mattarella _cp

1. “IL FATTO” E “IL TEMPO” UNITI CONTRO LA BAVA CHE SCORRE SULLA MUMMIA DEL QUIRINALE. 2. IL PICCOLO E SPOGLIO APPARTAMENTO ALLA CONSULTA, LA PANDINA GRIGIA, SEMPRE LO STESSO CAPPOTTO, LA SOBRIETÀ, GLI OCCHI AZZURRISSIMI…E CHE PALLE!

1.Massimiliano Lenzi per “Il Tempo”

 

SERGIO MATTARELLA E LAURA BOLDRINISERGIO MATTARELLA E LAURA BOLDRINI

La Foresteria della Consulta, 50 metri quadri, in pratica un camera e cucina con servizi. L'attesa sull'esito delle votazioni a casa della figlia, l'uscita in Panda grigia, seppur non guidata da lui. A leggere le biografie (già diventate agiografie) ed i resoconti delle cronache su Sergio Mattarella, il nuovo Capo dello Stato, vergati dai principali quotidiani italiani con in testa Repubblica (a cui  dai tempi di Ciriaco De Mita contro Bettino Craxi evidentemente piace assai tutto quel che sa di sinistra Dc) il nuovo inquilino del Colle pare un presidente Ikea, all'insegna del low cost.

 

Se all'ex socialista Giuliano Amato tutte le "iene dattilografe" (per usare un'espressione coniata anni fa da Massimo D'Alema) han riservato il ritratto di un figlio della casta, con i suoi mille privilegi, ecco invece che sul cattolico di sinistra Mattarella è già partito il santino ad uso dei fedeli, ovvero gli italiani. I siti online dei grandi (e dei piccoli) giornali han cominciato a metter su i pochi video in bianco e nero sul nostro, le fotografie di lui al Governo, di lui alla Camera, di lui in Sicilia ed in famiglia, edificando l'inizio di un'iconografia tutta all'insegna della morigeratezza, un racconto che pare scritto più da Rosy Bindi (emozionata dalla scelta di Mattarella) che da cronisti.

 

SERGIO MATTARELLA SERGIO MATTARELLA

Una storia italiana, verrebbe da dire, che in confronto il fotoromanzo redatto da Sandro Bondi su Silvio Berlusconi a inizio anni 2000 pare oggettivo e distante. C'è nel giornalismo italiano che si fa mattarelliano, senza pudori, il gusto dell'equivicinanza al Potere che contraddistingue la nostra carta stampata sin dai primi "Monitori", i giornali bonapartisti ai tempi dell'arrivo di Napoleone in Italia. Del resto l'Inghilterra è lontana parecchio da Roma, per non parlare degli Stati Uniti. Ed in fondo, a guardare indietro nel tempo, siamo o non siamo noi il Paese dove un giornalista (inizialmente socialista), passando di giornale in giornale, si è fatto Duce?

 

Certo, di penne come quella di Benito Mussolini (certi articoli, al di là di essere o no d'accordo con le argomentazioni, sarebbero da insegnare nelle scuole di giornalismo per la loro incisività) in giro oggi non se ne vedono. Più facile trovare dei Mario Appelius pronti a cantare le glorie dell'Italia e del suo Presidente, magari contro la perfida Albione di turno. Che ovvietà. Per una volta tocca dar ragione allo scrittore Mark Twain: "Così divenni un giornalista. Ho odiato farlo ma non ero riuscito a trovare un lavoro onesto".

 

 

2. “BALENA BIANCA E PECORA NERA”

di Marco Travaglio per "Il Fatto Quotidiano”

 

   La lingua, per il giornalista italiano medio, è un muscolo involontario molto più di quell’altro. Quindi è naturale che, dopo aver leccato per nove anni consecutivi Re Giorgio I e II, dopo la sua abdicazione avvertisse un grande vuoto e garrisse all’impazzata alla ricerca di un altro leccalecca. L’horror vacui, per fortuna, è durato meno di due settimane. Poi, al primo affacciarsi di Sergio Mattarella, la Lingua Unica della stampa italiana s’è subito riposizionata umettando le grisaglie del Candidato senza neppure aspettare l’elezione. Mal che vada, si son detti i leccatori, facciamo un po’ di allenamento in attesa del prossimo. Non sia mai che il muscolo, a causa dell’inazione, si atrofizzi e si lasci cogliere impreparato alla bisogna.

 

   Il Megapresidente Galattico. Imperdibile reperto dell’incertezza dell’attesa, la pagina 6

sergio mattarellasergio mattarella

del Corriere di venerdì. La metà inferiore per le ultime salivazioni postdatate all’ex monarca, “Entra Napolitano. Il lungo applauso in Aula”. La metà superiore per le prime pennellate preventive di Fabrizio Roncone al “mite Sergio, ultimo moroteo”, che “ha dentro il fil di ferro”, “parla a voce bassa, uomo mite fino a quasi apparire fragile, coltiva la virtù

della pacatezza, della prudenza e del dialogo, una volta accettò di giocare a Risiko

con i redattori del Popolo, è un buon intenditore di calcio e tifa Palermo (con una debolezza, sembra, per l’Inter)”, vive “nella foresteria a disposizione dei giudici della

Corte costituzionale”, a “cento passi dal Quirinale”: un “appartamento spartano” tipo quello del Megadirettore Galattico fantozziano, con cui condivide l’inginocchiatoio in legno grezzo e il tozzo di pane e il bicchier d’acqua da condividere con il ragionier Ugo, ma non la poltrona in pelle umana e neppure l’acquario con gli impiegati-inferiori estratti a sorte per fare i pesci, anche perché Lui “non sa nuotare”.

 

Segue succinta biografia, con padre, tre figli e “suo fratello Piersanti” assassinato dalla mafia. Nessuna traccia dell’altro, l’ex avvocato Antonino, il maggiore, in rapporti finanziari con Enrico Nicoletti, cassiere della Magliana: chissà poi perché, poveretto.

 

sergio mattarella giura come giudice costituzionalesergio mattarella giura come giudice costituzionale

Il nuovo Giustiniano. Quando poi l’ascesa al trono è certa, le lingue sparse si ricompongono a testuggine e battono tutte come una sola dove il potere vuole. Gente che Mattarella non se l’è mai filato per mezzo secolo scopre in lui il nuovo Salvatore della Patria. Una cascata di saliva che deve fare un po’ schifo allo Schivo, e che imbarazza persino Aldo Cazzullo: “Un ex componente della Bicamerale ricorda: ‘Mattarella propose un corpus giuridico che riassumesse e semplificasse la legislazione vigente: un’operazione così l’aveva fatta solo Giustiniano!’....”

 

Il Mattarellinum. Sergio è un enfant prodige dei codici, il Mozart della pandetta: “La passione per i meccanismi elettorali ce l’aveva fin da ragazzo”, rivela Marcello Sorgi su La Stampa (par di vederlo, giovinetto, mentre i compagni giocavano a pallone e correvano la cavallina con le ragazze, curvo sul desco a studiare il Mattarellinum che 40 anni dopo, previe opportune limature, vedrà finalmente la luce. Le zite gli suonano il campanello, ma lui niente: “Scusa, Rosalia, ma oggi ho problemi di scorporo”, “Perdonami, Teresa, ma c’ho un maggioritario grosso così, e per giunta con recupero proporzionale”).

 

sergio mattarella e rosy bindisergio mattarella e rosy bindi

La lingua a questo punto parte da sola, irrefrenabile, incontenibile, a raffica: “Mite, pacato, serio, ragionatore, moderato, razionale, disponibile, ma fermo su principi e valori, sui quali non transige”. Segue l’albero genealogico: dai che almeno Sorgi si ricorda del fratello Antonino. Macché: “I due fratelli Pier-santi e Sergio erano molto diversi tra loro. Si dice che in ogni famiglia siciliana ci sia un figlio arabo e uno normanno”. Nulla da fare: damnatio memoriae per il povero Antonino.

 

Compagni di scuola. Alberto Mattioli, sempre su La Stampa, riesce a scovare un “compagno di scuola dei fratelli Mattarella” che, vincendo la ritrosia contagiosa di tutta la classe dei Mattarella’s, qualcosa racconta, ma a patto che si taccia il suo cognome e lo si chiami “signor Gino”. Vedi mai che se ne ricordi almeno lui, di quel terzo fratello un po’ scavezzacollo. “Sergio era serio anche da ragazzo, però qualche risata se la faceva pure lui”.

 

Ci sentiamo tutti molto meglio, ma i fratelli? Niente da fare: lui era “compagno di scuola di Piersanti e Sergio, due ragazzi diversissimi, due caratteri complementari, si volevano molto bene”. Piersanti “vulcanico, pieno di vita, trascinatore. Sergio silenzioso, serio, composto, quello che a Roma chiamiamo un mollicone, uno di quei ragazzi che stanno sempre zitti, che sembrano quasi troppo educati. Metodico, riflessivo, attento, studioso... In comune avevano due caratteristiche: l’estrema educazione e la passione per lo sport”. Il terzo, Antonino, sfugge proprio ai radar. Che fosse un po’ maleducato e poco sportivo? Mistero. E pazienza, è andata così.

 

sergio mattarella e romano prodisergio mattarella e romano prodi

   L’Hombre Vertical. Riproviamo con Sebastiano Messina, che giovedì e poi venerdì, su Repubblica, ritrae e doppiamente biografa da par suo. Lui, così, preciso, colmerà la lacuna. “Ama il grigio, evita le telecamere, parla a bassa voce, coltiva la virtù della pacatezza, dell’equilibrio, e della prudenza”, ma attenzione, nessun dorma: “Sotto quel vestito grigio e dietro quei modi felpati c’è un uomo con la schiena dritta, un hombre vertical capace di discutere giorni interi per trovare un compromesso con l’avversario, ma anche di diventare irremovibile se deve difendere un principio, una regola, un imperativo morale”.

 

Nessun accenno al terzo fratello: sono sempre in due, Piersanti e Sergio. Vabbè, ora Messina rimedierà venerdì. Speriamo, ce la può fare. San Sergio “fa una vita monacale”, al confronto Ratzinger nel monastero Mater Ecclesiae e papa Francesco nella celletta di Santa Marta sono due zuzzurrelloni. Cena con “gli amici di una vita”: un giudice della Cassazione, un ginecologo, un banchiere, però “ogni tanto accetta gli inviti di Giuliano Amato e Sabino Cassese”, e quando proprio è in vena di pazziare si unisce a “Pierluigi Castagnetti, Rosi Bindi e Rosa Russo Jervolino”, tutta vita.

 

sergio mattarella e pierferdinando casinisergio mattarella e pierferdinando casini

Poteva mancare il barbiere? No che non poteva: “Franco Alfonso, il mitico barbiere di via Catania a Palermo: la sua chioma bianca, Mattarella se la fa tagliare solo da lui”. Ma eccoci finalmente alla famiglia, dai che ce la facciamo. “Il padre Bernardo”, da molti indicato come un po’ colluso (da Danilo Dolci, per esempio), ma è meglio non parlarne: anzi il vecchio patriarca era amico di “don Sturzo”, di “La Pira” e basta. Ed ecco i fratelli, forse ci siamo: “A Roma i fratelli Piersanti e Sergio giocavano con i figli di De Gasperi e con quelli di Moro”. E il terzo, Antonino, mai: sempre chiuso in casa, per non farsi vedere dai giornalisti.

 

   Il Cristo di Mattarella. Riusciranno i nostri eroi a ritrovare il fratello misteriosamente scomparso, nel senso di sparito? Su Repubblica c’è un’intera pagina di Francesco Merlo: anche lui è siciliano, lui sicuramente sa tutto e ce ne parlerà, del terzo Mattarella fantasma. Pendiamo dalle sue labbra, anzi dalla sua lingua. Sergio è un “vedovo dolente e creativo, facile immaginarlo perduto nell’immensità del Quirinale come Casimiro, il triste Vicerè di Sicilia”. Potrebbe sentirsi meno solo frequentando il professor Antonino?

 

sergio mattarella e massimo dalemasergio mattarella e massimo dalema

No, “Sergio Mattarella cerca la compagnia del ‘caro paralume’, che Massimo Severo Giannini consigliava ai suoi allievi. E quel paralume, ‘meglio se verde’, è per Mattarella la metafora della lettura ma anche della solitudine e della malinconia...”. E vabbè, meglio il paralume, purché verde. La sinfonia cromatica prosegue col nero. “Il siciliano schivo, coperto e cauto, non trova mai la festa, ha sempre quel tormento che il più dolorista di tutti, Aldo Moro, chiamava ‘senso della storia’”. Perché lui è “un siciliano tragico e superbo che brancatianamente vede il nero anche nel sole”. Ma è pure “come Sciascia: un siciliano muto, di quelli che coltivano l’utopia del Tommaseo che sognava di coniugare la concisione con la precisione”.

 

BERNARDO MATTARELLABERNARDO MATTARELLA

Però. “Sono così i siciliani muti, nodosi, solitari, sobri, schivi e diffidenti”. E questo l’avevamo vagamente intuito. Ma è il momento di un’altra pennellata di colore: “Gli occhi di Sergio Mattarella non sono celesti ma sono ipercontrollati, più di quelli di un piemontese”. Per non parlare di quelli di un calabrese, o di un napoletano. Sì, ma di grazia di che colore sono? “Il suo colore è il celeste, che può essere raccontato come un blu stinto, un blu indebolito, il gozzaniano ‘azzurro di stoviglia’ oppure come il cielo: ed è vaniglia la sua personalità: dolciastra indecisione o sobrietà e festa di nuances?”. Ah saperlo.

 

Intanto prendete nota del “Mattarella nemico di ogni eccesso estetico, umbratile e sensibile siciliano fenicio che non perdona”. Ecco: siciliano non sumero o assirobabilonese: fenicio. Ma anche un po’ israelitico: “il Cristo di Mattarella” non è “colorato e sanguinante come nelle processioni di Palermo, ma invece di filigrana sottile, il Cristo con il sorriso dolce e amaro di una vita che è stata investita dalla tragedia”. Quindi, allontanando l’odor di santità e ricapitolando: nero, celeste, blu stinto, azzurro di stoviglia, ma anche non colorato e soprattutto non celeste per carità. Santo subito. Esaurita la tavolozza, Merlo arriva finalmente alla famiglia. Il padre Bernardo: “notabile palermitano” e ho detto tutto. Fuochino, dài, su, passiamo ai fratelli. “Il fratello Pier-santi, il siciliano allegro, chiacchierone e spavaldo, l’hidalgo di quella Sicilia ‘che è più Spagna della Spagna’”, e ho ridetto tutto. Acqua, lago, mare. Antonino, ancora una volta, non pervenuto.

 

sergio mattarella   6sergio mattarella 6

   Il Moro di Palermo. Ultima occasione, ieri. Sul Corriere Roncone torna sul luogo del relitto. “Stringe il nodo della cravatta... sposta la tenda della finestra e guarda giù... La riservatezza proverbiale... Poche parole anche quando si ferma per prendere un toast (di solito, prosciutto cotto e formaggio: poi saluta, ringrazia e lascia la mancia. ‘Un vero signore d’altri tempi’)”. Secondo Repubblica, invece, il menu è un filo diverso: “Pizzetta prosciutto e formaggio, occhio di bue o pasticcini, yogurt e Pocket Coffee. Sobriamente”. Ma son dettagli. Prosegue Roncone: “Sobrio, frugale... La voce come un soffio...”. Forse ci siamo: “Riceve la visita della nipote Maria, figlia di suo fratello Piersanti, che lo mette di ottimo umore”. Ma una telefonata, un messaggio in bottiglia, un segnale di fumo dal fratello Antonino no? No.

 

Sotto parla l’amico economista siciliano Salvatore Butera: “Freddo? È solo composto. Bontà d’animo, pacatezza e grande umanità. ricorda Aldo Moro”. Butera sa qualcosa dei fratelli? Sì: “Eravamo tutti e tre insieme dai gesuiti, io e i due fratelli Mattarella”. Parlerà mica di Sergio e Antonino? Mavalà: “Oltre a Sergio, anche Piersanti”. Pure Antonino è laureato in legge, faceva l’avvocato, ora insegna all’Università. Desaparecido.

 

sergio mattarella   5sergio mattarella 5

   Il Kennedy di Trinacria. Su Repubblica ci si mettono addirittura in due, Tommaso Ciriaco ed Emanuele Lauria, per la terza biografia del Presidente in tre giorni. “Riformista dal tratto garbato”, e vabbè. “La proverbiale discrezione”, e anche questa la sappiamo. “Il miniappartamento nella foresteria della Corte costituzionale”: già sentita pure quella. “Rappresentante di una famiglia che ha frequentato il successo e il lutto (‘I Kennedy palermitani’, secondo antica definizione)”, ed è vero, visti i sospetti di mafia irlandese sul papà di Jfk, di Bob e di Ted. Ma lo vogliamo ricordare, questo benedetto Ted, al secolo Antonino? “I parenti a Palermo, come l’ex deputato regionale Bernardo” (indagato per peculato, ma questo non lo diciamo). E “la nipote Maria”: fuocherello. E come si chiama l’altro zio? Dai, è facile, diamo un aiutino: quattro sillabe, inizia per A e finisce per O. Niente, forse manca lo spazio. Zero tituli. Chissà come deve sentirsi, però, quel pover’uomo. Suo fratello diventa il primo cittadino d’Italia e lui diventa l’ultimo. Anzi, di meno: un clandestino. Manca solo il decreto di espulsione. La lingua è forte, ma la carne è debole.

 

Ultimi Dagoreport

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)