ERRORI CHE FANNO PAURA – NELLE CARTE DELL’INCHIESTA SU MARONI UN SMS “COMPROMETTENTE” È STATO MODIFICATO PER SBAGLIO – SI PARLAVA DELLE PRESSIONI DEL GOVERNATORE PER FAR PARTECIPARE A UN VIAGGIO LA SUA AMICA PATURZO – AL TESTO ORIGINARIO DEL MESSAGGIO SONO STATE AGGIUNTE CONSIDERAZIONI DEGLI INQUIRENTI

Nell’ottica dell’accusa cambierebbe poco, ma per la Procura è uno smacco, anche perché potrebbe non essere l’unico errore a danno dell’indagato. Maroni sapeva da mesi di questo errore e infatti aveva parlato di “messaggini modificati”…

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Luigi Ferrarella per “corriere.it

 

Roberto Maroni Giancarlo Giorgetti Roberto Maroni Giancarlo Giorgetti

C’è un errore nel testo dell’imputazione di «induzione indebita» notificata mercoledì al presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni: un refuso che attribuisce a un sms del capo della sua segreteria mezza frase che nella realtà non esiste in quel sms, riflesso dell’interpretazione investigativa del contenuto invece di una successiva intercettazione.

 

Il pm Eugenio Fusco contesta a Maroni di aver a fine maggio 2014 fatto pressioni - attraverso il suo capo segreteria Giacomo Ciriello e ai danni del direttore generale di Expo spa Christian Malangone - affinché Expo spa (al 20% del Pirellone) aggregasse Maria Grazia Paturzo, ex sua collaboratrice al Viminale allla quale era legato da "una relazione affettiva", alla missione della Regione in Giappone e se ne accollasse le spese di aereo in business class e di hotel di lusso per circa 6.000 euro (trasferta poi annullata all’ultimo momento da Maroni).

 

MARIA GRAZIA PATURZO MARIA GRAZIA PATURZO

Tra gli indici delle pressioni, la Procura valorizza il fatto che, dopo che Maroni aveva ricevuto tramite Malangone-Ciriello un primo no dell’amministratore Expo Giuseppe Sala la sera del 27 maggio, il 28 l’insistenza del presidente si sarebbe di nuovo manifestata con un sms di Ciriello a Malangone: «Christian il Pres ci tiene acché la delegazione per Tokyo comprenda anche la società Expo (attraverso la dott.sa Paturzo e voleva che la Paturzo viaggiasse insieme alla delegazione, quindi nella stessa classe di volo e nella stessa classe di albergo». Questo sta scritto nell’imputazione di mercoledì.

 

Ora però, confrontando gli atti, si può rilevare che la parentesi aperta, e poi non più chiusa, non era un refuso solo formale. Il testo vero del sms é infatti: «Christian il Pres ci tiene acché la delegazione per Tokyo comprenda anche la società Expo (attraverso la dott.sa Paturzo)», ed è completato da una domanda che nell’imputazione risulta saltata, una domanda di Ciriello a Malangone: «Puoi parlarne con Sala o autorizzarne la missione?». Finisce qui l’sms.

ROBERTO MARONI ROBERTO MARONI

 

Il resto della frase riportata nell’imputazione («e voleva che la Paturzo viaggiasse insieme alla delegazione, quindi nella stessa classe di volo e nella stessa classe di albergo») non esiste nel sms, ma è una sorta di commento interno alle indagini, con il quale gli inquirenti sembrano all’epoca aver riassunto nei loro documenti di lavoro il contenuto delle successive intercettazioni di Ciriello con Paturzo, vertenti appunto sulla esigenza che classe di volo e di hotel fossero le stesse della delegazione di Maroni. Lettura che lo stesso Malangone avrebbe poi confermato nel suo interrogatorio.

 

ISABELLA VOTINO E ROBERTO MARONI jpeg ISABELLA VOTINO E ROBERTO MARONI jpeg

La situazione rappresentata, dunque, nell’ottica dell’accusa non cambierebbe, ma è innegabile che l’errore di copia-incolla nel testo dell’imputazione c’è. Ecco dunque a cosa si riferiva mercoledì Maroni quando accennava a messaggini modificati. Un errore di cui Maroni era peraltro a conoscenza - si può ricostruire adesso - già sei mesi fa, perché il medesimo errore nel testo stava anche nell’invito a comparire che la Procura gli spedì il 9 dicembre 2014.

 

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