EMILIO FEDE EVIDENTEMENTE NON S’ERA ACCONTENTATO DI AVER FATTO LA CRESTA SUI SOLDI DONATI A LELE MORA DA BERLUSCONI. PER I PM VOLEVA 5 MILIONI ANCHE DA MARINA B. PER NON PARLARE DI RUBY

Paolo Colonnello per “la Stampa”

 

BERLU E FEDEBERLU E FEDE

Davvero un vulcano di idee, Emilio Fede: non contento di aver cercato di truffare Silvio Berlusconi tenendosi una parte dei soldi destinati a Lele Mora durante l’inchiesta «Ruby», questa volta l’ex direttore del Tg4 aveva architettato un piano per cercare di estorcere all’ex Cavaliere altri 5 milioni, poi ridotti a due, coinvolgendo perfino Marina Berlusconi che, secondo i suoi progetti, avrebbe dovuto versare il denaro dall’estero su un conto svizzero. 
 

rubyrubyEMILIO FEDE SFONDO BERLUSCONI EMILIO FEDE SFONDO BERLUSCONI

Piano fallito
Piano ovviamente rimasto solo sulla carta, o meglio su una registrazione digitale ora allegata agli atti depositati ieri dal pm Silvia Perrucci a conclusione dell’inchiesta che vede Fede indagato per concorso in tentata estorsione, insieme al suo ex personal trainer Gaetano Ferri e ad altre due ragazze, Maria Madeo e Michela Faioni che materialmente truccarono le foto a luci rosse di Mauro Crippa, capo dell’informazione Mediaset e cercarono, sempre istigate da Fede, di confezionare un filmato con Fedele Confalonieri in compagnia di minorenni.

ruby BERLUSCONI BOCCASSINI FEDE MINETTI jpegruby BERLUSCONI BOCCASSINI FEDE MINETTI jpeg

 

ruby rubacuori (2)ruby rubacuori (2)

Il nuovo tentativo di estorsione è contenuto nei famosi colloqui registrati da Ferri con Fede e sequestrati oltre un anno fa dalla procura di Monza (poi trasmessi per competenza a Milano e Palermo) dove l’Emilio nazionale non solo si dilungava sui presunti rapporti mafiosi di Dell’Utri a copertura di Berlusconi ma, nei nastri denominati «Santanchè», «due milioni.m4a» e «Emilio 09.06.12 L.M.», spiegava al suo allenatore come ottenere altri soldi da Berlusconi. Da una parte per non rivelare l’esistenza dei fotomontaggi su Crippa (in compagnia di un transessuale e mentre sniffa cocaina) e di video (in realtà mai realizzati) compromettenti su Fedele Confalonieri.
 

Vicenda Ruby
Ma dall’altra, sospetta la Procura, per non rivelare alcune circostanze relative alla vicenda Ruby. Il piano per estorcere i 5 milioni di euro a Berlusconi in realtà abortì perché Ferri si rifiutò di portarlo a termine e anzi cercò di contattare l’ex Cavaliere ad Arcore.

marina berlusconi forza italiamarina berlusconi forza italia

 

ruby-novellaruby-novella

Venutolo a sapere, Fede, secondo il pm, lo minacciò con degli sms: «...Stanotte mi riceve a palazzo Grazioli, se conferma che vi siete incontrati riparto subito con due o tre amici…e vengo a cercarti. Uno ti conosce bene...questa volta non mi sfuggi, capito???». Dalle indagini è emerso che Fede si rivolse effettivamente ad alcuni pregiudicati pugliesi per dare una «lezione» a Ferri, ma non se ne fece nulla perchè Emilio tirava troppo sul prezzo.
 

MARINA E BERLUSCONIMARINA E BERLUSCONI

A sua volta Ferri è accusato di aver estorto dei soldi a Fede (700 euro) minacciandolo di rivelare tutta la tresca ai giornali. «Dimenticavo, ho anche una registrazione dove dici che Briatore ha testimoniato il falso nel processo dove Berlusconi era imputato con un avvocato inglese», si legge in un sms inviato dall’allenatore.

 

VIGNETTA GIANNELLI SILVIO BERLUSCONI E MARINA SACRA FAMIGLIA VIGNETTA GIANNELLI SILVIO BERLUSCONI E MARINA SACRA FAMIGLIA

E ancora: «So che non andrai in carcere, ma ai tuoi amici dovrai spiegargli tante cose... Altro che vittima, sei un carnefice e tra 48 ore lo sapranno tutti!...». E quindi, dopo aver insistito per avere i soldi, Ferri scrive: «Ecco, che cazzo vuoi? Vuoi i nastri? Domani te li faccio avere sui giornali i nastri». Con Fede che rispondeva: «Dimmi il prezzo per evitare i nastri…dimmi cosa vuoi da me. Dimmi cosa altro male vuoi farmi? …Ho detto di Briatore? Ho detto di Napolitano? Ho detto di Dell’Utri? Hai i nastri, usali, vuoi restituire gioielli, soldi, orologi? Fallo...».

BERLUSCONI FEDE MORA BUNGA BUNGA BERLUSCONI FEDE MORA BUNGA BUNGA


Ingiusto profitto
In compenso, prima ancora che tra i due scoppiasse la lite, Ferri aveva girato alcune redazioni di giornali proponendo le foto di Crippa. Secondo l’accusa, infatti, Fede avrebbe architettato la storia dei fotomontaggi per impedire che Crippa, come poi avvenne, lo licenziasse la sera del 28 marzo 2012.

RUBY milestone RUBY milestone

 

Le foto e i (neanche tanto) velati ricatti, servirono poi al giornalista per ottenere un accordo transattivo (800 mila euro subito più 700 mila all’anno per tre anni, oltre a casa, autista e segretaria), considerato ora «ingiusto profitto» dalla Procura. Un rapporto interrotto un paio di mesi fa e impugnato da Fede davanti al giudice del lavoro con una richiesta danni di 10 milioni di euro. Come dice il proverbio: dai nemici mi guardi Iddio, che dagli amici….

 

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA") 

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA…