uomo con l accetta attacca due poliziotti di new york

LE GANGS OF NEW YORK FANNO TREMARE DE BLASIO - LA GRANDE MELA PEGGIO DEL FAR WEST: OMICIDI SU DEL 13% - SCHIERATI 330 AGENTI IN PIU’ PER LE STRADE MA IL SINDACO NON VUOLE FARE LO SCERIFFO

Paolo Mastrolilli per “la Stampa”

 

NEW YORK POLIZIA 1NEW YORK POLIZIA 1

Cosa succede a New York? Stiamo tornando verso il Far West degli Anni Settanta e Ottanta?  È una domanda che ormai si pongono tutti, dai giornali liberal e conservatori come il «New York Times» o il «New York Post», alla gente nella strada. Una preoccupazione confermata dalle statistiche, che hanno registrato un aumento degli omicidi del 13% dall’inizio dell’anno.

 

È vero che dai disordini di Ferguson in poi c’è stato un salto della violenza e della criminalità in tutto il Paese, ma la Grande Mela è sotto la lente in maniera particolare per almeno due motivi: primo, la sua dimensione globale; secondo, il fattore politico, perché il sindaco de Blasio è un liberal, accusato fin dalla sua elezione di voler abbassare la guardia rispetto ai predecessori Giuliani e Bloomberg.
 

Numeri preoccupanti

I numeri in effetti sono preoccupanti. I 135 omicidi avvenuti dall’inizio dell’anno rappresentano un aumento del 13%, e di questi 98 sono avvenuti usando un’arma da fuoco, contro i 69 del 2013 e del 2014 nello stesso periodo.

NEW YORK POLIZIANEW YORK POLIZIA

 

Le sparatorie in città sono state 439, che sono ancora lontane dal picco di oltre 2.000 registrate due decenni fa alla fine di maggio, ma rappresentano comunque un incremento del 20% rispetto al 2013. La violenza sta toccando anche Manhattan, dove dall’inizio del 2015 sono avvenuti 16 omicidi, contro gli 11 nello stesso periodo dell’anno scorso, mentre Central Park ha visto diverse rapine e aggressioni. 

 

De Blasio sostiene che si tratta di un fenomeno transitorio e contingente, legato soprattutto ai criminali, che si ammazzano fra di loro in alcuni quartieri violenti di Brooklyn e del Bronx. Il Dipartimento di Polizia, però, ha deciso comunque di aggiungere 330 agenti a quelli che già pattugliavano le strade, proprio per fermare i violenti e dare ai cittadini un senso di maggior sicurezza. Dunque cosa sta succedendo?

 

È indubbio che dai disordini di Ferguson in poi c’è stato un aumento generalizzato della criminalità, che ha colpito altre città in maniera anche più grave. Basti pensare che gli omicidi sono aumentati del 17% a Chicago, 25% a St. Louis, 32% ad Atlanta e addirittura 180% a Milwaukee. A Baltimora, luogo dell’ultima rivolta a sfondo razziale, le sparatorie sono salite del 60%.

 

Prova decisiva

A New York, però, de Blasio era stato eletto proprio sulla base di un programma che puntava a riconciliare la popolazione, e soprattutto le minoranze, con la polizia. Quindi ha vietato pratiche come quella dello «stop and frisk», ossia le perquisizioni in mezzo alla strada, che venivano giudicate razziste perché prendevano di mira in particolare i neri, ma secondo gli agenti aiutavano a prevenire la criminalità.

 

Il sindaco aveva scelto come capo della polizia William Bratton, che era stato anche quello di Giuliani, per dare il segnale che non intendeva abbassare la guardia. Poi però si è scontrato con gli stessi agenti, per i commenti fatti dopo Ferguson e dopo la morte di Eric Garner a Staten Island.

 

La tensione è esplosa durante i funerali dei due poliziotti uccisi a Brooklyn a dicembre, quando molti loro colleghi hanno voltato le spalle a de Blasio. Per il sindaco questa è la prova decisiva. La disoccupazione a New York è scesa di oltre un punto e la ripresa economica in genere frena i reati, ma se la criminalità tornerà davvero a salire ogni altro risultato verrà dimenticato.

 

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