referendum flop bigfoto

FLOPERENDUM – TRA I PENTASTELLATI SOLO IL 47% HA VOTATO - LA SINISTRA ANTIRENZI CONTA IL 36% – LEGA E FORZA ITALIA: AI SEGGI IL 30% - LA CONTA NEL PD LA STRAVINCE RENZI: HA VOTATO APPENA IL 23% DEGLI ELETTORI DEM

Dal “Corriere della Sera”

REFERENDUMREFERENDUM

 

Il referendum appena concluso si era caricato di significati e attese che poco avevano a che fare col merito della consultazione. Da un lato una motivazione politica: una forte valenza antigovernativa (più precisamente antirenziana), una sorta di prova generale per il referendum costituzionale.

 

Dall' altro lato una spinta «regionalista». Il fatto che a promuoverlo siano state nove Regioni fa infatti pensare anche che ci sia un tema di attribuzione di competenze tra il livello centrale e quello locale.

MICHELE EMILIANO MICHELE EMILIANO


Altro elemento forte al centro del prossimo referendum. Infine il conflitto interno al Pd, di cui il governatore della Puglia, nonché uno dei più attivi promotori della partecipazione, Michele Emiliano, è un protagonista.


Diventa quindi interessante cercare di capire chi ha partecipato al voto, per verificare l' impatto della campagna, che è stata peraltro molto in sottotono.
Abbiamo quindi lavorato sui nostri sondaggi precedenti il voto, un campione nutrito di circa 9.000 interviste condotte tra la fine di marzo e i giorni precedenti il voto.
Sono stati gli elettori pentastellati più degli altri a partecipare al voto. In questo gruppo di elettori, poco meno della metà (47%) si è presentato ai seggi.

Movimento Cinque StelleMovimento Cinque Stelle

 

È lecito pensare che tra questi elettori si siano sommate due motivazioni: quella politica (dare un segnale forte a Renzi) e quella ambientalista. Tra gli elettori grillini infatti la sensibilità ambientale è più elevata della media e non a caso è stato uno dei collanti iniziali del Movimento.


A distanza arrivano gli elettori di sinistra. In questo caso la partecipazione, pur consistente, è stata più bassa rispetto ai pentastellati: il 36% si è presentato ai seggi. Negli elettori di sinistra albergano motivazioni sostanzialmente simili a quelle degli elettori di Grillo: l' insofferenza per Renzi e l' orientamento ambientalista.

BANDIERA AMMAINATA NELLA SEDE DI FORZA ITALIABANDIERA AMMAINATA NELLA SEDE DI FORZA ITALIA


Seguono gli elettori del centrodestra, Forza Italia e Lega. Gli elettori berlusconiani fanno registrare un' affluenza vicina alla media, il 30%. Non è illegittimo pensare che in questo caso la motivazione prevalente sia stata la voglia di mandare un segnale critico al presidente del Consiglio.

 

Si tratta infatti di un segmento elettorale dove la sensibilità ambientalista è meno consistente della media. Lo stesso si può dire per gli elettori leghisti, tra cui la partecipazione si attesta al 29%.

matteo renzi    matteo renzi


Agli ultimissimi posti gli altri. Gli elettori delle forze di area governativa hanno aderito massicciamente alla linea dell' astensione: solo il 23% degli elettori democratici e la stessa percentuale tra gli elettori di Area popolare hanno ritenuto di presentarsi ai seggi.

 

Colpisce indubbiamente il dato degli elettori Pd: per quanto questo referendum sia stato non solo promosso ma anche esplicitamente sostenuto da esponenti di primo piano della minoranza e da uomini di largo seguito popolare come Michele Emiliano, i risultati sono stati marginali. Sembra quindi che l' utilizzo del referendum ai fini di una «conta» interna non abbia prodotto risultati.

REFERENDUM TRIVELLEREFERENDUM TRIVELLE


Le motivazioni che abbiamo individuato sembrano essere piuttosto trasversali. È interessante infatti notare che gli strumenti di informazione hanno avuto un effetto secondario sugli orientamenti alla partecipazione. L' unica differenza apprezzabile emerge infatti per il gruppo di elettori che utilizza Internet come strumento prevalente di informazione, dove la partecipazione sale al 34%.

 

MOVIMENTO CINQUE STELLEMOVIMENTO CINQUE STELLE

Ma è anche un dato piuttosto scontato. Tra gli internettiani infatti tendono a essere maggiormente rappresentati gli elettori del Movimento 5 Stelle e a essere più presente (anche per un' età più giovane) la sensibilità per l' ambiente. All' estremo opposto troviamo il gruppo di coloro che si informano esclusivamente attraverso la televisione, dove la partecipazione scende al minimo: 28%. Qui troviamo un' età più elevata e una sensibilità ambientalista meno spiccata. Ma in entrambi i casi non si tratta di differenze macroscopiche.


Insomma, posto che questo referendum per alcuni doveva servire per riscaldare i motori in vista della consultazione sulla riforma costituzionale, se non è una falsa partenza poco ci manca. Per l' autunno bisognerà trovare motivazioni, compattezza e strumenti più solidi.

SALVINI VOTA REFERENDUMSALVINI VOTA REFERENDUMreferendum renzi by spinozareferendum renzi by spinoza

 

Ultimi Dagoreport

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

donald trump volodymyr zelensky donald trump nobel pace

DAGOREPORT – DONALD TRUMP È OSSESSIONATO DAL NOBEL PER LA PACE: LE BOMBE DI NETANYAHU SU GAZA E I MISSILI DI PUTIN SULL’UCRAINA SONO GLI UNICI OSTACOLI CHE HA DI FRONTE – CON “BIBI” È STATO CHIARO: LA PAZIENZA STA FINENDO, LA TREGUA NON SI PUÒ ROMPERE E NON CI SONO PIANI B, COME HA RICORDATO AL PREMIER ISRAELIANO MARCO RUBIO (IN GRANDE ASCESA ALLA CASA BIANCA A DANNO DI VANCE) – DOMANI L’ACCORDO CON XI JINPING SU DAZI, TIKTOK, SOIA E NVIDIA (E STI CAZZI DI TAIWAN). IL PRESIDENTE CINESE SI CONVINCERÀ ANCHE A FARE PRESSIONE SUL SUO BURATTINO PUTIN? SE NON LO FARÀ LUI, CI PENSERÀ L’ECONOMIA RUSSA AL COLLASSO…

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA")