ESCORT A FARE DUE PASSI - OGGI BERLUSCONI SI PRESENTA A BARI PER IL PROCESSO SULLE ESCORT DI TARANTINI - E SULLA COMPRAVENDITA DEI SENATORI, IL BANANA POTREBBE ANCHE RINUNCIARE ALLA PRESCRIZIONE (MA CHI GLIELO FA FARE?)

L’avvocato Ghedini ha fatto l’ipotesi di scuola: dimostrare in Appello ma soprattutto in Cassazione che il caso De Gregorio apre una questione di diritto costituzionale sulla insindacabilità dei comportamenti e dei voti espressi da un parlamentare - Ad influire su questi comportamenti possono essere i soldi ma anche “altre utilità”…

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Amedeo La Mattina per “la Stampa”

GIANPIERO TARANTINI ALLA FINESTRA GIANPIERO TARANTINI ALLA FINESTRA

 

Non è la perdita del vitalizio da parlamentare a preoccupare Berlusconi (ieri la revoca ha colpito 10 deputati e 8 senatori condannati in via definitiva). E nemmeno le prove di abbandono di Fi da parte dei verdiniani (in 4 alla Camera hanno votato il ddl scuola).

 

A impensierirlo è piuttosto la caduta libera dei consensi e la contemporanea crescita di Salvini. Non è interessato ad allearsi con chi fa il doppio gioco: con la Lega in Italia, con il Ppe e la Merkel in Europa. L’ex Cav ripete che alla fine Matteo capirà: la prospettiva di unire i cosiddetti moderati e vincere le prossime elezioni politiche gli farà gola.

GIANPI TARANTINI CON LA MOGLIE ANGELA DEVENUTO GIANPI TARANTINI CON LA MOGLIE ANGELA DEVENUTO

 

A fargli passare il buon umore sono i processi, il Ruby ter e quello di Bari dove è indagato nel processo connesso per le escort di Tarantino. Oggi Berlusconi sarà a Bari ma farà scena muta perché non ha l’obbligo di rispondere. Ora attende le motivazioni della sentenza di condanna per la compravendita del senatore De Gregorio. In base alle motivazioni lui e i suoi avvocati capiranno se ci sono i margini per tentare il colpo di teatro: non approfittare della prescrizione che arriverà a novembre.

 

Berlusconi fotografato il 31 maggio 2009 davanti all'ingresso dell'hotel Palace di Bari, alle sue spalle Patrizia D'Addario Berlusconi fotografato il 31 maggio 2009 davanti all'ingresso dell'hotel Palace di Bari, alle sue spalle Patrizia D'Addario

Era circolata l’ipotesi che l’ex premier accarezzasse questa idea. Se n’è parlato ieri a Palazzo Grazioli. L’avvocato Ghedini ha fatto l’ipotesi di scuola: dimostrare in Appello ma soprattutto in Cassazione che il caso De Gregorio apre una questione di diritto costituzionale sulla insindacabilità dei comportamenti e dei voti espressi da un parlamentare. Ad influire su questi comportamenti possono essere i soldi ma anche «altre utilità».

 

Allora secondo questo criterio, ragiona Ghedini, può essere determinante pure la promessa di un incarico ministeriale, di sottosegretario, di presidente di commissione parlamentare. Di questo passo potrebbe essere incriminato chiunque cambi casacca, vota con lo schieramento opposto a quello con il quale è stato eletto.

 

BERLUSCONI SALUTA PATRIZIA DADDARIO BERLUSCONI SALUTA PATRIZIA DADDARIO

Ovviamente Ghedini fa ipotesi di scuola ma consiglia a Berlusconi di impugnare la sentenza di condanna e andare dritto alla prescrizione. Potrebbe finire che la Cassazione non accolga la sentenza di prescrizione e assolva Berlusconi, come è successo nel processo per corruzione della Guardia di Finanza (era quello originato dall’avviso di garanzia recapitato all’ex premier al G8 di Napoli nel ’94).

 

SERGIO DE GREGORIO SILVIO BERLUSCONI resize SERGIO DE GREGORIO SILVIO BERLUSCONI resize

Ecco, Berlusconi non ci pensa proprio a rinunciare alla prescrizione. Meglio non sfidare la sorte e pensare nei mesi prossimi a come rianimare Fi. Come? Tanti propositi, nulla di concreto. A Palazzo Grazioli ieri grande pranzo con capigruppo, vicecapigruppo e lo stato maggiore del partito. Alla fine il capo ha ribadito che andrà in giro per l’Italia, ma tutto rimandato a dopo l’estate. Salvini?

 

Berlusconi ha detto che ci penserà lui ad addomesticarlo, come faceva con Bossi. Provare a cambiare la riforma costituzionale, ma soprattutto la legge elettorale introducendo il premio di maggioranza alla coalizione non al partito. Come invece prevede l’Italicum, tra l’altro già approvato. Quindi tentativo velleitario. Fi attende che cali la stella di Renzi. «Il tempo è dalla nostra parte, gli italiani hanno cominciato a stancarsi del ragazzo», ha detto il quasi ottantenne leader azzurro.

 

 

 

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