA DALL’ORGANIZZATORE DEGLI "STATI GENERALI DELLA NATALITÀ", GIGI DE PALO. OGGI A ROMA, ACCANTO AL PONTEFICE, NON L'HA TOCCATA PIANO: “CI SIAMO SENTITI ABBANDONATI DALLE ISTITUZIONI. COME SE TOGLIERE LA PAROLA A UN MINISTRO FOSSE PIÙ GRAVE DI TOGLIERLA A UNA MAMMA ALL'OTTAVO MESE DI GRAVIDANZA…” - VIDEO

FLASH! – MAI DIRE RAI: ANDATO A VUOTO IL TENTATIVO CON TAJANI DI ESSERE IN QUOTA FORZA ITALIA, AL FINE DI CONQUISTARE LA POLTRONA DI DIR. GEN., ROBERTO SERGIO HA PROVATO AD ADESCARE I MELONI DI VIALE MAZZINI CON LA RIDICOLA “CENSURA” A SERENA BORTONE – ROSSI, CHE AVEVA ISSATO SERGIO PRO TEMPORE A AD, SI SENTE “TRADITO” PER LE SUE TRAME DI RESTARE AL SUO POSTO – COME DIR. GEN., ACCANTONATO CIANNAMEA, LA LEGA RICICCIA MARANO MEZZOBANANO. TROPPO ESPERTO ED ABILE, NON E’ GRADITO A ROSSI (CHE NE FAREBBE A MENO DEL DIR. GEN.) - COMUNQUE, DA QUI A LUGLIO, TUTTO PUO' CAMBIARE…

DAGOREPORT – ELLY SCHLEIN, UNA DONNA SOLA AL COMANDO DI UN MANICOMIO: NON ASCOLTA PIÙ NESSUNO E HA ESAUTORATO LA SEGRETERIA E DISINNESCATO LE CORRENTI - A SPACCARE IL PD, ALLA SVALVOLATA ELLY SI E' AGGIUNTO IL VANESIO MAURIZIO LANDINI CON IL REFERENDUM SUL JOB ACT: IL SINDACALISTA (A TEMPO PERSO), IN BARBA A CONTE, SOGNA DI DIVENTARE LUI IL FEDERATORE DELLA GRANDE SINISTRA: PD E M5S PIU' AVS (VIA IL CENTRO CATTO-DEM) – GOFFREDO BETTINI AL LAVORO: INVECE DI TROVARE UN BUON DOTTORE, CERCA UN FEDERATORE ALLA PRODI PER UN NUOVO "ULIVO" E DI UN 40ENNE CHE POSSIEDA LA LEADERSHIP PER SGONFIARE LE SMORFIE DELLA MELONA (RICCI, DECARO, NARDELLA, SALA) - GENTILONI-ONI-ONI? ASPIRA AL QUIRINALE! - INSOMMA, PER LA GIOIA DEL ''TRIO DUCIONI”, LA CROCE VERDE NON ARRIVERA' E IL MANICOMIO PD NON CAMBIERA' COPIONE: SCHLEIN RESTERA' AL SUO POSTO A FARE LE SUE INTELLIGENTI CAZZATE DE SINISTRA...

DAGOREPORT - LA DOMANDA E': DOVE SONO FINITI I SOLDI DELLA TANGENTOPOLI AL PESTO? C’ENTRANO QUALCOSA TUTTE QUELLE GITARELLE A MONTECARLO, PAESE DAL SISTEMA BANCARIO OPACO? - LEGA SALVA-TOTI: L’INCHIESTA DANNEGGIA LE CORONARIE DI SALVINI CHE VOLEVA IL FEDELISSIMO RIXI SUL TRONO DI PRESIDENTE DELLA REGIONE LIGURIA (TOTI E' AL SECONDO MANDATO) E GETTA OMBRE SUL DOPPIO PROGETTO DIGA DI GENOVA-PONTE SULLO STRETTO - LE RAGIONI DI NORDIO SULLA TEMPISTICA E LE INTERCETTAZIONI LUNGHE BEN 4 ANNI (SIC!) - MELONI VUOLE LE DIMISSIONI DI TOTI PER PAPPARSI LA LIGURIA, MA IL CARROCCIO SI OPPONE - LA MICCIA DELLE INDAGINI? LA TRASFORMAZIONE DI PORTO VENERE NELLA “CAPRI LIGURE”