FUGA DAI CINQUESTELLE - NEL 2013, BEPPEMAO AVEVA FREGATO MOLTI VOTI ALLA LEGA IN TUTTO IL NORD - ORA L’ELETTORATO DI PROTESTA E’ TORNATO A SALVINI CHE, GRAZIE A UNA PRESENZA TV COSTANTE, HA RILANCIATO IL CARROCCIO COME PARTITO ANTI-CASTA, ANTI-ZINGARI, ANTI-RENZI

Elisabetta Gualmini per “la Stampa

Beppe grillo a palermoBeppe grillo a palermo

 

Pare proprio che Grillo stia restituendo a Salvini quello che gli aveva tolto un anno e mezzo fa. Alle elezioni politiche del 2013 il Movimento 5 Stelle aveva letteralmente prosciugato gli elettori della Lega in tutto il Nord. Anzi, insieme alla Lega aveva saccheggiato anche un altro movimento di protesta, l’IdV, che invece non si è più ripreso.

In altre parole, l’elettorato di protesta è disponibile a spostarsi da un contenitore all’altro, in una fase di grande fluidità della politica, ma sempre all’interno dei partiti anti-establishment e rincorrendo i leader che appaiono di volta in volta più radicali e visibili.

I dati sui flussi delle politiche del 2013 ce lo dicevano molto bene. In città come Milano, Brescia, Padova e anche Bologna, il travaso dalla Lega al partito di Grillo è stato molto consistente (a Padova, oltre il 46% dell’elettorato leghista saltava sul carro di Grillo e il 30% a Milano e a Brescia). Grillo si era risucchiato tutto il popolo degli indignati, dopo gli scandali indiscriminati del 2012, inclusa la Lega dei Belsito e dei Trota.

Il possibile flusso nella direzione opposta e l’avanzata di Salvini si spiegano con almeno tre analogie tra Grillo e la Lega che portano spicchi di elettori a spostarsi dall’uno all’altro, come nei vasi comunicanti. Prima analogia. La leadership radicale e aggressiva di Salvini. E soprattutto la sua illimitata visibilità. Matteo Salvini è in Tv tutti i giorni da mattina a sera, in collegamento o in studio, seduto o in piedi.

GRILLO  beppe genovaGRILLO beppe genova

 

Con presenze inversamente proporzionali, evidentemente, a quelle nel Parlamento europeo, un ring che gli deve sembrare di una noiosità mortale rispetto allo sguaiato teatrino della politica italiana. È un leader che piace perché polarizza e divide, non ha paura ad attaccare e alzare il tiro, si capisce dove sta e soprattutto con chi ce l’ha.

 

Mentre Grillo, in una fase di chiaro smarrimento (dopo i sì e poi i no all’alleanza col Pd, nonostante il successo dell’operazione Sciarra-Zaccaria) si sta ritraendo, tutto casa e blog. E ora nessuno lo va a cercare. Aveva chiesto duemila euro per un’intervista, da devolvere ai genovesi sommersi dal fango, glieli hanno offerti, ma pure in quel caso si è tirato indietro.

 

la visita al campo rom di matteo salvini  12la visita al campo rom di matteo salvini 12

Seconda analogia. Salvini offre lo stesso menu iper-populista di Grillo, almeno nella sua componente di destra-destra. Anzi, messi da parte federalismo e secessione, il neo-leader della Lega si è buttato a testa bassa sul populismo etno-nazionalista e lo sfruttamento politico della xenofobia, rispolverando evergreen come la guerra tra poveri, tra gli italiani oppressi dalla crisi e gli stranieri che rubano il lavoro, alloggiati in hotel a tre stelle, a cui lo stato paga le bollette. E, come ciliegina sulla torta, propone il referendum per negare l’ammissione degli immigrati ai concorsi pubblici. 
 

Matteo SalviniMatteo Salvini

Anche Grillo ha cavalcato questi temi - «Cosa ci fanno più di diecimila immigrati irregolari nelle campagne calabresi? Pagate gli italiani il giusto e ci sarebbe la fila di calabresi disoccupati per prendere il loro posto» - ma non ha mai potuto estremizzare fino in fondo, per non far scappare i militanti di sinistra-sinistra. 
 

La terza analogia è l’apologia del buon senso, con cui i due leader di opposizione condiscono ogni loro dichiarazione. La ricerca del senso comune è un tratto tipico della mentalità populista, che si porta dietro il semplicismo delle soluzioni proposte. «Il referendum contro la legge Fornero è lepenista o è buon senso? Gli asili nido gratuiti per tutti e i contributi ai genitori separati è roba di estrema destra o buon senso?

 

BEPPE GRILLO ALL'INCONTRO CINQUESTELLE DEL CIRCO MASSIMOBEPPE GRILLO ALL'INCONTRO CINQUESTELLE DEL CIRCO MASSIMO

La cancellazione degli studi di settore è buon senso?» Ovviamente Salvini si guarda bene dallo spiegare come farebbe a offrire asili nido gratuiti per tutti, ma proponendo ricette di senso comune è sicuro che «il tramviere di Milano», le «casalinghe», i «camionisti» e i «pescatori del Salento», espressione pura del popolo incontaminato, sarebbero d’accordo, e non solo Casa Pound.
 

Insomma il partito di Salvini sta assorbendo oggi il grosso della protesta, anche se la sua credibilità non è così inscalfibile, perché la Lega con i partiti tradizionali ci ha governato a lungo, e il suo potenziale di crescita è bloccato da un nordismo dominante. Questa è forse la più grande differenza con Grillo che non solo i partiti di sistema non li ha mai voluti vedere ma che ha da sempre attratto elettori sia al Nord che al Sud. Staremo a vedere chi dei due prenderà la fiaccola dell’alternativa a Renzi, un altro che in quanto a stile populista non si è mai tirato troppo indietro.
twitter@gualminielisa

matteo salvinimatteo salvini

 

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