GARANTE DI CHI? - TRAVAGLIO: “IL GARANTE DELLA PRIVACY HA BLOCCATO OGNI DIFFUSIONE DEL DIARIO DI IRIS BERARDI E DELLE CONDOTTE SESSUALI DI BERLUSCONI. SU INIZIATIVA DI GIOVANNA BIANCHI CLERICI CHE FU NOMINATA DUE VOLTE CONSIGLIERE RAI DA BERLUSCON...I”

“Augusta Iannini, ex giudice, per 11 anni è stata al vertice del ministero della Giustizia con Castelli, Mastella, Alfano e Severino, ed è la moglie di Bruno Vespa, noto cultore della privacy nei teleprocessi sui vari delitti con plastico incorporato, dunque è vicegarante della Privacy in quota Berlusconi. E di chi s’è occupata ieri? Di B."....

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Marco Travaglio per il “Fatto Quotidiano”

 

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Se sabato e domenica avete letto il Fatto Quotidiano e vi siete soffermati sul diario di Iris Berardi, la brasiliana che entrò nella villa di Arcore minorenne e continuò a frequentarla da maggiorenne, poi si appuntò quel che faceva col (anzi al) padrone di casa che intanto foraggiava lei e un’altra quarantina di Olgettine perché non raccontassero niente in Procura, vergognatevi e arrossite.

 

Poi pentitevi, autodenunciatevi e, se avete conservato la copia del Fatto, bruciatela o mangiatela prima che vi piombi in casa un agente del Garante della Privacy. E possibilmente resettate la vostra memoria con apposito lavaggio del cervello per dimenticare ciò che avete letto.

titoli iris berardi berlusconi titoli iris berardi berlusconi

 

Ieri infatti il Garante s’è riunito “in via d’urgenza” e ha disposto “con effetto immediato la misura temporanea del blocco di ogni ulteriore diffusione, anche on line – compreso l’archivio storico – delle descrizioni particolareggiate delle presunte condotte sessuali del segnalante (Berlusconi, ndr) e di altri soggetti coinvolti nella vicenda riportate negli scritti confluiti negli atti giudiziari e riportate negli articoli”.

Iris Berardi Iris Berardi

 

Siccome, tutto sommato, siamo bravi ragazzi ligi alle regole, ma soprattutto per la minaccia di “sanzioni penali e civili in caso di inosservanza del blocco”, abbiamo subito fatto sparire gli articoli incriminati dal nostro sito e dal pdf del nostro archivio online (che ora presenta ampi spazi bianchi, come ai bei tempi del Minculpop). Ma, se è ancora permesso, osiamo formulare qualche osservazione sul provvedimento.

Antonello Soro Antonello Soro

 

E soprattutto sui suoi quattro firmatari: il presidente dell’Autorità Antonello Soro, la vicepresidente Augusta Iannini e le soldatesse semplici Giovanna Bianchi Clerici (relatrice) e Licia Califano. Soro è un ex deputato del Ppi, della Margherita e del Pd, scelto in ossequio ai requisiti di “notoria imparzialità e indipendenza”, nonché di assoluta competenza imposti dalla legge: infatti è un dermatologo.

augusta iannini augusta iannini

 

Senz’altro competente (insegna Diritto) è la prof. Califano, anche lei messa lì dal Pd. La sciura Bianchi Clerici invece è un’ex deputata leghista, ex consigliera della Rai berlusconiana, condannata dalla Corte dei conti e rinviata a giudizio per abuso d’ufficio (reato prescritto) per aver nominato illegalmente Dg della Rai Alfredo Meocci.

 

Augusta Iannini, ex giudice, per 11 anni è stata al vertice del ministero della Giustizia con Castelli, Mastella, Alfano e Severino, ed è la moglie di Bruno Vespa, noto cultore della privacy nei teleprocessi sui vari delitti con plastico incorporato, dunque è vicegarante della Privacy in quota Berlusconi. E di chi s’è occupata ieri? Di B.

 

Giovanna Bianchi Clerici Giovanna Bianchi Clerici

E a chi ha dato ragione insieme agli altri tre? A B., su proposta della relatrice Bianchi Clerici, che proprio da B. fu nominata due volte consigliere Rai, dopo aver ben meritato alla Camera come relatrice della legge Gasparri (ogni volta che è relatrice, fa mirabilie, infatti B. la chiamava “la soldatessa”). Del resto, essendo laureata in Lingue e civiltà orientali, è la Garante giusta al posto giusto. Ma ecco le motivazioni del provvedimento.

 

I quattro Garanti, bontà loro, demandano ai giudici l’accertamento dei presunti reati che ci affibbia B., “illecita pubblicazione degli atti del procedimento penale e diffamazione” (reati impossibili, visto che raccontare gli atti depositati di un processo non è un delitto, ma un diritto; e diffamare un tizio pubblicando ciò che scrive una sua amichetta sul suo libro paga è piuttosto arduo).

 

Riconoscono che la legge consente al giornalista di “diffondere dati personali anche senza consenso dell’interessato purché nei limiti del diritto di cronaca” e che “le notizie diffuse dal quotidiano riguardano una vicenda di rilevanza penale che coinvolge anche l’ex presidente del Consiglio”.

 

berlusconi ruby berlusconi ruby

Poi però aggiungono che, siccome gli articoli sono “particolareggiati” , “eccedono le esigenze informative”: dal che si deduce che un articolo, per informare correttamente, dev’essere generico e vago. Più è preciso, più è vietato. Ma dove il Garante quadruplo si supera è là dove afferma di aver bloccato le notizie troppo esatte “a prescindere dalla veridicità o meno delle informazioni riportate”.

 

Ecco: a prescindere. Ora, il dermatologo e la linguista orientale non possono capirlo, ma la magistrata e la giurista avrebbero potuto tentare di spiegare loro che sono proprio le descrizioni particolareggiate dei presunti rapporti sessuali (con l’aiuto di un noto aggeggio che non stiamo qui a particolareggiare), il movente della corruzione giudiziaria che la Procura di Milano imputa a B. e alla Berardi.

 

STRETTA DI MANO TRA TRAVAGLIO E BERLUSCONI jpeg STRETTA DI MANO TRA TRAVAGLIO E BERLUSCONI jpeg

E che su quel diario particolareggiato i due saranno interrogati al processo, in pubbliche udienze, davanti alla stampa di mezzo mondo. E allora ciò che il Fatto ha scritto in solitudine lo sentiranno tutti e magari lo racconteranno pure ai loro lettori e telespettatori. A meno che, si capisce, non irrompano in aula i Quattro dell’Ave Garante muniti di tappi per turare le orecchie e le telecamere ai presenti.

 

Nel qual caso si spera che le udienze non si tengano in contemporanea con quelle dei processi per la morte di Chiara Poggi e di Yara Gambirasio, anch’essi pieni di dettagli particolareggiati sulle abitudini sessuali di Alberto Stasi e Massimo Bossetti. Già, perché ci pare di aver assistito a vari alati dibattiti a Porta a Porta sui siti porno frequentati dai due presunti assassini, l’un o con la fidanzata poi uccisa, l’altro con la moglie. E non ci pare di aver mai visto la signora Iannini irrompere nello studio con gli altri tre gendarmi per imbavagliare il marito. Però c’è sempre tempo.

 

 

 

 

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