1. GENTILE NEI MODI, ELEGANTE NEGLI ABITI, CON LO SGUARDO ABBASSATO DAVANTI ALLE RAGAZZE, LAUREATO IN INFORMATICA, NATO IN KUWAIT 27 ANNI FA E CRESCIUTO IN UNA FAMIGLIA DEL CETO MEDIO DI LONDRA OVEST: QUESTO È MOHAMMED EMWAZI, IL “JIHADI JOHN” DELLO STATO ISLAMICO CHE DA AGOSTO HA DECAPITATO ALMENO SETTE OSTAGGI OCCIDENTALI DIVENTANDO IL "BOIA DELL'ISIS", SIMBOLO DELLE BRUTALITÀ DEL CALIFFATO DI AL BAGHDADI
2. UN RAGAZZO ARABO CHE EMIGRA A 6 ANNI CON LA FAMIGLIA A LONDRA E DIMOSTRA ANCORA UNA VOLTA CHE LA VIOLENZA NON VIENE NECESSARIAMENTE DA POVERTÀ E SOFFERENZE

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jihadi john jihadi john

Maurizio Molinari per “la Stampa”

 

Gentile nei modi, elegante negli abiti, con lo sguardo abbassato davanti alle ragazze, laureato in informatica e cresciuto in una famiglia del ceto medio di Londra Ovest: questo è Mohammed Emwazi, il «Jihadi John» dello Stato Islamico che da agosto ha decapitato almeno sette ostaggi occidentali diventando il simbolo delle brutalità del Califfato di Al Baghdadi.

jihadi john da ragazzo jihadi john da ragazzo


A svelarne l’identità è stato il «Washington Post» grazie ad un collage di testimonianze e prove di indagine che fonti della sicurezza Usa hanno confermato. Il testimone chiave è Asim Qureshi, direttore dell’associazione britannica «Cage» protagonista di battaglie per la difesa dei diritti civili dopo l’11 settembre, che incontrò di persona Emwazi nel 2009 e ha messo il controspionaggio britannico sulla pista giusta.

 

jihadi john e bilal al berjawi jihadi john e bilal al berjawi

Quanto ne emerge è il profilo di un ragazzo arabo - nato in Kuwait nel 1988 - che emigra con la famiglia in Gran Bretagna quando ha 6 anni e cresce sulla Lancefield Street di West London in un ambiente del ceto medio dove i figli degli immigrati vanno a scuola, i genitori lavorano sodo e i progressi sociali sono motivi di orgoglio famigliare.

jihadi john da ragazzo jihadi john da ragazzo


Figlio del benessere
«Emwazi viene dalla classe media ben educata - spiega Shiraz Maher, studioso dell’estremismo islamico al King’s College di Londra - e dimostra ancora una volta che la violenza non viene necessariamente da povertà e sofferenze». Emwazi si laurea all’Università di Westminster come programmatore di computer, frequenta qualche volta la moschea di Greenwich ma non appartiene a gruppi politici militanti.

la casa a londra di jihadi john la casa a londra di jihadi john

 

Ha la barba ma ama gli abiti eleganti, si cura, parla a voce bassa. Non segue gli imam più ribelli, violenti, estremisti. È piuttosto un figlio del benessere degli immigrati che riescono a integrarsi.

jihadi john 3 jihadi john 3


Nell’agosto del 2009 assieme a due amici, un tedesco convertito e un arabo, scelgono di andare in Tanzania. Parlano di un «safari» da fare assieme ma all’arrivo a Dar es Salaam la polizia li blocca, teme che intendano raggiungere la vicina Somalia per unirsi agli Al Shaabab, affiliati ad Al Qaeda, e li rispediscono indietro.

la casa a londra di jihadi john la casa a londra di jihadi john

 

Emwazi viene imbarcato su un volo per Amsterdam, dove l’MI5 lo interroga per la prima volta. Al ritorno a Londra qualcosa è cambiato, decide di andare in Kuwait per passare del tempo con la famiglia del padre e poi torna ancora in Gran Bretagna, dove nel 2010 viene arrestato dall’antiterrorismo che gli prende le impronte, lo perquisisce e gli impedisce di tornare in Kuwait. È questo il periodo in cui frequenta Qureshi, gli scrive e dice di sentirsi «in gabbia, sorvegliato dai poliziotti, impossibilitato ad andare in Kuwait per sposarmi».

 

jihadi john jihadi john

Quando a New York la terrorista di Al Qaeda Aafia Siddiqui viene condannata per aggressione ai militari Usa in Afghanistan, Emwazi parla di «simpatia per lei». Nel 2012 perfeziona ancora l’educazione, sommando titoli ed esami, e tenta di partire per l’Arabia Saudita ma fallisce e da quel momento scompare da Londra, anche la famiglia non sa più dove sia. 

jihadi john jihadi john


La «carriera»
È un ex ostaggio - il cui nome non è stato rivelato - a far sapere di averlo visto, oramai nel 2013 a Idlib, in Siria, in una prigione segreta dove i jihadisti tengono le loro prede. Gli ostaggi la chiamano «The box» (la scatola) ed è qui che gli danno il soprannome di «John». Si accompagna ad altri due jihadisti britannici e i prigionieri gli assegnano nomi che ricordano i Beatles. «Quello che chiamavano George era il leader - ricorda l’ostaggio - mentre Jihadi John era il più calmo ed intelligente» e parlava spesso degli Al Shaabab in Somalia. È a lui che il Califfo assegna un ruolo di primo piano quando, all’inizio del 2014, gli ostaggi vengono trasferiti a Raqqa divenuta capitale dello Stato Islamico. 

JIHADI JOHN SI CHIAMA Mohamed Emwazi JIHADI JOHN SI CHIAMA Mohamed Emwazi haitham al haddad haitham al haddad


Il debutto sul set delle decapitazioni avviene nell’agosto scorso quando la prima vittima è James Foley, seguito da Steven Sotloff, David Haines, Alan Henning e Peter Kassig, prima dei giapponesi Haruna Yukawa e Kenji Goto. In ogni occasione l’ex ragazzo «gentile» di West London è vestito di nero, col volto coperto ed armato con un coltello per macellare la vittima, dopo averne pronunciato la condanna a nome della Jihad. Recapitando all’Occidente da cui proviene una sfida di morte con l’accento di Oxford.

JIHADI JOHN DECAPITA DAVID HAINES JIHADI JOHN DECAPITA DAVID HAINES Jihadi John e Nero Saraiva Jihadi John e Nero Saraiva

 

 

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