renzi virus

IN GINOCCHIO DA RENZI – IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO EVITA LE TRASMISSIONI SCOMODE E SI SIEDE SOLO NEI SALOTTI DOVE HA LA GARANZIA DI AUTOINTERVISTARSI – ANCHE LA SCELTA DEI GIORNALISTI È SPIETATA: SOLO FILORENZIANI

di Andrea Scanzi per “Il Fatto Quotidiano

 

Andrea Ceccherini Matteo Renzi BagnaiaAndrea Ceccherini Matteo Renzi Bagnaia

Non è mai granché entusiasmante dare ragione a Matteo Salvini, ma a volte ci azzecca. Martedì scorso, in collegamento su La7 con Giovanni Floris, mentre si divertiva a zimbellare con imbarazzante facilità la droide renzina Puglisi (più garbata delle varie Picierno, ma ahimé analogamente debolissima), il leader felpato della Lega ha avuto buon gioco a dire che il Presidente del Consiglio rifiuta il confronto televisivo.

 

Anche in questo somiglia a Berlusconi: nell’intolleranza al dissenso. Salvini, se non altro, non pone veti quando va in tivù: se ne frega di chi è ospite con lui. Sarebbe una prassi normale, ma l’Italia normale non è. Qualcuno potrebbe chiedersi perché, se c’è Renzi in tivù, non c’è quasi mai un giornalista (troppo) “critico”. Il motivo è semplice: è Renzi a imporlo.

 

MATTEO RENZI A QUINTA COLONNA DA PAOLO DEL DEBBIOMATTEO RENZI A QUINTA COLONNA DA PAOLO DEL DEBBIO

E così la Boschi, un’altra terrorizzata all’idea che qualcuno possa metterla in difficoltà (cosa peraltro elementare, al punto che spesso riesce a farlo lei da sola). Proprio in queste pagine, Carlo Tecce ha raccontato il potere che esercita sull’informazione italiana un personaggio come Filippo Sensi, portavoce di Renzi dal passato oltremodo rutilante (era vicedirettore di un giornale, Europa, con più pagine che lettori).

 

Funziona così: Renzi va in tivù solo se, quasi sempre, si intervista da solo. Accade in particolare da quando è Presidente del Consiglio, riverito come nessuno prima di lui prima. Una delle leggende metropolitane vuole Renzi “bravissimo mediaticamente”. E’ vero in parte: in qualsiasi bar toscano trovi personaggi più simpatici di lui, ma è evidente che – se sei tu a decidere le regole del gioco – tutti possono apparire efficaci. Ma proprio tutti. Persino Renzi.

 

Anche in questo, nella propensione monologante e nella concezione dispotica (“O con me o contro di me”), Renzi è analogo a Berlusconi. Il quale, prima di essere la controfigura di se stesso, era se non altro un genio (del male) della comunicazione. Renzi neanche questo: è un epigono, un personaggio marginale divenuto dominante grazie alla pochezza degli avversari (quasi tutti) e alla compiacenza del giornalismo (quasi tutto). Se lo faceva Berlusconi era inaccettabile, se lo fa Renzi è normale. Se lo diceva la Carfagna era inaccettabile, se lo dice la Boschi è manna dal cielo.

 

renzi morettirenzi moretti

Funziona così, e funziona male. Così male che, in una tale anomalia vivificata qua e là da eccezioni (c’è un abisso tra Otto e mezzo e Quinta Colonna), anche Salvini passa per democratico. Negli ultimi giorni Renzi ha puntualmente invaso, quasi sempre indisturbato, le tivù italiane. Lo ha fatto sfruttando un enorme potere contrattuale: non è più in grado di drogare gli ascolti come un tempo, e le sue supercazzole suonano già stantie, ma è pur sempre il Presidente del Consiglio. Naturale che qualsiasi talkshow lotti per averlo.

 

RENZI A PORTA A PORTARENZI A PORTA A PORTA

Lui se ne approfitta, punendo i programmi a lui sgraditi e frequentando la concorrenza. Formigli gli sta antipatico? Lui va da Del Debbio. Santoro non lo sopporta? Lui va da Porro. Paragone è poco filogovernativo? E lui fa il pallone in Champions League (non è vero, ma potrebbe esserlo). Al massimo, nei contesti “infedeli”, spedisce al massacro i renziani minori (Bonafè, Rotta) o i piddini che detesta (Fassina).

 

 Quando poi in tivù lui non c’è, niente paura: ecco i sempiterni Rondolino e le Meli a difendere il fortino renziano. Due sere fa Renzi era da Nicola Porro. E’ stata un’intervista davvero puntuta, tale da riecheggiare quella di Frost con Nixon. Non stupisce che Porro, uno che da grande vorrebbe essere Del Debbio, sia salito come tanti sul carro del renzismo: abituato com’era al berlusconismo, per lui cambia poco. Anzi nulla.

renzi con allegri by spinozarenzi con allegri by spinoza

 

Il problema non riguarda Virus, l’alluce valgo dei talkshow italiani, ma l’informazione televisiva (e non solo televisiva) nel suo insieme: è accettabile che un Presidente del Consiglio decida dove andare e dove no, scelga gli ospiti e magari (in alcuni casi) pure le domande? O è piuttosto una stortura terrificante, che molti reputano tollerabile perché Renzi ha la patente dell’uomo di sinistra (come no)? Un simile stato delle cose ha generato un’informazione persino più filogovernativa del solito. Come ha riassunto Carlo Freccero, noto gufo disfattista: “C’è un servilismo nei confronti di Renzi che è insopportabile, al confronto Berlusconi era sempre attaccato. Una cosa vergognosa. Se fosse successo con Berlusconi saremmo andati in piazza tutti”. Arduo dargli torto.

 

RENZI GILETTI RENZI GILETTI

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?